Anima Fiammeggiante

Settembre 2021: Bim Sherman - MIRACLE (1996)


  Data di pubblicazione: 10 giugno 1996 Registrato a: Roundhouse, The Manor, On-U-Sound Studios (Londra) Produttore: Adrian Sherwood, Skip McDonald & Talvin Singh Formazione: Bim Sherman (voce), Skip McDonald (chitarra, cori), Doug Wimbish (basso), Talvin Singh (percussioni), Carlton Ogilivie (cori)   Tracklist                           Golden locks                         Bewildered                         Over the rainbow                         Must be a dream                         Simple life                         Solid as a rock                         My woman                         Missing you                            Can I be free from crying                         Lover's leap                         Just can't stand it  

"Quanto a Bim Sherman, lo ascoltavo e lo ascolto ancora, ancora" (Tessa Pollitt)

 

Questa è musica perfetta per il piacere. Questa è musica reggae, ma non lo è. Questa è musica etno, ma non lo è. Questa è musica meravigliosa. Questo disco è veramente un miracolo, nel vero senso della parola. Un universo strano. Questo disco non sembra davvero identificabile. Chiamarlo reggae è generoso. Ancora una volta, solo nello spirito. Questo disco è profondo, lento e accattivante. Si noti la faccia di Bim sulla copertina del disco. Questo è praticamente come è: felice e spaziale da morire. Sherman aveva già inciso una quantità di dischi, con etichette diverse, lavorando con i migliori nomi della scena giamaicana. Ma fu l’incontro con il giovane Adrian Sherwood, miscelatore di suoni, innamorato del reggae, a segnare la svolta. Un sodalizio che si sarebbe rivelato indissolubile. Un’attività piuttosto frenetica, nel corso degli anni: avevano lavorato ai suoi dischi solisti, versioni dub, collaborazioni con Dub Syndicate, Groove Corporation e altro ancora. Intorno a lui, liquidi, misuratissimi, si muovono i suoni della chitarra di Skip McDonald, del basso di Doug Wimbish, compagni di “scuderia”. Il battito in levare scompare e a tessere trame sottili le tablas di Talvin Singh, ospite discreto. Come discrete e preziose risultano le apparizioni, sullo sfondo, della Studio Beats Orchestra Bombay, una sezione d'archi indiana. Su questo scenario, quasi impalpabile, fatto probabilmente della sostanza di un sogno, si distende il velluto della voce di Sherman. Alcune delle migliori canzoni del suo repertorio, asciugate e accarezzate sino a rivelare un’essenza così dolce da risultare miele. Questo è un disco spirituale, trascendente e soprattutto è dolorosamente bello.