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Legami

Ieri in un messaggio ho scritto:

Una mia congiunta intima a 43 anni ha scoperto di avere il cancro […].

Il resto del messaggio non è importante per quel che devo raccontare ora. È, però, a dir poco curioso come a volte si condividono confidenze, candidamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Confidenza nata, poi, da un contesto che capita abitualmente a tutti, qui, ringraziare per un apprezzamento. Poi, una frase dopo l’altra si arriva a confidare parte della propria vita, magari per dare un sostegno.
Con la natura dei miei post è, naturale, spontaneo, ricevere confidenze, perché sono confidenze, racconti personali a loro volta, già, i miei pensieri. Nei commenti ricevuti in queste settimane, reciprocamente, ci siamo confidati pensieri e dato sostegno. Sostegno la cui natura si palesa proprio nel descrivere le proprie emozioni, le proprie difficoltà e gioie.

Quel che descriverò e condividerò, ora, mi ha toccato e tocca profondamente. Come per molti post precedenti lo faccio per me. È questa la libertà che permette la rete.

La congiunta intima è, mia sorella.
Come capita molte volte tra fratelli e sorelle, i caratteri si alternano, quasi a voler bilanciare una naturale predisposizione al contatto, al dialogo e alla convivenza.
Uno riservato o riservata, l’altra estroversa o estroverso. Io sono il carattere riservato, mia sorella invece è il carattere estroverso. Per capire la natura del nostro rapporto, non dissimile da tanti altri.
Devo, per forza di concetto, descrivere la nostra infanzia.
Come ho scritto quando ho parlato del rapporto con mio padre, lui non è stato quello che convenzionalmente si potrebbe definire un buon padre. Non entro nei dettagli non è il caso, mi limito a d’esprimere con una parola quel che è stato. Che è quel serve sapere in questo contesto: Assente.
Mia madre si è, come molte madri dovuta mettere sulle spalle tutto. Purtroppo, dovendo lavorare anche lei a volte solo lei, per gran parte delle nostre giornate: Siamo stati ed eravamo soli.

La differenza di età non è tanta, solo 3 anni, abbastanza breve da renderci, quasi, coetanei e questo ha agevolato la costruzione del rapporto.
Potrei raccontarvi tanti episodi, il punto fondamentale era ed è che spesso tutto si concentrava solo su noi due.
La mattina, nostra madre ci preparava per andare a scuola. Come ogni madre amorevole, ci preparava lo spuntino, lo zainetto, il grembiule e ci accompagnava lasciandoci all’ingresso della scuola. La rivedevamo solo la sera quando, lei, ormai stanca si ritirava dal lavoro.

Cosa facevamo nelle ore precedenti?

Finita la scuola, prendevo per la mano mia sorella e da soli tornavamo a casa.
Giunti a casa, preparavamo il pranzo e da soli pranzavamo con la sola compagnia della TV e i cartoni. Io avevo tra i 10 e 11 anni, mia sorella tra i 7 e 8 anni.
Capitava a volte che nel pomeriggio annoiati uscivamo e andavamo nella piazzetta del quartiere. Mia sorella amata pattinare, non sul ghiaccio ovviamento, ma per strada con i pattini a rotelle. Per accontentarla, la portavo in piazza e la facevo giocare. Ricordo che c’era una discesa o salita (fate voi) dove non passavano macchine. Lei si lanciava dalla cima della discesa e arrivata alla fine, io, la prendevo.
Così passava il pomeriggio! E così sono passati gli anni.
Questo è come siamo cresciuti. Poi, ovviamente, ci siamo separati per iniziare ognuno la propria vita personale, ma quel rapporto non si è mai spezzato, non si è mai opacizzato, è sempre presente nei miei silenzi e nelle sue parole.
A volte quando passo, a piedi o in macchina quella piazzetta, i ricordi riaffiorano. Oggi, è diversa, caotica, rumorosa, pericolosa. A volte non la riconosco.

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Oggi è così e non la riconosco.

La scoperta del cancro ha messo a dura prova mia sorella, la battaglia è vinta, ma ancora, oggi, lotta per tenere lontano il mostro, per resistere ai trattamenti, alle forze che mancano, al sostegno, all’equilibrio che ogni tanto viene meno, alle tante visite che hanno trasformato i medici in figure amichevoli e gli ospedali a delle seconde case.
In questi anni, perché orami sono passati anni da quella terribile notizia, è capitato, le volte che mia cognato non poteva, di accompagnarla e riprenderla da un controllo.
E come un tempo per pochi momenti, ho sentito nel cuore rivivere, quei due bambini, che da soli si aiutavano ad affrontare la quotidianità.
Tutti, naturalmente, vicini e lontani, hanno speso una parola di incoraggiamento, non che mia sorella né avesse bisogno, lei è sempre stata forte, all’apparenza una roccia, ma io che per lungo tempo, ho raccolto le sue confidenze, i suoi malumore, le sue intemperanze, conosco le sue fragilità e le sue paure. Non lo direbbe mai, neanche se fosse vitale dirlo, ma ha paura. Beh chi non ne avrebbe, non è semplice capirlo per chi hai accanto, se si fa di tutto per apparire serena, forte, incrollabile, i figli e i mariti, questo devono vedere.

