Basta-sensi-di-colpa-specialmente-quando-non-hai-colpe

Voci

In questo spazio ho sempre raccontato le mie impressioni il mio vissuto a volte con delicatezza, altre senza badare tanto alla forma e alla sensibilità di chi legge.

Come ho scritto ieri, manca ancora una festa per la conclusione del Natale, così come lo intendo io e lo sempre vissuto fin da piccolo, ossia riunioni di famiglia, pranzi e cene. Per me e la mia compagna che è già a lavoro, le feste sono concluse, la quotidianità è già arrivata. Ci sarà, forse, una piccola serata che passeremo da soli il 6, una serata non diversa dalle tante altre che viviamo durante l’anno, chissà, magari, la passeremo fuori città, nulla è ancora scritto.

Devo esser sincero, se penso ai giorni appena passati, alle sensazioni che ho vissuto e provato, la sensazione di solitudine è stata prevalente e incessante.
È stata la prima voce che ho scritto, la voce che più di tutti si è ripetuta, la voce che è sempre presente, chiara e limpida. È riuscita persino a sovrastare la vecchia e cupa voce della colpa, quella che mi tormenta fin da che ho memoria.

Ma tranquilli c’è sempre qualcuno pronto a ricordarmi che esiste, anzi, esistono.

Le colpe!!! Vera o immaginarie.
E sì! Come per la grande opera di Molière, esistono anche le colpe immaginarie, quelle che mi creo (ci creiamo) per punirmi delle scelte che non sono state condivise o accettare da chi amo (e amiamo).

Ho accanto a me colpe così vecchie che quasi non ricordo più perché esistono, so solo che ci sono.
Anche questo Natale mi sono state ricordate le mie colpe:
“Non ci sei stato e non ci sei.”
“Non la vivi.”
“Potresti ogni tanto chiamarla. (Anche se, quasi, ogni settimana sono da lei, nelle stagioni belle, ogni settimana. Perché ricordarlo?)”

Si parla di mia Madre, che da un anno a questa parte, da quando mio padre non c’è più, sembra aver perso la felicità, sembra esser diventata assillante, con mia sorella e i miei nipoti (ma è il primo anno, potrebbe esser normale). Ovviamente nelle feste sente più la mancanza, la nostalgia e anche questo credo sia normale.
Purtroppo (o per fortuna dipende dai punti di vista) loro vivono adiacenti a lei, stesso palazzo. Io, invece, vivo in un’altra città (paesino più che città) ed è quasi diventata una colpa. Perché, a detto di chi le sta accanto, io le sto poco vicino e non le parlo.
Dire a me non le parli (non parlo) è la verità. Io non parlo, sono di poche parole, sempre stato di poche parole, sempre stato riservato, all’apparenza, quasi, anaffettivo (con i miei parenti).
Quant’è facile, descrivere i miei traumi, quando a tavola tutti riuniti elencano i motivi della mia riservatezza, della mia timidezza. Come la scuola infantile (se si può chiamare così) che mi ha legato perché mancino (i mancini sono figli del diavolo) costringendomi a diventare destro a forza o la scuola elementare che mi ha isolato dagli altri bambini per il mio modo di parlare o meglio non parlare l’italiano. (Nessuno se n’è accorto, che vuoi io non parlavo, come facevano i grandi a capirlo :-)) E mai, mai, mai da nessuno, un semplice: Come ti senti? Come stai? Anche ora. E ci torno, sempre, con il pensiero e le parole (qualcuno potrebbe dire, che sono questioni irrisolte :-))

Oggi che non c’è più, si parla anche degli errori di mio padre, ma sempre con le dovute cautele, non sia mai la verità ferisca mia madre.
La tuteliamo e la tutelo, anche dai suoi ricordi.
Io rimango il timido, sono sempre stato il timido, comunque e sempre. Quello del: Tranquilli! Lui è così, è buono e non si muove. 🙂 è il suo carattere. La frase più bella: Gli scivola tutto 🙂 Con il tempo, alla fine, ci credi anche tu, che sei così (frase fatta, banale quasi, ma un fondo di verità ce l’ha). Se un’idea viene ripetuta e ripetuta e ripetuta, può diventare una verità, diventa una verità.

