Anima Fiammeggiante

Marzo 2021: Mick Softley -SUNRISE (1970)


  Data di pubblicazione: 1970 Registrato a: Londra Produttore: Tony Cox Formazione: Mick Softley (voce, chitarra), Jerry Donhaus (chitarra elettrica), Lyn Dobson (sitar, flauto, sassofono soprano), Ned Balen (tablas), Tony Cox (piano), Gerry Conway (batteria, percussioni)   Lato A                           Can you hear me now                         Waterfall                         Eagle                         Julie Argoyne                         Caravan                         If you're not part of solution, you must be part of problem                         Lato B                           Ship                         You go your way, I'll go mine                         Birdie, Birdie                         Time machine                         On the road again                         Love colours  

"Nulla dietro di me, ogni cosa davanti a me: come sempre è così sulla strada" (Jack Kerouac)

 

La vita sulla strada è una visione filosofia, un concetto di vita carico di libertà, dove ciascuno può arricchirsi della propria esperienza, che fa sentire il bruciore delle proprie ferite, e nello stesso tempo avvertire la dolcezza della bellezza delle cose. La strada come maestra di vita era uno scenario, non solo letterario, che negli anni '60 voleva sostituire le istituzionali forme di formazione umana. Ed esattamente come ogni forma d'arte, anche la musica ha saputo riflettere questo spirito, attraverso la poetica scostante di Bob Dylan o i viaggi introspettivi dei Doors, e tanti altri esempi. In Inghilterra, negli anni '60, si aggirava un giovanotto che, seppur sconosciuto, già era un veterano di tale poetica. La sua musica rifletteva gli umori folk psichedelici dell'amico Donovan, e nello stesso tempo si accostava al dolore intenso della melodia di Nick Drake. Si era formato suonando in piccoli pub e locali, tra l'Essex (la sua terra originaria) e Londra, e nel 1965 pubblicò il suo primo album Songs from swingin' survivors. L'album rifletteva lo spirito del primo Dylan e dell'amico Donovan. Il disco non ottenne un grande successo, e pertanto Mick preferì tornare ad arricchirsi di esperienze e vita attraverso tutta una serie di viaggi. Verso la fine del decennio tentò di mettere su un gruppo, i Soft Cloud, ma l'esperienza non ottenne grandi risultati, e così decise di tornare a fare musica per conto suo. Nel 1970 quindi esce Sunrise, dove il suo stile cantautorale si arricchì di umori psichedelici, attraverso nervature elettriche ed intense parti strumentali. Il disco si apre con la fantasiosa Can you hear me now, arricchita dai cori femminili e da un intreccio di pianoforte e chitarra elettrica. Si prosegue con l'intimista, quasi spettrale, Waterfall, con Mick Softley solo chitarra, appena accennata, e voce, quasi sussurrata. Eagle si arricchisce del suono del sitar, acquisendo un fascino orientaleggiante. Julie Argoyne invece si presenta come una sorta di pezzo cabaret, leggermente barocco. Caravan torna invece ad atmosfere più intime, dolenti, magicamente struggenti. Il primo lato si chiude con la fantasia sonora di If you're not part of the solution, you must be part of problem, dove affiora un delicato sassofono soprano. Il secondo lato si apre con la superba Ship, pezzo bellissimo che tanto richiama Nick Drake di Bryter layter, ma poi si arricchisce di improvvisazioni stilistiche man mano che il pezzo cresce. You go your way, I'll go mine invece prosegue su una strada lievemente psichedelica, su una melodia incalzante e vivace. Birdie, Birdie è un'altra ballata acustica, che però si arricchisce di dilatazioni lisergiche, e Time machine è un'altra bellissima canzone dove tali dilatazioni si estendono persino sulla cosiddetta "Scuola di Canterbury". On the road again è uno schizzo acustico che precede la lunga distensione lisergica di Love colours, densa di acidi profumi orientali. Mick Softley non ottenne mai il successo, anche perché mai l'aveva cercato. Non gli importava nulla. E così nella sua carriera fece seguire altri album, ma preferì però continuare a suonare solo per il piacere di farlo, e avendo perfettamente il controllo totale della sua arte, senza pensare al mercato o ad altre cose. Questo l'ha reso un diamante grezzo, poco conosciuto, ma non per questo meno grande di tanti altri grandi artisti di questo grande fiume che chiamiamo rock!