Dicembre 2021: Skiantos – MONOTONO (1978)
Data di pubblicazione: 1978
Registato a: Studi Sciascia (Milano)
Produttore: Paolo “Elettro” Tofani
Formazione: Roberto “Freak” Antoni (voce), Andrea “Jimmy Bellafronte” Setti (voce), Stefano “Sbarbo” Cavedoni (voce), Fabio “Dandy Bestìa” Testoni (chitarra elettrica), Andrea “Andy Bellombrosa” Dalla Valle (chitarra elettrica), Franco “Frankie Grossolani” Villani (basso), Leo “Tormento Pestoduro” Ghezzi (batteria)
Lato A
Eptadone
Panka rock
Pesto duro (I kunt get no satisFucktion)
Diventa demente (La kultura poi ti kura)
Io me la meno
Bau, bau baby
Lato B
Io sono uno skianto
Io ti amo da matti (sesso & karnazza)
Vortice
Massakrami pure
Largo all’avanguardia
Ehi, ehi, ma che piedi che c’hai
“Largo all’avanguardia
Pubblico di merda!”
Se Frank Zappa aveva inventato qualcosa di inclassificabile all’interno del lungo corso del rock, fatto di repentini cambi di toni, ritmi, testi demenziali e tanta oscenità, in Italia tale fenomeno trovò degli epigoni negli Skiantos e negli Squallor, in tutto e per tutto fondatori del cosiddetto “rock demenziale”, che poi andrà al potere con Elio e Le Storie Tese, che addirittura lo porteranno più di una volta sul palco del Festival di Sanremo. Gli Skiantos prendono il punk-rock, lo sporcano con insipienza musicale, goliardia e testi dementi. Lo colorano con ottime intuizioni melodiche (del resto Freak Antoni si è laureato con tesi sui Beatles) e incidono alcuni dischi destinati a fare scuola nel rock italiano.
Il loro secondo album, MONOtono, è il più irriverente della band band milanese. Il punk aveva riazzerato tutto. Chi non sapeva suonare, poteva tranquillamente farlo, in un calderone in cui la fonte principale era l’espressività e l’anima di chi suonava. Gli Skiantos volevano “scorreggiare” contro i cantautori impegnati, contro il perbenismo lirico, utilizzando un linguaggio volutamente basso, utilizzando rime baciate, ed introducendo il concetto di demenziale, una sorta di idiozia non-sense che a volte riusciva ad essere più incisiva e pungente di tante canzoni seriose. Non potevano scegliere epoca migliore per farlo; La Bologna di fine anni ’70: il movimento studentesco, Radio Alice, le Brigate Rosse, il Dams, e tutto il fermento culturale-stilistico provocato dagli sconvolgimenti politico-sociali, e dall’importazione dell’estetica punk e del no-future dai principali produttori; USA e Inghilterra. E’ la Cramps di Gianni Sassi a permettere al collettivo di Freak Antoni di pubblicare il loro esordio ufficiale, dopo il warm-up di “Inascoltabile”.
Superato l’impatto dell’esplosione punk di Eptadone, il resto è semplicemente puro rock’n’roll con venature blues e attitudine punk nelle ritmiche. Ramones italianizzati con un occhio ai Rolling Stones, questi ultimi coverizzati con Pesto duro. Innumerevoli gli inni, il manifesto di Largo all’avanguardia, il comizio di Diventa demente contro il cantautorato impegnato, l’inquietante e ossessiva suite ritmica di Io sono uno skianto, la punkeggiante Io me la meno, fino alla cronaca terroristica di Panka rock.
Questo disco è vivamente sconsigliato per chi pensa che la musica sia una cosa da prendere troppo seriamente, ma chi ama essere intelligente e provocatore in Italia, non può tralasciare gli Skiantos!