Impulsività nefasta …

 

 

 

 

Ricavo la meccanica del pensiero amoroso dal pragmatismo romano della parola “pensum”, cioè il quanto di una porzione di lana grezza spettante a ogni filatrice per essere lavorato; in questo paradigma: lana (amore), filatrice (coppia), lavorato (famiglia) individuo la teoria del matrimonio.

La ragione condiziona la percezione dei desideri senzienti, tessendo un’idea allegorica simile alla rete di un pescatore, tra le cui maglie di logicità si catturano solo le emozioni edificanti capaci di stabilizzare i bisogni relazionali. In questo modo si trascorre la vita in un’illusione posta in continuo assedio dalla minaccia peccaminosa della libido caotica.

Il pensiero congenito nell’amore tradizionale si richiama al vello d’oro di essenza divina, i cui filamenti s’intrecciano nella sacralità del coito riproduttivo. L’amore di coppia si regge sull’indissolubilità di due anime gemelle ricongiunte nel talamo nuziale, ma nel reale sostituisce l’onda emozionale del desiderio senziente con l’energia propria alla ragione che è la “volontà”, da cui derivano le promesse contenute nella formula matrimoniale. Si sceglie di amare una persona per tutta la vita, giurando di soddisfare quei bisogni ispirati dal trasporto emozionale anche quando questo si consumerà. Da qui giunge il fondamentale punto della fedeltà coniugale, poiché direttamente connesso al desiderio senziente caotico rinnegato col giuramento. I figli coronano lo scopo dell’amore di coppia, perché declassano ulteriormente il piacere dei sensi. L’amore tradizionale è un sentimento ispirato al sacrificio, in cui la libido va alla deriva fuori dal talamo nuziale.

Oggi il vincolo di coppia si basa sulla dialettica del desiderio senziente, che smonta e ricostruisce in un olismo dinamico il rapporto sentimentale, fino a decretarne la fine quando non soddisfa più. Il desiderio sessuale diventa il quanto di lana con cui si elabora un ideale romantico che serve a catturare delle emozioni diverse da quelle edificanti ispirate al sacrificio, ma tessute sullo stesso telaio del matrimonio tradizionale. Si tratta di un puro esercizio d’estetica formale per ricreare l’illusione di una rassicurante ciclicità. L’amore di coppia è un “dress code” di bellezza simmetrica collettivizzante, di cui i figli costituiscono un accessorio disconnesso dal rapporto di coppia. I genitori tessono un vincolo individuale con i figli che sopravvivrà alla consunzione del loro amore.

 

Parte 23-c.web.

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