Mi sono sentito per lungo tempo solo e ancora, oggi, mi sento solo. Mi sono sentito solo anche il 25, il 26 e l’1, solo in mezzo alle persone che conoscevo e amavo e ancora amo, tra botti e brindisi.

Non credo riuscirò mai ad eliminare questa sensazione.
Perché credo sia una scelta, fatta tanto, tanto, tempo fa, per salvarmi dalla parte brutta di questo mondo.
Una parte di me resterà sempre isolata, anche in mezzo alla gente e in verità tutto questo non mi rende triste, non più.

solitudine_loneliness

La sensibilità di chi legge (chi mi legge abitualmente ne ha tanta di sensibilità) potrebbe dispiacersi per quel che ho, appena, scritto, non dispiacetevi, non c’è motivo 😀

Buona giornata.

Vociultima modifica: 2023-01-03T12:51:43+01:00da natodallatempesta0

14 commenti

  • surfinia60

    Ho notato la tua abitudine di scrivere qui e anche in bacheca lo stesso post. Non so il motivo, ma ho letto con interesse il tuo racconto. La solitudine, come cantava Venditti, è una strana compagna ecc…. Sia tu che io siamo accompagnati, ma la solitudine ce la portiamo dentro. Non importa quanta gente abbiamo intorno. A volte puo’ essere piacevole, e anche conveniente, altre va stretta. Le feste non le calcolo neppure. Ormai sono anni che le passo in casa, in due, tranne la parentesi natalizia trascorsa a casa di mio figlio e famiglia, che vive lontano. Non provo né odio, come una volta, né amore per le festività. Se non altro ho una pausa da un lavoro che detesto. Detto ciò ti lascio il mio saluto. A presto

    • natodallatempesta0

      Ti ringrazio per il tempo che mi dedichi e per le parole che mi hai scritto e che mostrano sensibilità. Riesco a capirti e non è solo la similitudine d’animo, l’aver in noi il senso di solitudine, credo che in parte anche le scelte, quell’indifferenza verso il mondo che in realtà non è indifferenza, ma silenzio, sono simili. Abbiamo scelto di non dare più voce al dolore, tenerlo solo per noi, questo ci rende insensibili agli occhi di chi ci guarda a volte persino indifferenti, ma non è così.
      Sì, in verità trovo strano dover scrivere due pensieri, una per la bacheca e uno per il blog, tranni in alcuni casi preferisco ripetere il pensiero.
      Grazie un saluto a te.
      A presto.

  • rugiada_nel_mattino

    Non sono affatto dispiaciuta da ciò che ho letto. Ognuno è come è. e non possiamo cambiarci. Mi è piaciuto invece tantissimo questo tuo raccontarti, senza remore a noi. Vuol dire che hai fiducia e scrivendo nei post hai trovato il modo di aprirti, certo lo fai a modo tuo, ma sei aperto.
    Nella vita colpe ne abbiamo tutti, e tu non devi pensare a questo, pensa a tutti quelli che vivino colpe grosse e se ne strafregano. Quale colpa ci può mai essere in te? Vivi lontano da tua madre, e non è una colpa ma una scelta dovuta anni fa.. quando con la tua compagnia avete deciso di vivere.
    Gli anziani, più si diventa anziani e se soli, si diventa egoisti, e questo non lo capiscono. Ho mia madre che ha 87 anni, non vive sola, perchè mia figlia è andata a vivere da lei, ma ce l’ha sempre con me, perchè ho un buon carattere, ma tendo al solitario. La vigilia di Natale, per me è un lutto, è morta in quel giorno la mia adorata nonna, che mi ha cresciuto, e le feste natalizie per me sono motivo di malinconia. Non sentirti solo, nella tua solitudine festiva, ci sono molti come noi. E tanti che neppure credono al natale. Ti abbraccio forte

