Anima Fiammeggiante

Maggio 2021: Elvis Costello - MY AIM IS TRUE (1977)


  Data di pubblicazione: 22 luglio 1977 Registrato a: Panthway Studios (Londra) Produttore: Nick Lowe Formazione: Elvis Costello (voce, chitarra, piano, percussioni), John McFree (chitarra, pedal steel guitar, cori), Sean Hopper (piano, organo, cori), Johnny Ciambotti (basso, cori), Mickey Shine (batteria), Stan Shaw (organo), Nick Lowe (piano, drumstick, basso, cori), Andrew Bodnar (basso), Steve Goulding (batteria), Steve Nieve (organo, piano)   Lato A                           Welcome to the working week                         Miracle man                         No dancing                         Blaim it on Cain                         Alison                         Sneaky feelings   Lato B                           (The angels wanna wear my) Red shoes                         Less than zero                         Mystery dance                         Pay it back                         I'm not angry                         Waiting for the end of the world  

"Queste sono le cose che ti spingono a fare musica: la curiosità e la passione per le nuove idee" (Elvis Costello)

 

Nel 1977, anno dell'esplosione del punk, in cui i Sex Pistols fanno incazzare la Regina e i Clash invitano a "fottere la legge", si fece spazio in Inghilterra uno stano dandy con occhiali, giacca e cravatta, ma con lo spirito infiammato, una rabbia roboante che scorreva nelle vene, e che era pronta ad esplodere. Quell'uomo si chiamava Elvis Costello. Di origini irlandesi, Declan Patrick MacManus, si avvicinò alla musica molto presto, anche perché suo padre militava nella Joe Less Orchestra. Come nome d'arte scelse quello di Elvis Presley, coniugandolo col cognome di una sua bisnonna. Avvia la sua carriera nella metà degli anni '70 frequentando perlopiù ambienti legati alla cultura punk, e cercando di sviluppare uno stile personale, cercando di coniugare l'antica arte della canzone d'autore con le nuove istanze sonore. My aim is true è il suo primo album è un turbinio di idee incandescenti, toccando antiche attitudini della più consolidata tradizione rock e convertendole con un nuovo linguaggio stilistico e sonoro. Ma quello che emergeva era un senso di rabbia repressa, che non si poteva più contenere. La sua musica portava dentro la stessa rabbia dei suoi più disordinati contemporanei, nei confronti dei conservatori e della politica in generale, ma veniva espressa in canzoni variopinte, con sbuffi reggae e ammiccamenti soul, con esuberanze rock’n’roll e inflessioni romantiche. E quindi si parte con una travolgente Welcome to the working week, che è rock'n'roll nel senso più pieno del termine, e poi si viene immediatamente introdotti nel boogie-blues di Miracle man, trascinante e vorticoso. No dancing soffoca tra le sue note epilettiche lo spirito scanzonato giovanile, mettendosi sullo stesso spirito "no fun" del punk più nichilista. Blaim it on Cain è un blues dal suono grezzo, richiamando da vicino quello di B.B. King, mentre la dolce ballata di Alison è commovente fino alle lacrime. Il lato A si chiude con i toni swing di Sneaky feelings. Si riparte con la frenesia folk-rock, che fa tanto pensare a Van Morrison, di (The angels wanna wear my) Red shoes, mentre Lass then zero, che fu anche il primo singolo, profuma di armonie funky, e mette sotto attacco la destra inglese. La scheggia rockabilly di Mystery dance ci riporta ai tempi di Elvis Presley e Little Richards, e il boogie di Pay it back ci riporta addirittura ai prodromi del rock'n'roll. Andando verso la fine si giunge all'invettiva beat di I'm not angry, e si chiudono le danze col jump blues di Waiting for the end of the world. My aim is true era lo splendido esordio di un artista che non voleva per forza farsi incasellare in un genere predefinito. Esattamente come Randy Newman o Ry Cooder, Elvis Costello voleva essere un artista eclettico, che sa spaziare tra i generi, le culture e le attitudini. Ed è proprio quello che ha fatto nel corso della sua lunga carriera, dedicata alla scoperta di tutta una serie di tradizioni, arrivando addirittura ad incidere per la Grammophon. Perché lui è stato e vuole rimanere un artista in perenne movimento!

 

"Elvis is the king" (Barney Bubbles)