Anima Fiammeggiante

Luglio 2022: Savoy Brown - BOOGIE BROTHERS (1974)


  Data di pubblicazione: 1974 Registrato a: Island Studios (Londra) Produttore: Harry Simmonds Formazione: Stan Webb (voce, chitarre, cori), Jimmy Leverton (basso, cori), Eric Dillon (batteria), Miller Anderson (voce, chitarra ritmica), Ken Simmonds (chitarra ritmica)   Lato A                           Highway blues                         Me and the preacher                         My love’s lying down                         You don’t love me                         Always the same   Lato B                           Everybody loves a drinking man                         Rock’n’roll star                         Boogie brothers                         Threegy blues    

Penso che la chimica tra noi sia sorprendente” (Ken Simmonds)

 

Una lunga carriera all’insegna della scoperta delle radici del blues rock. I Savoy Brown sono stati fondamentalmente un gruppo di culto, ma certi loro dischi non hanno nulla da invidiare all’esplorazione del british blues operata da gente come Eric Clapton o Keith Richards. Lunghe jam, ritmi forsennati, attitudine sensuale e forte senso della disciplina. Tra i tanti dischi della loro lunga discografia, qui optiamo per il variegato Boogie brothers. Forse non il migliore, ma di certo quello che vanta un’offerta più ampia possibile dell’espressività artistica del gruppo. Si spazia da jam blues con intermezzi acidi come quello di You don’t love me ai riffoni southern rock alla Lynyrd Skynyrd della traccia d’apertua Highway blues. Me and the preacher è attraversata dalla slide guitar, e offre scenari country degni della migliore tradizione americana, tanto da lasciar intravedere persino Crosby, Stills, Nash & Young... La fumosa My love’s lying down si apre alla psichedelia dei Grateful Dead, mentre Always the same si distende placida nelle sue armonie country. Il secondo lato è aperto dalla jam Everybody loves a drinking man, anche questa legata in qualche modo alla premiata ditta Crosby, Stills, Nash & Young, seguita da Rock’n’roll star, aperta da una chitarra acid blues che ricorda Jimi Hendrix. La title-track è anch’essa una jam ricca di moltissime sfumature. Chiude il lotto Threegy blues, nel più canonico stile del genere. Un gran bel disco, che ancora oggi ha tanto da dire su una stagione rock fortunata e ancorata a salde tradizioni