Anima Fiammeggiante

Luglio 2022: Gomez - LIQUID SKIN (1999)


  Data di pubblicazione: 13 settembre 1999 Registrato a: Parr Street Studios (Liverpool), Abbey Road Studios, Strongroom, Blackwing Studios (Londra), Haremere Hall (Etchingham) Produttore: Gomez Formazione: Ian Ball (voce, chitarra), Ben Ottwell (voce, chitarra), Paul Blackburn (basso), Tom Gray (voce, chitarra, tastiere), Olly Peacock (batteria), Ken Nelson (chitarre), Alton Towers, Disco Ken (battito di mani), Steve Fellows (chitarra), Tony Lobby (sassofono), Jack Tinker (piano), Rob Charles (sassofono), Tony Robinson (tromba, trombone)   Tracklist                           Hangover                         Revolutionary kind                         Bring it on                         Blue moon rising                         Las Vegas dealer                         We haven’t turned around                         Fill my cup                         Rhythm and blues alibi                         Rosalita                         California                         Devil will ride    

Nessun album cattura lo spirito di quel periodo in modo così perfetto” (Guy Gavery)

 

I Gomez si erano fatti conoscere verso la fine degli anni ’90 con il promettente e scoppiettante Bring it on, che coniava un linguaggio differente nel lungo corso di ciò che conosciamo come brit pop. Qualcuno infatti potrebbe obiettare che erano fuori tempo massimo per competere all’interno di una corrente che già aveva sparato le migliori cartucce con i Blur, gli Oasis, i Suede, i Verve… I Gomez dal canto loro invece arricchiscono il suono con elementi importanti provenienti dal blues, dal rock psichedelico, lambendo sponde autorali vicine a gente come Tim Buckley, Captain Beefheart. Il secondo album del gruppo vede una crescita, che qualcuno giudicò in modo un po’ frettoloso come passaggio interlocutorio. La band continua a sperimentare, a cercare la definizione di una musica che non sforna solo hit micidiali da classifica. Liquid skin ne è il risultato, ed è un album solido, interessante. Qui otteniamo una netta continuazione dello stile noto dal suo predecessore, ovvero per lo più chitarra acustica che suona con i fanatici dell'elettronica con parti vocali scritte per tre voci. Nota di merito per We haven't turned around, una conosciuta dal grande pubblico perché inserita nella colonna dal film premio Oscar American beauty di Sam Mendes