Anima Fiammeggiante

Dicembre 2021: Mark Hollis - MARK HOLLIS (1998)


  Data di pubblicazione: 26 gennaio 1998 Registrato a: Londra Produttore: Mark Hollis Formazione: Mark Hollis (voce, chitarra), Chris Laurence (basso), Julie Andrews (fagotto), Maggie Pollock (fagotto), Ian Dixon (clarinetto), Tim Holmes (clarinetto), Melinda Maxwell (coro), Martin Ditcham (batteria, percussioni), Andy Penayi (flauto), Dominic Miller (chitarra), Robbie McIntosh (chitarra), Mark Felthan (armonica), Lawrence Pendrous (piano, harmonium), Henry Lowther (tromba)   Tracklist                           The colour of spring                         Watershed                         Inside looking out                         The gift                         A life (1895 - 1915)                         Westward bound                         The daily planet                         A new Jerusalem    

"Ho fatto una scelta per la mia famiglia: non posso andare in tour ed essere un buon padre contemporaneamente" (Mark Hollis)

 

Sono pochi coloro che, dovendo fare una scelta nel momento più alto e favorevole del successo, optano per una completa destrutturazione di tutta la propria carriera. Uno di questo è senza dubbio Mark Hollis, frontman e leader dei Talk Talk, una delle band icona del synth e art pop dei primi anni '80. Un gruppo che, nel momento della decisiva e definitiva "esplosione" commerciale, già trainata da singoli dall'altissimo potenziale come Such a shame e It's my life, decide di battere in ritirata, a favore prima di un pop avanguardistico e colto (The colour of spring), e poi rallentando decisamente i ritmi e le armonie a favore delle suite post rock dei capolavori Spirit of Eden e Laughing stock. Il primo dei due vide anche la curiosa scelta da parte di Mark Hollis di non accettare alcuna campagna promozionale da parte della casa discografica, che si vedrà in seguito costretta a chiudere ogni rapporto con la band. Il passaggio dalla Emi alla Polydor non cambiò le cose in fatto di popolarità, ma Laughing stock si rivelò senza dubbio come uno dei più grandi capolavori della storia del rock, precursore di tutta la corrente post rock, che negli anni '90 vedrà gruppi come Mogwai, Tortoise, Godspeed You! Black Emperor, e altri, cogliere lo spirito di quella musica che divaga tra i generi e scende nel punto più profondo dell'anima. Nel 1992 i Talk Talk si sciolgono, lasciando libertà di movimento a ciascun membro della band. Mark Hollis decide di chiudere ogni contatto con l'ambiente musicale e di dedicarsi ad altro. Ma nel 1997 si chiude in studio per registrare il suo unico e definitivo album da solista. Seguendo lo spirito degli ultimi due album della band, l'unico album da solista dell'ex frontman dei Talk Talk è un piccolo capolavoro in cui blues, jazz, rock escogitano un levare prodigioso, trovando un equilibrio etereo e febbricitante. Un disco quasi "invisibile", lasciato cadere in una dimensione minimale, che da voce alla trasparenza, al silenzio, all'eterno. Otto canzoni, che sono otto piccole suite, in cui si va oltre l'angoscia obliqua di Robert Wyatt, le amarezze setose di Nick Drake e l'intimismo raggelante di Tim Hardin. Questa è musica è un'esperienza spirituale, che da risalto proprio al silenzio, che vuole riconciliarsi col punto più profondo della vita di un uomo. Mark Hollis non ha inciso più nulla dopo questo disco, e ci ha lasciati, in silenzio, il 25 febbraio del 2019, all'età di sessantaquattro anni. Non sono stati pochi coloro che gli hanno dimostrato enorme gratitudine per il grande amore per l'arte e la musica. E non sono pochi coloro che continueranno a tributargli gratitudine per gli anni a venire. Segno che l'arte non ha bisogno del chiasso del successo per stagliarsi nelle coscienze!