“Un luogo mitico che si muove come le nuvole” (Robbie Robertson)
Il primo disco da solista di Robbie Robertson era previsto come qualcosa in grandissimo stile. Per l’occasione furono chiamati gente di tendenza per il rock alternativo degli anni ’80, a cominciare dal produttore Daniel Lanois, che mise il grande artista americano in contatto con gente come Peter Gabriel e U2. Il primo veniva dal successo di un album superlativo come So, mentre gli U2 avevano conosciuto la celebrazione mondiale col capolavoro The Joshua Tree, indiscutibilmente una delle pietre miliare della storia del rock. A questi si aggiungeva anche gente come Terry Bozzio e Tony Levin. All’epoca la recezione del disco fu piuttosto controversa da parte della critica e pubblico, ma a distanza di anni possiamo ben dire che non solo l’omonimo album di Robbie Robertson è un gran bel disco, che si avvale di un pezzo degli U2 suonato assieme agli irlandesi, Sweet fire of love, che per ovvie ragioni risente delle sonorità di The Joshua Tree. Gli U2 suonano anche in Testimony. Due pezzi epici e segnati da grande intensità. Peter Gabriel partecipa nel brano d’apertura Fallen angel, anch’esso intriso degli umori soft del grande musicista inglese. Pare che Robertson volesse un disco che rispecchiasse lo stato attuale della sua epoca. Possiamo sostenere, senza timori di grosse smentite, che ci è riuscito!