Anima Fiammeggiante

Ottobre 2021: Sponge - WAX ECSTATIC (1996)


  Data di pubblicazione: 2 luglio 1996 Registrato a: The Loft (Saline Country) Produttore: Sponge & Tim Patalan Formazione: Vinnie Dombroski (voce, batteria, chitarra), Michael Cross (chitarra, basso), Tim Cross (basso), Joey Mazzola (chitarre, cori), Charlie Grover (batteria), Richard Butler (voce), Johnny Evans (sassofono), Chris Codish (piano), Mando Dorame (sassofono), Steve Baxter (trombone), Donald Hayes (sassofono), Anne King (tromba), Tim Patalan (violoncello)   Tracklist                           My purity                         Got to be a bore                         Wax ecstatic (To sell Angelina)                         The drag queens of Memphis                         I am Anastasia                         Silence in their drug                         Have you seen Mary                         My baby said                         The death of a drag queen                         Velveteen  

Vogliamo essere i New York Dolls” (Vinnie Dombroski)

 

Gli Sponge sono davvero una band unica nel loro genere, a differenza di qualsiasi altro gruppo rock band alla fine degli anni '90. Fanno parte di quella feccia di gruppi grunge che circolavano dopo il boom Nirvana. Erano sicuramente i migliori di un pessimo gruppo. Wax ecstatic è il loro secondo album, e si rivelò molto buono, decisamente superiore a Rotting pinata, il loro album d’esordio. Ha un paio di buone canzoni, suonando in modo leale, dimostrano semplicemente che non erano un gruppo aziendale come tanti altri. La band sembra avere qualche ossessione per le drag queens, forse per via di quel trasformismo glam a cui facevano riferimento. L’album a volte funziona, a volte no, però questi sono gli Sponge al loro meglio. La band cambia il suono in giro dal grunge alla Motown Blues. Corni e archi riempiono il disco nelle sue ballate. I punti salienti dell'album includono The drag queens of Memphis e una title track molto avvincente, oltre I am Anatasia che vede la voce ospite di Richard Butler di Psychedlic Furs. Forse non ha fatto epoca, come tanti altri dischi suoi coevi, ma è sempre un bel sentire, ed appartiene a quelle cose interessanti del sottobosco grunge degli anni ’90.