Anima Fiammeggiante

Ottobre 2021: MC 900 ft Jesus - WELCOME TO MY DREAM (1991)


  Data di pubblicazione: 1991 Registrato a: Planet Dallas Studio (Dallas) Produttore: Mark Griffin Formazione: Mark Griffin (voce, chitarre, tastiere, tromba), Steve Dirkxs (basso), Mike Dillon (percussioni, bongo), Al Emert (batteria), Chris McGuire (sassofono, clarinetto), Patrick Rollins (giradischi) Tracklist                           Falling elevators                         Killer inside me                         Adventures in failure                         The city sleeps                         O-Zone                         Hearing voices in one's head                         Dali's handgun                         Dancing barefoot

La cosa importante di MC 900 è che siamo una cosa piuttosto oscura, ma era come se io cercassi almeno di essere un po' divertente e sono arrivato al punto in cui non pensavo che nulla fosse più divertente e sono comunque gentile di questo modo” (Mark Griffin)

 

Gli anni '90 hanno potuto vedere un'esplosione artisticamente felicissima per il mondo dell'hip-hop, dopo i fasti rivoluzionari ed inaspettati degli anni '80. Nello scenario newyorkese si è tentato di fare dell'hip-hop una musica in continua sperimentazione senza perdere la propria immediatezza, mentre sul versante californiano  si è creato uno standard fatto di basi grasse e versi tutti donne-soldi-pistole che ben presto diventerà un cliché buono soltanto per le decerebrate classifiche ed i tristi titoli dei telegiornali. In tutto questo calderone però emerse Mark Griffith, in arte Mc 900 Ft Jesus, musicista dalla formazione classica, proveniente da Dallas e prestato all'hip-hop. Il suo fu un sound particolarmente affascinante, che tuttora si fa apprezzare per solidità e scelte coraggiose, capace di ispirare ed influire anche su scene diverse e artisticamente lontane. Welcome to my dream è il suo secondo disco, datato 1991, ed è straordinariamente vario: capace di ispirarsi ai padrini del genere tanto quanto a certo jazz cinematografico, lambendo il funk ed a suoni più elettronici dalle atmosfere suffuse. L'inizio dell'album è  sorprendente: Falling elevators con il suo basso pulsamte e le percussioni che gettano le basi per l'organo fantasticamente r'n'b, i pochi scratch e quella meravigliosa tromba affievolita dalla sordina infine la voce, che si innesta su questo drappeggio noir con un rimare delicato eppure inquieto. Un nome tutelare non troppo lontano può essere Gil Scott-Heron, citato nell'atmosfera metropolitana e quasi esoterica di questo pezzo e pure in quella più tribale della bella Dali's handgun. Killer inside me è il pezzo “sfonda-club” che non può mancare in un album hip-hop che si rispetti, scattante e bello ripieno di fiati e bassoni funk, tutto spruzzato di coloratissimi scratch. Adventure in failure si inventa Beck quasi tre anni prima; mentre The city sleeps è stupenda nel suo incedere dinoccolato e tanto inquieto da risultare quasi temibile, nonostante una dolcezza che si può percepire tra lo scorrere dei versi e l'intrecciarsi della melodia. Questa poi verrà campionata dagli U2 in Daddy's gonna pay for your crashed car. Stupefacente è l'intermezzo strumentale O-Zone, capace di librarsi alto e leggero tra sapori di fusion ed acid-jazz e perfetta dimostrazione del fatto che questo disco potrebbe piacere anche a chi solitamente non apprezza il genere. Il resto del lavoro si muove su territori meno eclettici ma non meno validi: l'ossessivo spoken-funk Hearing voices in my head e la ballerina e caotica Dancing barefoot sono pezzi eccezionali. Welcome to my dream è un signor disco, compatto, diretto, spesso crudo, eppure coinvolgente ed in qualche modo ipnotico.