Novembre 2023: Siouxsie – MANTARAY (2007)
Data di pubblicazione: 10 settembre 2007
Registrato a: Riverside Studio, Stone Room (Bath)
Produttore: Steve Evans & Charlie Jones
Formazione: Siouxsie Sioux (voce), Steve Evans (chitarra, programmazioni, ukulele), Charlie Jones (basso, contrabbasso, piano elettrico, arpa, sintetizzatore), Clive Deamer (batteria), Hossam Ramzy (percussioni), Ken Dewar (percussioni), Noko (chitarre, tastiere, programmazioni), Terry Edwards (sassofono, tromba, corno), Ted Benham (dulcimer, xylofono), Davide Rossi (archi)
Tracklist
Into a swan
About to happen
Here comes that day
Loveless
If it doesn’t kill you
One mile below
Drone zone
Sea of tranquillity
They follow you
Heaven and alchemy
“Non sono una persona comune”
(Siouxsie Sioux)
Il ritorno discografico di Siouxsie Sioux nel 2007, a ben dodici anni dalla sua ultima fatica discografica con i Banshees, quel The rapture che poi concluse la parabola di uno dei fenomeni rock più oscuri che siano mai accaduti nella storia inglese, inizialmente fece storcere il naso a più di uno. C’era chi lo aspettava con curiosità, ma anche chi nel meglio delle aspettative pensava che, in fondo, non poteva che trattarsi di un lavoro sostanzialmente incentrato sullo stile più che rodato della storica formazione.
In realtà Mantaray è un album che si riannoda per forza di cose col passato più recente dei Banshees, e che alcune cose del primissimo periodo della band non possono che essere sempre più lontane, come ovviamente accade anche ad altri suoi colleghi della stessa epoca.
Eppure questo disco non è solo un modo per riscoprire il proprio passato, ma un’opera matura e ben fatta di una signora che, nonostante una carriera lunga oltre trent’anni, cerca di non adagiarsi sugli allori. Non c’è nessuna delle chitarre sheet metal che erano un marchio di fabbrica dei Banshees. L’aspetto preponderante è il senso di vulnerabilità in tutte le canzoni. Di solito Siouxsie ama essere l’indistruttibile regina del ghiaccio, ma qui mostra un lato morbido leggermente gentile, un senso di tranquillità e pace e forse sorprendentemente una tolleranza per la fragilità dell’umanità. E questo lo rende un momento felice, un album meritevole di attenzione