Ottobre 2022: Leadbelly – NEGRO FOLK SONGS FOR YOUNG PEOPLE (1960)
Data di pubblicazione: 1960
Registrato a: New York
Produttore: Anthony Seeger & Jeff Place
Formazione: Leadbelly (voce, chitarra, piano, armonica)
Lato A
Irene goodnight
John Henry
Boll weevil
When a man’s a long away from home
Good morning blues
Everytime I feel the spirit
They hung him on a cross
Lato B
Swing low, sweet Chariot
Rock island line
Julia and Johnson
Haul away, Joe
Christmas is a coming
We’re in the same boat, brother
“Where did you sleep last night?”
Quando nel 1993 i Nirvana si esibirono per gli Mtv Unplugged, Kurt Cobain scelse come pezzo di chiusura del concerto la drammatica e staziante Where did you sleep last night?, con un urlo che non solo si portava nella tomba tutti i rigurgiti del grunge, ma era la supplica disperata verso Courtney Love, con la quale stava vivendo una difficile crisi matrimoniale. In quel concerto non furono poche le cover, spaziando da David Bowie e i Vaselines, quando non ospitando direttamente i Meat Puppets, ma quella versione di un pezzo a sua volta registrato in ben altra epoca da Leadbelly, fu senza dubbio uno dei momenti di catarsi pura.
Kurt Cobain non aveva mai fatto mistero del suo amore per il grandissimo cantautore nero, ed in un certo senso si rivedeva molto in lui. Leadbelly era il classico “delinquente” del blues, non solo per le sue numerose disavventure contro la legge, le sue incarcerazioni, e il suo stile di vita maledetto, ma soprattutto per una poetica che metteva in risalto la parte oscura della vita di un uomo. Come tutti gli uomini di colore in un’America ancora profondamente puritana e ben legata all’idea della segregazione razziale, Leadbelly deve fare fronte a tutte le difficoltà derivanti dalla sua condizione etnica, crescendo tra campi di cotone, ma avendo nella musica la sua via d’uscita e l’impegno sociale per dare voce alla sua gente. Questo Lp, che contiene alcune delle sue registrazioni eseguite durante gli anni ’40, prima della sua morte, è probabilmente la summa della sua musica e della sua poetica, oltre ad essere indicato dallo stesso Cobain tra i suoi cinquanta album preferiti. Un modo per comprendere come il blues abbia avviato il percorso verso una rivoluzione pacifica