"Per descrivere la mia complessità non basta la solita frase: cantante che ha fatto dischi, concerti, e che ha avuto un incidente spaventoso. Io ho sempre avuto delle ombre, fin da piccola. Ero timidissima, tormentata, mi vedevo brutta" (Paola Turci)
Cantante raffinata e spesso in ombra, con alle spalle uno spaventoso incidente che ha rischiato di chiudere per sempre la sua carriera, Paola Turci è innanzitutto una grande donna, che non ha certo tirato i remi in barca, ma ha scommesso su sé stessa, spesso contro gli stessi inutili stereotipi della critica e del pubblico generico. Le sue canzoni sono piccoli acquerelli di femminilità, dove l'artista romana mette in evidenza tutte le sue fragilità, ma anche la sua caparbia determinazione. Verso la fine del 2003 decide di accostarsi ad un'etichetta indipendente e di riarrangiare alcuni dei suoi classici in una veste sonora più intima, matura, delicata. Così registra in presa diretta le canzoni, e poi, seguendo lo spirito tormentato di Nada, le conferisce una veste sonora che mette in risalto le sue qualità di autrice ed interprete, confermando che lei non è seconda a nessuno nell'alveo della canzone d'autore italiana. E così sono presenti alcuni dei suoi classici più conosciuti, come Volo così o la hit Bambini, alternati ad alcuni episodi di grande intensità, come il pezzo posto in apertura, Frontiera, Il gigante (dedicata al giornalista Adriano Sofri), la tenue Adoro i tramonti di questa stagione, o la stessa title-track. All'epoca diverse testate importanti le dedicarono attenzione, tributandole il giusto riconoscimento, e non considerandola sola come una delle tante cantanti che calcano il palco dell'Ariston. Sul resto la grande cantante romana continua ad offrire il suo sostegno alle varie cause umanitarie e femministe, cercando di abbattere pregiudizi e stupidi stereotipi