Anima Fiammeggiante

Agosto 2021: Sparklehorse - VIVADIXIESUBMARINETRANSMISSIONPLOT (1995)


  Data di pubblicazione: 25 agosto 1995 Registrato a: Sound of Music Recording Studios (Richmond) Produttore: Mark Linkous Formazione: Mark Linkous (voce, chitarre, basso, percussioni), David Lowery (basso, chitarra, violino, batteria, tastiere), Johnny Hott (batteria, percussioni), Bob Rupe (basso), Paul Watson (chitarra), Mike Lucas (pedal steel), Armistead Wellford (basso), David Bush (batteria), Dennis Herring (vibrafono)   Tracklist                           Homecoming queen                         Wired sisters                         850 double pumper holley                         Rainmaker                         Spirit ditch                         Tears of fresh fruit                         Saturday                         Cow                         Little bastard Choo Choo                         Hammering the cramps                         Most beautiful widow in town                         Heart of darkness                         Ballad of a cold lost marble                         Someday I will treat you good                         Sad & beautiful world                         Gasoline horseys  

"Così tanta gente ha scritto ora che la mia musica li ha toccati. Alcune tra le lettere di complimenti giuntemi sono di rockstar. Mi ha meravigliato. E mi ha aiutato a star bene e non mollare" (Mark Linkous)

 

Una parte importante della mitologia degli Sparklehorse è l'overdose accidentale di droga di Mark Linkous: sia la mentalità di Linkous che la musica sono cambiate in modo permanente dopo l'incidente che lo ha reso clinicamente morto per alcuni momenti fugaci e da cui non si è mai veramente ripreso del tutto. Gli elementi tradizionali degli Sparklehorse consistono in una bella nebulosità, una malinconia stranamente edificante e una delicata gioia di essere vivi nonostante quanto possa essere doloroso. Vivadixiesubmarinetransmissionplot era l'unico album di Linkous registrato sotto il moniker Sparklehorse prima della sua esperienza di pre-morte e manca l'atmosfera esagerata e l'umore che domina tutti gli altri album successivi. È straordinariamente lucido: vivace, chiaro e spesso senza filtri o effetti vocali. Se il sovradosaggio di Linkous lo ha portato a un'eterna stanchezza malinconica (che, purtroppo, alla fine sarebbe la sua fine), su Vivadixie è completamente sveglio. Senza quella foschia, Linkous si inserisce bene nella scena alternativa-indie americana di metà anni '90, molto eccentrico e desideroso di giocare secondo le proprie regole ma ugualmente molto sintonizzato, con la produzione asciutta e l'interazione stretta della banda associata al suono. Linkous è supportato qui da membri di Cracker la cui esperienza suonando insieme si traduce anche nelle sue canzoni e mentre è chiaro che è al comando, c'è un tentativo qui di presentare gli Sparklehorse come una band piena, reale, sicuramente più matta che in seguito. La propensione di Linkous per la fragile bellezza si sta già manifestando, ma è spesso interrotta da momenti di vivacità selvaggia inframmezzata e voluttà borderline, filtrati attraverso le sue solite immagini liriche surrealiste. Lo sgangherato Rainmaker e Hammering the cramps, l'inno alternativo non vergognoso da onesto a Dio Someday I will treat you good. Cow mostra un Linkus stravagante e vigoroso. L'album prende vita quando anche la band lo fa e in particolare Cow è un momento straordinario dell'intera discografia di Sparklehorse, anche se quello fa parte del fascino consciamente strano. Il lato tenero degli Sparklehorse che in seguito sarebbe diventato quello definitivo è ancora una presenza costante in tutta Vivadixie, sebbene favorisca arrangiamenti più sparsi in contrasto con le più energiche commedie full-band. Sono buone canzoni, e il coro di Saturday presenta una delle melodie più belle di sempre di Linkous, ma ce ne sono molte altre e fanno tutte affidamento sulla stessa valigia di trucchi. Linkous era già stato attivo nella musica per un po' di tempo prima di questo album, ma c'è un accenno di lui che sta ancora cercando di capire la sua voce da solista qui, come un diamante grezzo, ed è più evidente nei momenti più tranquilli che si non può fare a meno di confrontarli con tutti quelli simili degli album successivi. Il fatto è che molti si sono innamorati di Sparklehorse proprio per quella bellezza dominante e malinconica che copre la musica in tutti i suoi album successivi. Mentre generalmente Linkous è di gran lunga lo stesso cantautore di sempre, lo stato d'animo particolare e l'atmosfera risonante che rendono davvero la sua musica mancano. Vivadixie è probabilmente il disco più acerbo dei quattro album degli Sparklehorse, ma si può ancora dire con certezza che è comunque un album essenziale al limite della sua piccola discografia, grazie ai suoi punti più alti. Inoltre, è una visione interessante del suono di Linkous senza il suo elemento più identificabile: l'inizio di un percorso che potrebbe essere stato prima che venisse deviato in una direzione diversa