“Non ho mai guardato indietro” (James Litherland)
A rigor di termini i Colosseum non sono uno di quei gruppi che vengono in mente quando si parla dei grandi della storia, ma i loro primi due album, meritano un posto che la storia ha ingiustamente relegato a loro. Uno dei dischi più importanti del proto-progressive Rock. Valentyne Suite è un dipinto per comprendere il processo evolutivo e lo stadio di trasformazione di blues-rock e psichedelia in progressive rock. Una fase di transizione (1968-69) dove l'influenza di entrambi era ancora forte e chiara. Proprio nel preludio al purismo che gruppi come Emerson Lake & Palmer o King Crimson alla fine raggiunsero. Lasciando in disuso la radice nera e le dodici battute per innalzare bandiere di musica classica e sperimentazione. Trasformare il genere in un nuovo concept complesso, indecifrabile e virtuoso. Quella transizione, e questo album, non sarebbero stati possibili senza la fusione delle risorse che i rocker hanno attinto dal jazz. Gruppi come The Graham Bond Organization hanno iniziato l'impresa, e proprio uno dei suoi membri, Dick Heckstall-Smith, è anche una parte centrale del suono e dell'estetica di Colosseum. L'album è brillantemente concepito ed eseguito. Con musicisti di alto livello tecnico. Con arrangiamenti elaborati, molto concettualismo lirico e sonoro. Con la voce originale di James Litherland e il mostruoso Heckstall-Smith e Dave Greenslade che elevano la musica a una dimensione superiore. Un vero capolavoro della fusione tra le sensazioni del Blues, le metriche del jazz e la pirotecnica del rock.