“Il gruppo vocale per eccellenza del soul moderno” (Piero Scaruffi)
Alcuni dischi entrano nella storia anche per un solo pezzo, e nel caso di All directions dei Temptations è bastata la lunga suite psichedelica, funky e dance di Papa was a rollin’ stone ad eternarlo nell’olimpo del soul. Una tromba in chiaro stile Miles Davis accompagna delle trame avvolgenti e travolgenti portando l’ascoltatore in una dimensione spaziale, tra Sun Ra e gli Earth, Wind & Fire. Ma sarebbe oltremodo ingiusto ridurre l’importanza di questo disco alla sola Papa was a rollin’ stone, perché tra i suoi solchi abbiamo i ritmi bollenti del pezzo in apertura, che dichiara aperte le danze a ritmi forsennati, inseguito poi da un altrettanto irresistibile Run Charlie run, pezzo che risente di tutta l’influenza Motown. Il secondo lato lascia trasparire tutta la squisitezza soul, con echi alla Laura Nyro, in Love woke me up this morning, o legami con un certo Marvin Gaye in I ain’t got nothin’. Il romanticismo prosegue con The first time ever I saw your face, per poi scendere in una dimensione all’altezza di Isaac Hayes in Mother nature, e chiudere col funky leggero di Do your thing. I Temptations hanno una discografia ampia e particolareggiata, ma quest’album, probabilmente più degli altri, ha saputo marchiare bene un periodo, quello della Motown, che in ambito di black music non ha eguali