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Essere o non essere

Le bugie hanno le gambe corte.

Proverbio che tutti una volta nella vita, credo, abbiamo utilizzato, detto o semplicemente pensato. In un modo o nell’altro, infatti, la verità vien sempre fuori, è solo questione di tempo.

Mi chiedevo cosa significa essere sinceri?
A mio modesto parere, la risposta più logica a questa domanda, è: dire la verità.

Esser sinceri significa dire la verità.

Il pensiero che voglio raccontare oggi è connesso al mio stato d’amino attuale, legato a tutta una seria di vicissitudine che mi hanno come scritto nel precedente pensiero permeato di una rarefatta stanchezza.

Anche le bugie hanno tante forme, tanti volti.

Ci sono le bugie che diciamo a chi ci ascolta e poi ci sono le bugie che diciamo a noi stessi.
Mi sorge spontaneo chiedermi? Tenere per sé emozioni e sensazioni, significa non esser sinceri?
Se ti senti al centro di un buco nero, ma a chi ti sta accanto dici con parole, gesti ed emozioni che sei tranquillo, persino sereno e fiducioso, significa non esser sinceri?

Per indole e carattere non ho mai reso esplicite le mie emozioni, se non giusto alla mia compagna.
Tant’è che un giorno il fotografo del mio (vecchio) quartiere, raccontò a mia madre che mi aveva apostrofato con l’epiteto: il ragazzo che non sorride mai.

Non ho, quindi, mai reso esplicite le mie emozioni e aggiungo che ho sempre cercato di mostrarmi tranquillo e indifferente, di fatto nascondendo le mie reali emozioni, dissimulandole molto spesso.

Non credo, però, sia un comportamento inusuale e così strano. Il detto: i panni sporchi si lavano in famiglia, è un modo per affermare che in pubblico meglio nascondere rancori e litigi, in un certo senso un mentire sulle verità personali.

Certo tra omettere e mentire c’è una netta differenza.
Nascondere non significa mentire, come essere riservati non significa essere bugiardi.

Devo ammettere a malincuore che non ho avuto dei buoni esempi, mio padre mentiva e ho sentito con le mie stesse orecchie mia madre raccontare bugie. Che chiamerei bugie di convenienza, esempio, chiamare il datore di lavoro e informarlo che stava male. In realtà, non era malata, gli serviva solo un giorno. Una bugia di convenienza, probabilmente innocua, ma sempre bugie è.
Ho detto pure io questa bugia, non mi andava di andare a lavoro e per non prendermi un giorno di feria, mi sono messo in malattia.
Questa bugia mi qualifica come bugiardo? Se devo essere obbiettivo, sì! Sono stato un bugiardo quella volta e se si è bugiardo una volta lo si è per sempre. Perché ritengo la sincerità una forma d’integrità morale, etica, forse anche spirituale, una volta spezzata, una volta infranta, diventi qualificato nel raccontarle (le bugie), anche se la vita non te ne darà, magari, mai l’occasione, ma sai come si fa, una posizione forse troppo estrema, nella vita si sa, nulla è mai solo bianco o solo nero.
La bugia, è bugia però! Possiamo raccontarci che esistono bugie innocue, persino a fin di bene, ma la verità in ogni caso è ingannata e tradita.

Sento, poi, affermare spesso, da uomini e donne, frasi come: La sincerità è importante, indispensabile in una relazione (qualunque tipo di relazione). Senza un rapporto non è vero, senza persino l’amore è una chimera.
Oscar Wilde disse: “Un uomo non è del tutto se stesso quando parla in prima persona, ma dategli una maschera e sarà sincero.”
Ritengo, per esperienza personale, vera questa affermazione, l’uomo così come la donna, non sono mai se stessi, mai totalmente sinceri. Definire se stessi è ben lontano dall’essere se stessi.

E qui torno al disagio e al malessere (descritto come stanchezza) che attualmente percepisco. Definirmi è una cosa, essere è tutt’altro cosa.

