isola-di-gorgogna-toscana

Non è normale

Tanto per scrivere qualcosa.

 

Sabato mi sono ritrovato – come sempre – a passeggiare con Frida, c’erano parecchie persone in giro.

E come sempre, la sensazione di isolamento, è viva.

Per usare una metafora, mi sono sentito come un’isola nel vuoto della vita, un vuoto anormale.

 

Ho scattato una foto giorni fa, una foto che si presta ad esser usata, in questo contesto, egregiamente.

1710413210656

Una nuvola isolata in un cielo azzurro.

I più forse avranno osservato la bicicletta. È in primo piano, naturale che attiri l’attenzione, se andata oltre, però, la vedrete la nuvola.

 

Dettagli!

 

Mi ha sempre attirato l’isolamento. L’occhio (il mio) cade sempre su quell’oggetto o quella creatura isolata dal contesto. Un particolare, apparentemente isolato, che rende unico l’oggetto o la creatura.

Il pretesto dell’isolamento porta la riflessione ai particolari.

 

“I paranoici attribuiscono un’importanza enorme ai particolari più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali.”

Sigmund Freud

 

In questi giorni, spesso, mi sono sentito dire che una persona normale ragiona o agisce in maniera diversa.

 

Persone normali!!!

 

Le sapreste riconoscere?

Sareste capaci di definirne l’essenza?

Il carattere?

Le peculiarità morali ed etiche?

 

Normalità!!!

Non è normale!!!

 

Nella mia lunga – ma non troppo – vita, mi è stata detta tante volte questa frase: Non è normale.

 

Non è normale che mi comporti così.

Non è normale che non ti relazioni con nessuno.

Non è normale che …. che …. che ….

 

Io osservo i dettagli, sono sempre un’artista, oso definirmi tale, e nascosto nel mio isolamento, ho sempre osservato la normalità che fluisce attorno a me.

 

“In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come la gente normale.”

Herman Hesse

 

Potrei convenire senza rigurgiti di rimorso, con la frase di Hesse. L’esperienza e la storia mi testimoniano questo sinonimo.

Normalità = crudeltà.

 

Esiste un mito greco che s’incastra perfettamente con questa mia ultima riflessione

 

Zeus – padre degli Dei – adirato per l’offesa perpetrata da Prometeo che aveva osato rubare il fuoco dall’Olimpo per donarlo agli uomini. Decise di punire sia Prometeo che gli uomini.

Condannò Prometeo a essere incatenato per l’eternità a una roccia sulle montagne del Caucaso e ordinò che ogni giorno un’aquila gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato ricresceva, così che l’aquila potesse tornare a divorarlo il giorno seguente.

Per punire gli uomini, invece, ordinò a Efesto, il dio del fuoco e fabbro degli dèi, di creare la prima donna mortale: una ragazza con bellezza, grazia e doti straordinarie. Efesto eseguì l’ordine e modellò una fanciulla con un impasto di creta e acqua. Poi, ciascuna divinità dell’Olimpo contribuì donando alla ragazza una virtù. Atena, le insegnò l’arte della tessitura; Afrodite la rese bella e desiderabile; Ermes la rese spudorata. La ragazza fu chiamata Pandora, che in greco significa colei che dona tutto.

Ermes, il dio alato messaggero degli dèi, portò Pandora tra gli uomini. Epimeteo, lo sprovveduto fratello di Prometeo, la vide, se ne innamorò e la sposò.

Zeus inviò come regalo di nozze un vaso, raccomandando di non aprirlo per nessun motivo. Pandora, invece, che aveva ricevuto da Ermes il dono della curiosità, lo aprì per vedere cosa contenesse.

Fu così che dal vaso aperto uscirono e si diffusero tutti i mali e le sciagure che affliggono l’umanità: la fatica, la malattia, l’odio, la vecchiaia, la pazzia, l’invidia, la passione, la violenza e la morte, cambiando per sempre l’esistenza del genere umano.

La vendetta di Zeus si era compiuta, ma non completamente perché sul fondo del vaso era rimasta la Speranza, che uscì per ultima per alleviare le lacrime e le sofferenze dell’umanità.

Esiodo – VII secolo a.C.

 

Nella quotidianità e nel lessico comune aprire il vaso di Pandora significa mettere alla luce tutta una seria di problemi che scatenano una sequela catastrofica di conseguenze inevitabili.

Di vasi ne ho aperti tanti. E anno dopo anno, hanno eretto una torre fatta di cocci che ha isolato la mia natura, deformando il vincolo che ogni umano ha innato, il vincolo della relazione, il vincolo della comunicazione.

