Agosto 2023: Elisa – THEN COMES THE SUN (2001)
Data di pubblicazione: 9 novembre 2001
Registrato a: The Plant Studio (Sausalito)
Produttore: Corrado Rustici
Formazione: Elisa Toffoli (voce, chitarra acustica, tastiere), Corrado Rustici (tastiere, chitarre, organo, programmazioni), Davide De Vito (batteria, percussioni, cembali), Davide Pezzin (basso), T.J. (background vocals)
Tracklist
Rainbow
Heaven out of hell
Dancing
Fever
Stranger
A little over zero
Time
Fairy girl
The window
Rock your soul
It is what it is
Simplicity
“Ho imparato l’inglese grazie ai testi di Jim Morrison”
(Elisa Toffoli)
Tra i nomi di punta del pop-rock al femminile che si erano imposti a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, c’è sicuramente quello di Elisa Toffoli, meglio conosciuta come Elisa. La ragazza fu notata a suo tempo, e più precisamente nel 1992, in una comparsata nel celebre programma Karaoke, all’epoca condotto da Fiorello. La ragazza si esibì sulle note di Questione di feeling di Mina e Riccardo Cocciante. Col tempo però attirò le attenzioni di Caterina Caselli, che la scritturò per la sua etichetta, Sugar, e le propose di incidere dei dischi, che Elisa fece in inglese, sentendo che questo idioma potesse liberare al meglio la sua creatività. In particolare Asile’s world ottenne un grande successo, in particolare per le sue coloriture trip-hop e ammantate di elettronica, e questo la portò sul palco del Festival di Sanremo, dove per la prima volta la ragazza si esibì con una canzone in italiano, Luce (Tramonti a nord est), che poi vinse la rassegna. Durante l’anno pdi oi Elisa volò in California per la realizzazione del suo terzo album, con l’intento di ottenere qualcosa di maggiormente autorale. E così fu realizzato Then comes the sun, che fu lanciato attraverso il singolo Heaven out of heaven, dalle sonorità quasi orientali, che poi, assieme a Dancing, fecero da cornice sonora al film Casomai di Alessandro D’Alatri.
L’album in realtà si contraddistingue per una maggiore attenzione alle melodie e della ricerca definita della canzone d’autore, e trova momenti di grande spessore non solo nelle due canzoni già citate, ma anche nell’intensa Rainbow che apre il disco, Rock your soul, A little over zero. Qualche momento di inevitabile incertezza non toglie comunque lo spessore ad un’opera che a distanza di anni continua ad essere interessante. Dopo questo disco Elisa inciderà Lotus, album probabilmente ancora più intenso, dove si cimenterà con le cover di Hallelujah di Leonard Cohen e Femme fatale dei Velvet Underground, e qualche reinterpretazione di vecchie canzoni, e poi Pearl days, forse l’ultimo meritevole di attenzione, non fosse che per la presenza di Glen Ballard in cabina di regia. Resta comunque una ragazza dotata di talento, che probabilmente avrebbe meritato ben altra carriera, e che avrebbe potuto proseguire su una strada di miglior fattura rispetto poi alle scelte scontate e convenzionali in cui poi purtroppo era caduta