“Siamo sempre stati attenti alle opere contemporanee o al massimo moderne. Credo succeda a tutti di pensare che antico significa noioso e poi invece sei lì a doverti ricredere” (Carlos O’Connell)
L’Irlanda ha partorito un nuovo gruppo, capace di recuperare sonorità d’altri tempi e di rinverdirle secondo lo spirito dei tempi. Il Paese che ha dato i natali a Van Morrison, agli U2, ai Virgin Prunes, ai My Bloody Valentine, ai Whipping Boy, ora ci presenta i Fontaines D.C., che un po’ di tutti questi artisti sono debitori. La loro formula è uno scoppiettante punk rock revival, fuso con le asprezze wave di salsa Joy Division (una costante nei nuovi gruppi) e ritmi forsennati. A hero’s death segue di un anno il promettente esordio di Dogrel, ed è stato registrato nel pieno del lockdown della pandemia Covid-19, cercando tra le altre cose di respirare le atmosfere che tale situazione aveva inferto al nostro vivere civile. Il disco è un pullulare di umori oscuri, catturando i fantasmi di Nick Cave, Suicide, Iggy Pop, ma anche degli U2, Wire e Strokes. Più di uno ha salutato questo disco come uno dei migliori del 2020, e ha intravisto nei Fontaines D.C. gli eredi di quel rock irlandese che gli U2 negli anni ’80 hanno portato sulle vette del mondo. Ci riusciranno? Viste le premesse, non è difficile ipotizzare che sarà alla loro portata!