“È meraviglioso essere popolari, ma è sciocco pensare che durerà” (Dusty Springfield)
Dusty Springfield è un'estranea in una terra straniera ma sa acclimatarsi alla perfezione. Sebbene la sua intera carriera fosse stata un susseguirsi di (grandi) successi di pop morbido e caramellato, la diva ha optato questa volta per canzoni più intense, ricoperte da arrangiamenti sudati di archi e fiati. La composizione è fornita dal meglio del Brill Building e dintorni. Ci sono Barry Mann e Cinthia Weill, un giovane Randy Newman, i clienti abituali Burt Bacharach e Hal David, e Gerry Goffin e Carole King, che prendono la torta con quattro canzoni. Oltre al famoso Son of a preacher man (di John Hurley e Ronnie Wilkins), resa ancora più celebre dal suo inserimento nella colonna sonora di Pulp ficiton, troviamo gioielli pop come Don't forget about me o "Just one smile, anima cruda come Just little lovin' o Beakfast in bed e tragedie di tre minuti come I don't want to hear it anymore o The windmills of your mind, che fanno di questo un album assolutamente essenziale per comprendere il pop del decennio d'oro. Qui le ragazze hanno preso il potere