Novembre 2023: Sharon Von Etten – ARE WE THERE (2014)
Data di pubblicazione: 27 maggio 2014
Registrato a: Hobo Sound (Weehwken), Electric Lady Studios (New York)
Produttore: Stewart Lerman
Formazione: Sharon Von Etten (voce, chitarra, piano, organo, basso, batteria, sintetizzatore), David Hartley (basso, sintetizzatore, chitarra, cori), Zeke Hutchins (batteria, percussioni, cori), Heather Woods Broderick (piano elettrico, orchestrazioni, cori), Jonathan Meiburg (chitarra, organo, piano elettrico), Jacob Morris (piano, organo), Dough Keith (chitarre), Adam Granduciel (chitarra, piano elettrico), Stewart Lerman (piano, organo), Stewart Bogie (fiati), Mary Lattimore (arpa), Marisa Anderson (chitarra), Peter Broderick (orchestrazioni), Juna Hunter, Little Isidore, Mackenzie Scott (cori)
Tracklist
Afraid of nothing
Taking chances
Your love is killing me
Our love
Tarifa
I love you but I’m lost
You know me well
Break me
Nothing will change
I know
Every time the sun comes up
“Come Nick Cave, Sharon Von Etten ha l’oscurità dentro”
(Will Hermes)
Il quarto album di Sharon Van Etten si svolge da qualche parte tra il periodo di cupa accettazione di una relazione recentemente dissolta e le fredde e amare realizzazioni su quanto fosse veramente distruttivo il legame spezzato. Il titolo del disco si pone come una domanda ai propri conflitti interiori, un rapido ma significativo controllo con la fragilità o meno della mente, e fino al più timido colpo di pianoforte e alla più sfrenata pennellata di chitarra acustica, questi audaci e progressisti le ballate indie rock ritraggono una simile sfida vulnerabile che brilla di personalità.
Questi rischi si ripagano nei risultati più preziosi, consentendo a Sharon Van Etten di diventare più di sé stessa anche di fronte all’oppressione anti-romantica e agli alterchi che coincidono con traumi e sfiducia. Questo viaggio inizia con il meraviglioso sogno ad occhi aperti Afraid of nothing, con Sharon in ginocchio che chiede l’elemosina per una compagnia reciprocamente vantaggiosa, e Your love is killing me pubblica resoconti realistici di sacrifici violenti autoinflitti fatti esclusivamente per impedire all’artista di cadere vittima di tossicità ancora una volta.
Innocenti pattern di drum machine ruzzolano sul prato beatamente spensierato di Our love come una peluria di margherite, e Van Etten si adagia in questo bioma immaginario per un momento di pacifica reminiscenza. Il malinconico strappalacrime che è Tarifa porta avanti questa retrospettiva con gli occhi rosei, la strumentazione commovente della canzone che fa un tuffo da cigno attraverso bolle succulente di sassofono e chitarra dalle sfumature country. È una danza lenta che Sharon vuole non finire mai, ma non passa molto tempo prima che la morsa gelida della realtà si afferri saldamente al suo cuore e la riporti al suo stato di sconfortata solitudine spirituale.
Are we there viaggia per migliaia di miglia ma rimane completamente immobile, e va da sé che questa è una corsa emotivamente sconnessa. Ma Sharon Van Etten percorre queste strade di solitudine e ricerca interiore con grazia e maturità ammirevoli, arrivando finalmente alla stanca ma rassicurata consapevolezza che ora tutto è al sicuro