    • natodallatempesta0

      Grazie per le tue delicate e amorevoli parole.
      E grazoe per quel che hai raccontato, come ho scritto tutti abbiamo i nostri motivi, le nostre ragione per vivere in un certo modo e sentire certe sensazioni. La convivenza è difficile.
      E il confronto non lascia solo amore a volte anche colpe, ma si è abbastanza saggi da riuscire a superare tutto, per adesso ci si riesce :-)))
      Ti abbraccio affettuosamente.

  • ely

    D’istinto volevo scrivere chissà che. Ma non so cosa è giusto. Forse non è nemmeno giusto che io commenti questi stati d’animo e queste emozioni. Chi non sbaglia? Siamo esseri umani. Ho sbagliato io come figlia, mia madre come madre … mio padre come padre … ma ho imparato ad accettare la realtà. Loro sono così, io sono così, la vita è andata così e … tutto sommato mi piace così. Tranne qualche “piccolo” particolare.
    Quello che noto è che tutti ti vorrebbero “diverso” e quindi hanno sempre qualcosa da ridire … ma se imparassero ad accettarti per come sei? Ma se noi imparassimo ad accettarci tutti come siamo? Chissà. Forse è difficile, forse non è nemmeno nell’essere umano. Alla fine i tuoi scritti hanno sortito questi miei pensieri. Ho riflettuto sulla mia vita e ciò che mi circonda.
    Come ti dicevo io non mi sento sola, chissà forse è una romantica e poetica sensazione anche quella solitudine … se non ti fa male.
    Non so. Scusa ho “pensato troppo” 🙂 serena giornata

    • natodallatempesta0

      Nessuna scusa, la tua riflessione e tanto tenera quando saggia.
      È vero!!! Si vuol cambiare chi si ha accanto, chi più, chi meno, perché poi, brutto da dire, c’è sempre una parte forte e una debole. Non penso d’esser debole, ma tendo a non lottare a non dare battaglia a chi amo, perché non voglio far male, mai voluto far male, come scrivi è difficile. La convivenza è difficile lo si è tra chi si ama, lo si è ancor più tra sconosciuti.
      Anche per questo si cerca la solitudine, anche lei ha le sua profonde ragioni.
      Serena giornata a te,

  • ely

    Chissà se chi non da battaglia poi è così debole o alla fine è così forte da “sopportare” anche ciò che non vorrebbe per l’amore di qualcuno. O per non far male e per non ferire. La convivenza è sempre così difficile … lo vedo in ufficio da me tanto per fare un esempio … ognuno che critica l’altro, ma l’altro non siamo noi e non possiamo pretendere sia come noi. Quindi si dovrebbe accettare l’altro come è. Se ci fa un torto magari parlarne ma non puntare alla “cattiveria” criticandolo. E così gli ambienti diventano quello che sono ….
    Eh sì anche la solitudine ha le sue profonde ragioni 🙂
    Serena giornata

    • natodallatempesta0

      Sì, credo pure io che chi sopporta, chi riesce a trattenersi dal far del male (a volte senza neanche volerlo fare o sapendo di farne) è più forte. Che dire questo mondo mi sa è pieno di deboli 😀
      Mio nonno mi diceva pensa fino a 10 prima di parlare, si dovrebbe contare fino a 50 prima di agire. Non so se il problema è che la gente non pensa o pensa male? 😀
      Ci vuol pazienza 🙂

  • ely

    Secondo me non pensa ora la gente … si è tutti di corsa … tutti di tutto subito e quindi non si usa il cervello. Si parla e fine. Ma si dovrebbe tornare un pò indietro e appunto … fino a 10 prima di parlare e fino a 50 prima di agire 🙂
    Tanta pazienza 🙂 ciaooooo

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