Giugno 2021: The Long Ryders – NATIVE SONS (1984)

The Long Ryders - Native son

 

Data di pubblicazione: 1984
Registrato a: A&M Studios (Hollywood)
Produttore: Henry Lewy & Paul McKenna
Formazione: Sid Griffin (voce, chitarra, armonica, autoharp, bugle), Stephen McCarthy (chitarra, steel guitar, tastiere, mandolino, banjo, voce), Tom Stevens (basso, voce), Greg Sowders (batteria, percussioni, vibrafono), Gene Clark (cori), Dave Pearlman (steel guitar), Phil Kenzie (sassofono baritono e tenore)

 

Lato A

 

                        Final wild son
                        Still get by
                        Ivory tower
                        Run dusty run
                        (Sweet) Mental revenge
                        Fair game

 

Lato B

 

                        Tell it to the judge on sunday
                        Wreck on the 809
                        To close to the light
                        Never got to meet the mom
                        I had a dream

 

Scrivo delle mie esperienze
(Sid Griffin)

 

Cow(boy) punk è un genere che in italiano si chiamerebbe “Punk vaccaro”, il che fa pensare ad una sorta attitudine punk in uno scenario bucolico e lontano dalle frenesie metropolitane. Gli sconosciuti Long Ryders sono uno sono una di quelle band riconducibili al movimento del Paiesly Underground. La formazione di McCarthy e Sid Griffin affonda se le sue radici nei Byrds (la Y di Ryders deve essere inteso come un tributo alla band) e Clash ed hanno infiammato per un breve ma denso periodo degli anni ’80 la costa occidentale degli U.S.A. assieme ai Dream Syndicate, Giant Sand , Green on Red, Thin White Rope, True West, ecc…
Il loro sound è meno elettrico rispetto a quello esplosivo della band di Steve Wynn e più ancorato al passato: si avvicina maggiormente ad un country folk rock rivisitato in chiave moderna con una punta di post punk per quel che concerne la sezione ritmica di alcuni pezzi; nelle loro canzoni dal minutaggio compatto senza forzature trovano spazio anche jingle jangle ed inserti di mandolino.
Native sons segue l’ep di debutto “10-5-60” ed è forse il loro lavoro più rappresentativo ed omogeneo che mantiene un’alta qualità compositiva con undici tracce molto diverse, ugualmente godibili. Ci sono tradizionali ballate country rock come l’opener Final wild son e la solare (Sweet) Mental revenge, e pezzi dal tiro micidiale come Run dusty run e Tell it to the judge on sunday probailmente scritte appositamente per la sede live. A tale carica vengono contrapposte le malinconiche melodie delle più introspettive e elettriche Ivory tower e Too close to the light; in Wreck of 809 non mancano chitarre distorte per un sound più grezzo e ruvido in simbiosi con il testo e a concludere il lavoro una spruzzatina di post punk I had a dream.
Sconosciuti al grande pubblico, hanno comunque impresso un segno indelebile nella canzone d’autore alternativa americana, con punte di rara bellezza.

 

 

Giugno 2021: The Long Ryders – NATIVE SONS (1984)ultima modifica: 2021-06-24T08:00:07+02:00da pierrovox

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