Mi posso definire in mille modi, descrivermi richiamando eroi e nemesi da ogni mondo creato e immaginato, non avrei, comunque, mai la verità da queste descrizioni e definizioni. L’unica verità è nell’essere se stessi, un’esperienza che va oltre le parole e i racconti, esperienza che porta con sé, però, una catena. Eh sì!!! Una catena forgiata dalla società, una catena che ci lega tutti e che ha un limite, non è in grado di accettare l’essere se stessi.

Essere se stessi è l’unica sola verità e l’unica vera condanna che subiamo.

Affermo che non siamo sinceri, che non sono sincero, per il semplice fatto, che per tutta la vita ci sforziamo, io per lo meno mi sono sforzato a smussare, rettificare e correggere, la mia natura, il mio carattere, con il solo scopo di poter vivere nella società e instaurare in modo sano rapporti sociali – beh non ci sono riuscito poi tanto – sapete perché sono convito di non esserci riuscito? Perché continuano a consigliarmi di cambiare o meglio, migliorare.
Qualcuno leggendo, quanto scritto, potrebbe avere la convinzione che non siamo tutti ad esser sottoposti a questa forzata modifica, questa correzione della nostra natura, quel qualcuno a mio parere si illude e sopravvaluta la propria indipendenza e sincerità.
Tutto inizia presto, dal momento che apriamo gli occhi la prima volta e continua anno, dopo anno. Finché non ci ritroviamo ad accettare noi stessi e non gli altri o accettare gli altri e non noi stessi.

Comunque sempre stretti da quella morsa che ci obbliga a seguire delle regole non scritte che ci permettono di far parte della società in modo corretto. Se fuggiamo o ci opponiamo a queste regole, cosa che accade sempre più spesso oggi, nelle famiglie, nelle scuole, nelle comunità, la logica del caos prende il sopravvento e le emozioni esplodono causando dolore, feriti e purtroppo morti.

Sarebbe facile adesso concludere cucendo stelle e filamenti di luce, posare sulle vostre labbra, poesia, bellezza e speranza.
E raccontarvi e raccontarmi, che la speranza è l’ultima a morire, che l’amore che viviamo è, la luce che ci aspetta all’angolo sempre pronta a riaccendere la fiducia in noi e negli altri, che una mano tesa ci sarà concessa sempre nel momento più buio.

Si è scritto di bugie e verità.
Chi sono io per dire che la speranza è una bugia e che le poche righe scritte a conclusione non sono, che la semplice, verità? Nessuno.

Non sono nessuno.
Qui!!! Non sono proprio nessuno, qui indosso quella maschera che mi rende, forse, sincero.

La più banale delle conclusioni può essere, dunque, la risposta più diplomatica e logica.

 

Siamo contemporaneamente essere sinceri e bugiardi.

 

Le menti sagge amano la moderazione e amano l’equilibrio, meno problemi e meno pensieri da elaborare.

Questa la mia risposta a voi che leggete. In fin dei conti ciò che leggere mi definisce. Così, in questo modo, con questo pensiero, mi avete definito e continuerete a definirmi.

Le risposte per me stesso sono ancora da trovare e da esplorare.
Mille elaborazioni ho da processare, pensieri che vanno oltre il limite della moderazione e dell’equilibrio, quell’equilibrio necessario alla massa, che la massa cerca e a bisogno per sentisti al sicuro, per sentirsi dalla parte giusta.

Per riprendere un commento dato in risposta ad un cara amica di questo mondo fatto di pensieri.
Vivo nelle pieghe della sconfitta, perché nella sconfitta guardo in faccia il vero coraggio, la vera resistenza.
Così vivo anche nella menzogna, perché nella menzogna (quel definirsi) posso guadare in faccia la verità, quella che si nasconde e si protegge, quella che porta veleggiando il definire se stessi, all’essere se stessi.

 

Il sorriso e la verità non si devono negare, neanche a se stessi.

