Prendiamoci-il-tempo

Volumi

Immagino capiti anche a voi di destarvi dal sonno e, poi, rimanere a letto, ad ascoltare i rumori che attorno si alternano, c’è ne uno che assiduamente è sempre presente:

https://www.youtube.com/watch?v=1tg-POlZO38

TIC TAC TIC TAC TIC TAC

Il tempo! Torna sempre, perché è sempre presente.

Ogni frazione di tempo è importante e va sfruttata al meglio. Ecco un esempio di frase fatta.

Durante il giorno ci sono tante cose da fare, tante o poche, secondo i casi e la natura intima, persone da incontrare.

In questi giorni sto ricollocando, ridistribuendo gli spazi nel mio studio.
La matematica dice: Che il volume, ossia la misura dello spazio occupato da un corpo, non può variare una volta occupato per intero. Ergo: per qualcosa di nuovo che entra, qualcosa di vecchio deve uscire.

Le novità.

A detta di chi mi conosce non le so gestire se sono impreviste e imprevedibile. L’essere messo in dubbio è stata una costante fin da piccolo e continua ancora oggi ad esserlo. E non è facile, perché poi tutto questo, rimane rinchiuso, l’armatura non la togli più. E ciò che ti porti come una catena, sempre, sono le domande. Domande a volte folli.

Il volume della nostra anima è infinito?
Quante informazioni, emozioni, sensazioni, afflizioni, incomprensioni, quanti oni può sopportare la nostra anima, prima che lo spazio, il volume, imploda?
Perché comincio a dubitare di quell’infinità, se mi guardo attorno.
Ma anche, solo, se mi guardo dentro.
C’è un disequilibrio evidente tra i volumi che riempio io, con la comprensione e il perdono a volte e i sensi di colpa e i rimpianti altre e i volumi che riempiono gli altri e per quanto vecchio faccio uscire, quello spazio è sempre colmo.

Il tempo come ho scritto deve essere speso bene.
Anche quello che si dedica qui, se no si sminuisce ogni cose che si scrive, ogni citazione rubata ai saggi, ogni poesia, canzone e immagine sottratta, spesa per comprare un’inafferrabile valore.

Si arriva prima o poi a dover scegliere, se sorridere o piangere.
Se esser felici della vita che ho o rassegnarmi a esser tristi, perché la vita fa schifo.
Può esserci, anche, di peggio! o forse meglio.
Far finta di esser felice, ma dentro esser spezzati, ci sono momenti in cui prendo ago e filo e cucio, rimetto insiemi i pezzi e mi convinco che tutto va bene. L’auto condizione è una strada come le altre.

Cari amici, vi sembra sia troppo pessimista (che non sono) o disfattista o banale, questo ora sono e di certo non sarò solo questo. Perché esser felici significa amare ciò che di brutto e di doloroso c’è dentro di noi.
Un mare in tempesta.

Calma-nella-tempesta

 

C’era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava. «E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte… Ah, se fossi un filo d’oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!». Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un’idea: facciamo qualcosa noi due, insieme!
Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po’ di calore e un po’ di luce. È meglio illuminare e scaldare un po’ piuttosto che stare nel buio a brontolare».
Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell’oscurità ed emanò calore. E fu felice.

Volumiultima modifica: 2022-11-09T10:36:05+01:00da natodallatempesta0

10 commenti

  • ely

    Bella la storia del filo di cotone 🙂 sono sicura che ognuno di noi è un pò come lui, anche se non ci sembra.
    Ho passato anni bui nella mia vita. E quando ho visto il mio vicino … nel buio più totale ho provato a donargli un pò di luce. Ma non cel’ho fatta. Si è tolto la vita. E ho ancora il magone a pensarci perchè nel bene e nel male la vita è il dono più prezioso. Certo non si ride sempre, certo ci sono scalini altissimi da superare. Ma ciò che sei è dato dalle risate ma anche dagli scalini altissimi che hai superato.
    Volendo la nostra anima è infinita ma è un pò come il fisico, la devi allenare ad accogliere e ad essere infinita. Altrimenti almeno secondo me, non lo sarà mai. Serena giornata

    • natodallatempesta0

      Grazie, mi fa piacere che hai apprezzato il racconto e condivido le tue impressioni.
      Ovviamente mi dispiace per il tuo vissuto, mi sento di dirti com molta umiltà, perché ci credo, che è servito anche questo, ti ha reso migliore e sono questi ricordi, queste emozioni conservate che poi permettono di non crollare nei momenti di sconforto, ci danno forza.
      Serena giornata a te.

  • bluiceee

    Bellissima la storia del filo di cotone, ed è interessante tutto quello che scrivi , concordo con le parole che hai scritto del tempo ,credi, a me è capitato di svegliarmi nel cuore della notte , ed anche se all’apparenza c’è silenzio , ci sono rumori talmente sottili a volte anche impercettibili per l’orecchio fosse in pieno giorno .
    Per fortuna , in camera da letto , è l’unica stanza dove non ho orologi di alcun genere , ecco un rumore inmeno.

    Ogni tanto passo , leggo e vado via , quando ho qualcosa da dire mi soffermo e scrivo un mio pensiero.

    Saluti

    Rosy

    • natodallatempesta0

      Mi fa piacere che hai apprezzato.
      E che riusciamo a richiamare emozioni simile, ti ringrazio per ciò che condividi.
      E tranquilla anch’io spesso leggo solo, non c’è una volontà di non commentare, solo la volontà di vivere quel che leggo con intimità.
      Saluti a te
      C.

  • simona

    Non ti rendi conto della bellezza della vita e delle cose per cui devi ringraziare sino a quando non ti frana la terra sotto i piedi e il tuo mondo si ribalta. Potresti perdere tutto quello che hai e se anche lo riavrai non sarà più la stessa cosa di prima. Ma al dunque capisci che a te va bene ,e incominci a ringraziare per ogni piccola cosa ,a guardare il mondo e chi ti sta accanto con occhi differenti, Capisci che sei una persona meravigliosamente fortunata, che le persone che ti circondano sono belle e che il brutto che vedevi stava dentro di te .Il tempo non lo vivi più normalmente sembra dilatato, sei concentrato e presente nelle cose che fai..e come dico sempre i secondi si dilatano. Certo accade ancora che ti prenda l’ansia ,ma la controlli. Si^_^ Ho imparato ad amare ciò che di brutto e doloroso c’è dentro di me. Sono stata un uragano ora un brezza gentile .Ti auguro una bella serata Simona

  • ely

    Certamente, nella sofferenza si cresce. E ciò che sono, nel bene e nel male è dovuto al mio passato. Alle mie sofferenze, al mio rialzarmi. Serena giornata 🙂

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