Un risvolto positivo nel mito di Pandora, però, esiste: Pandora non condanna il mondo, ma lo fa rinascere con maggiore consapevolezza. La bolla che avvolgeva un’umanità che non conosceva il dolore viene fatta scoppiare e nonostante il primo impatto sia stato catastrofico, alla fine arriva la speranza.

 

L’ultimo volto del cuore.

La veste che l’amore indossa nel suo lungo cammino per riunirsi all’altra metà di sé stessa.

 

I particolari rendono la visione unica. Piccoli atti che nell’insieme non sono nulla, ma nel dettaglio di un gesto, una frase, possono aprire una porta o un vaso.

 

Da quella porta possono, certamente, uscire mostri e fantasmi, ma se si resiste l’ultima ad uscire sarà la speranza.

 

“Per essere veramente un grand’uomo bisogna saper resistere anche al buonsenso.”

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

 

Resistere!!!

Ecco il secreto della vita.

Di certo della mia vita.

 

Resistere alla normalità, al suo sguardo, alle sue non pacate carezze, alle sue espressioni sanguinarie e al suo sorriso custode di una gelida ossessione.

Una riflessione dolce e contemporaneamente amara. Probabilmente, qualcuno cogliere la vitale e sfuggente speranza, altri l’inevitabilità della resistenza e la sua inconciliabile fatica.

 

Non avevo nulla da scrivere e nulla da dire, proprio per questo le parole si sono accodate e radunate.

 

Sapete!? Alla fine, la mente mi chiede di domandarmi.

Dove i miei occhi trovano la dolcezza?  E dove l’amara fatica?

Non è normaleultima modifica: 2024-03-14T14:02:41+01:00da natodallatempesta0

8 commenti

  • ely

    La normalità è del tutto soggettiva. Ciò che è normale per te può non esserlo per me e viceversa. Poi ti dirò che ci sono persone più “normali” nel senso di massa … di modi di essere e quelli per certi versi è vero, sono cattivi. Secondo me siamo tutti normalmente anormali. Serena giornata

  • OgniGiornoRingrazio

    Ciao Ndt *_* provo a rispondere anch’io alle domande.La dolcezza si nasconde nei sorrisi sinceri, nei gesti gentili e nelle albe che colorano il cielo di arancio e rosa..nell’abbraccio di un amico..nel profumo del caffè al mattino e nel suono delle risate condivise. L’amara fatica invece , nei giorni di pioggia, quando le strade sono scivolose e il mondo sembra grigio ,nei momenti di sforzo in cui la mente è affaticata e i pensieri si accavallano .Ma proprio da questa fatica il più delle volte arriva il risultato.*_* La Normalità è come un vestito fatto su misura , se vuoi che cada a pennello devi adattarlo alle tue misure.

  • Alfredo

    Chi decide cosa è normale? Società diversamente organizzate e strutturate possono avere conetti di normalità differenti
    Un abbraccio cosmico 🙂 Alf

  • surfinia60

    Ripasso, convinta di aver lasciato un commento a questo tuo ultimo post che, solitamente, ritrovo con la scritta “in attesa di approvazione” o giù di lì. Invece scopro di non averlo fatto. Pace! Provvedo adesso, tanto tu ti prenderai il tuo tempo, come di consueto. Posso dire, riguardo al tema del post, che i particolari contano, a volte sono determinanti quando le persone non amano aprirsi e svelarsi. Certo, bisogna avere la volontà e la capacità di osservare. La fretta, la distrazione, lo stress che contraddistinguono la vita moderna ci spingono a passare oltre, a mantenerci in superficie, a curare l’essenziale e a perderci così tutto cio’ che sta al di sotto, della superficie. Gli artisti hanno questo dono, e le persone, troppo poche, che possiedono l’empatia e la sensibilità per notarli, quei particolari. E chi se ne frega della ‘normalità! Che dire della speranza? In certi momenti la sento e l’alimento, in altri, i più, fatico parecchio a scorgerla in questo caos di negatività che sono il mondo, la vita, l’uomo. Da scrivere ne hai. Eccome!

    • natodallatempesta0

      Capita anche a me a volte, fastidioso vedersi sparire le idee.
      Hai preso a pieno il punto. Rimaniamo in superficie. Per molti versi conviene rimanere in superficie, ci evita delusione e dolore, ma allo stesso ci nega le gioie di scoprire cosa c’è dietro i muri che costruiamo.
      Fidarsi non è mai facile, né degli altri, né di noi stessi.
      La speranza è anche questo.
      Grazie per le tue parole.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.