 

Essere o non essereultima modifica: 2023-10-01T09:13:00+02:00da natodallatempesta0

8 commenti

  • OgniGiornoRingrazio

    Io mi assolvo,ho mentito ad alta voce quando una bugia era quello che mi veniva chiesto,ho taciuto e non proferito verbo quando la bugia avrebbe lacerato più me che i destinatari. Sono una mediatrice veleggio nella zona grigia,mi siedo in tutte le poltrone del tavolo e cerco il punto d’incontro. Una mediatrice che è arrivata a saturazione perché pur comprendendo il mio essere non sempre sono stoica e i sentimenti fanno a pugni con la ragione. Ci si può annichilire mettendosi sempre fra gli ultimi…alla fine l’unico modo per sopravvivere è vivere serenamente è la mediazione anche da parte di altri se no un sano egoismo che ti porta a mettere paletti temporanei o definitivi. ..mmm non so se sia chiaro solo per me quello che ho scritto*_* ma così è. Un sorriso Ndt

    • natodallatempesta0

      Rimanere in equilibrio tra verità e bugia è come scritto la soluzione più logica, la più conveniente.
      Perché complicarsi la vita? Mi sembra più che corretto. Comprendo credo quel che hai scritto.
      E ripeto è giusto quello che scrivi è equilibrato.
      Ma sai a volte si vuole andare oltre, o allontanarsi dalla normalità spesso imposta, nonostante il rischio di cadere o passare per strani.
      Una sorriso a te.

  • edelweiss

    Mi ha colpito del tuo lungo scritto la frase “qui indosso quella maschera che mi rende, forse, sincero.” Per me è di una tristezza infinita.
    Non ci possiamo crocifiggere per la “bugia”di circostanza spesso innocua, a me è capitato di dirla per evitare riunioni fiumi che a nulla portano, e ti assicuro che mi sentirei bugiarda a dirti di essermi sentita bugiarda.
    Mi sentirei nella menzogna se mentissi a me stessa, o a chi sta con me, o a chi interagisce con me. O ancora nei rapporti lavorativi, nelle amicizie, nelle frequentazioni. E sono convintissima, molto convinta che da una prospettiva bugiarda o falsa non si potrà mai guardare in faccia la verità. Equivalerebbe ad essere un attore che recita una parte e ancor peggio che sa mentire pure a se stesso.

    • natodallatempesta0

      Come ho scritto nel commento in risposta all’amica Ely, il mio discorso forse ha preso una piega un pò troppo estremista e filosofica, volevo distaccarmi dalla mera bugia in sé e mettere in risalto le distanze tra quel che facciamo vedere e quel che siamo nel nostro intimo. Non era la bugia in sé il mio obiettivo.
      Ritengo comunque vera alcune verità che non possono essere alterate solo per convincersi che ci sono bugie e bugie. Comprendo il tuo punto di vista, sono forse meno fiducioso sulla sincerità umana e vedo in modo diverso la menzogna e la verità. La verità esiste quando la menzogna viene svelata, supporre che l’essere umano è sincero a prescindere dalle menzogna significa elevarlo ad una virtù che non ha e non avrà mai.

  • ely

    Siamo umani … non si può sempre e solo dire la verità. Io se mi metto in malattia perchè ho bisogno di un giorno non mi sento affatto in colpa e nemmeno se mento per quello 🙂
    In ufficio devi mentire … perchè anche se ti sta sulle palle qualcuno non puoi dirglielo. Purtroppo devi cercare di sorridere e andare d’accordo.
    Ci sono tante occasioni in cui non puoi dire la verità. Purtroppo ma penso che finchè devi relazionarti con le persone (e non sei tu magari che le scegli) la verità non puoi dirla 🙂 ehheehe
    Serena giornata

    • natodallatempesta0

      Il mio discorso forse ha preso una piega un pò troppo estremista e filosofica, volevo distaccarmi dalla mera bugia in sé e mettere in risalto le distanze tra quel che facciamo vedere e quel che siamo nel nostro intimo. Essere, che spesso nascondiamo, mostrando un io diverso, creando di fatto una sorta di insincerità.
      Sono d’accordo con quello che hai scritto, e come ho scritto nel post, siamo sinceri e bugiardi secondo il caso e l’esigenza, a volte in maniera innocua altre no.
      Serena giornata a te.

  • ely

    Eh sì … avevo capito il senso del post … ma non mi andava di affrontare l’argomento da quel punto di vista. Non so se sono bugiarda con me stessa ma credo di sì … però non è il momento di penarci per me ora 🙂
    Serena gioranta

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