A mio modo ho detto, le ho detto: Coraggio, passerà, ti siamo tutti vicini.
Senza, però, mai esprimere, il dolore, mai esprimere palesemente il dispiacere, perché, io, sono questo per tutti, l’inafferrabile, l’insondabile. Ma in cuor mio so: non per lei. Perché, forse, lei è l’unica che davvero mi conosce e sa cosa c’è dietro i miei silenzi e il mio modo di fare. La mia compagna mi conosce abbastanza bene, sta piano piano comprendendo come sono, ma credo non capirà mai fino in fondo, chi sono, come io non capirò mai, lei, fino in fondo, perché non abbiamo vissuto e conosciuto il bambino e la bambina che eravamo e siamo stati.

Voglio concludere ricordando l’importanza della prevenzione.

PREVENZIONE

Non è importante solo per la donna, ma anche per l’uomo. La paura è un piccolo mostro che se lasciato libero di crescere può mutare e diventare qualcosa di terribile. Non aver paura, in questo caso, è la strada per vivere la vita.

Tumore+al+seno+cosa+sono+prevenzione+primaria+e+secondaria+e+perché+sono+importanti

Legamiultima modifica: 2022-11-10T11:42:58+01:00da natodallatempesta0

6 commenti

  • OgniGiornoRingrazio

    Sorrido è la quarta volta che vengo da te oggi , e tutte le volte qualcosa mi ha fatto allontanare da questo post..maah sarà un segno??
    ahah^__^ Tranquillo io non credo in queste cose ,si forse un po’ ma tant ‘è. Bella e significativa l’infanzia che hai vissuto ,il vostro rapporto mi riporta al mio con i miei fratelli ,un legame indissolubile. Un legame che a volte non ha bisogno di parole perchè basta uno sguardo o il semplicemente respirare la stessa aria.
    Ho detto a volte, perchè in alcuni frangenti le parole è meglio che escano soprattutto quando si è in difficoltà e la routine della vita non permette di tenere le antenne alzate come dovrebbe essere .Affrontare una malattia è faticoso sia dal punto di vista fisico che mentale. Alcuni riescono a positivizzare l’esperienza ,altri fanno finta di farlo ,altri ancora tracollano .Avere vicino la famiglia ed amici è fondamentale per affrontare questo tipo di percorso.
    La prevenzione è fondamentale in tutti gli ambiti.
    Perchè come tu ben saprai prevenire è meglio che curare.
    e se si deve curare, lo si faccia seguendo i percorsi più indicati. Un sorriso Simona

    • natodallatempesta0

      Nulla accade per caso, per fede si seguono molte strade. Detto questo sempre bene farsi una risata, con certe coincidenze.
      Ti ringrazio per parole e l’apprezzamento. Sì, direi che posso far mia la tua parole, infanzia significativa.
      Come ho scritto non dissimile da altre, per cui chiunque può rivedersi, l’amore fraterno appartiene a quelle universalità che vanno oltre il tempo e le difficoltà, come hai ben scritto.
      Concordo totalmente sulla prevenzione, che sostengo sempre quando posso.
      Un sorriso e buona serata.

  • ely

    Mi spiace tanto per tua sorella, spero tanto che le cose vadano bene. Io giro spesso per i paesetti dove vivevo da ragazza, anche io non li riconosco più. E sono sempre più “grandi” … con strutture tutte “nuove”. Io non amo affatto il progresso ma tocca subirlo. Pazienza … serena giornata e in bocca al lupo 🙂

    • natodallatempesta0

      Andranno di sicuro bene 🙂
      Grazie di cuore per l’apprezzamento.
      Come ho scritto a me capita spesso, in molte via e piazzetta del mio passato. Tutto cambia, purtroppo è così, per noi è un perdere qualcosa, mi consola che per le nuove generazione questo nuovo sarà un ricordo da conservare.

  • ely

    Eh sì immagino, tutto cambia. Per noi è proprio perdere qualcosa ma per le nuove generazioni è il loro ricordo del loro paesetto 🙂

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