Un amico d’infanzia
Come ho scritto nel precedente post: Preferisco celebrare questa settimana (natalizia), ricordando l’infanzia e l’adolescenza, per quanto posso riuscire. 🙂
Per questo breve periodo, per questi giorni di arrivo al Natale, vorrei provare, sempre, raccontato emozioni e ricordi a riportare alla mente il bambino che non c’è più.
E stamane un’idea mi è balenata nelle mente. Esiste un legame tra un personaggio o meglio una figura importante del Natale e l’adolescenza. L’adolescenza di chi ha qualche capello bianco in testa.
Nel presepe, tante, sono le figure importanti, ma ce n’è sono due non sempre ricordate con le dovute gratitudini, sfruttate oserei dire per il bene della scena:
Il Bue e L’Asinello.
Ed è l’Asinello che voglio ricordare, o meglio il figlio di un asinello e di una cavallina. Un amico che ha accompagnato la mia infanzia. Chi ha un pò di anni negli occhi, forse, lo ricorderà: Francis il mulo parlante.
Posso scriverlo con coquizione di causa, ho sempre avuto un bel rapporto con gli amici asinelli.
Uno spunto, un’occasione per ricordare i simboli della nostra vita. Oggi è facile trasformare in bandiere colori e forme senza significato, sfruttare come un asinello indifeso, simboli di pace e amore per giustificare egoismi e violenze.
Esiste un detto che dice: Siamo quel che mangiamo.
Posso declinare questo detto e farlo diventare: Siamo quel che difendiamo.
Che cos’è, chi difende la guerra?
Scusate, come mi ha affettuosamente scritto un’amica, non posso non brontolare. 🙂
BUON ARRIVO AL NATALE da ME e dal MIO amico ASINELLO.
Caspita^_^ Mi hai ricordato tre asinelle che avevano nomi di opere liriche, attrazione per tutti i bambini della zona. Ora stazionano altrove il proprietario mister x ha deciso che era la soluzione migliore per tenerle tutte insieme..
Sai che non ricordo il mulo parlante? Ora lo vado a cercare.*_*
Mi auguro che questa guerra finisca presto ..oggi siamo a 300 giorni.
Ti auguro Buon Natale Simo
Far ricordare momento di gioia mi rende felice e da’ in parte senso a quel che scrivo.
Sì è vecchiotto come film, ricordo che me lo faceva vedere mia nonna 🙂
Me l’auguro pure io.
Buona Natale a te.
C.
“Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.” Pablo Neruda.
Ti tiro le orecchie, affettuosamente. Non dire che il bambino non c’è più. Sono certa che dentro di te vive più che mai.
Detto questo, il bue e l’asinello sono il simbolo dell’umiltà e della povertà con cui Gesù è nato.
Nella mia infanzia insieme ai nonni, c’è la figura di Gino, l’asino del nonno. famiglia povera e contadina, non avevamo la tv. L’asino ricordo solo questo.
Nonno mi portava a spasso, con l’asino, quando andavamo nel campo, ed io mentre lo cavalcavo, mi sentivo una principessa.
Ti abbraccio e ti auguro tanto bene, amico mio.
Intendevo anagraficamente 🙂 Non siamo più bambini, ma so che il fanciullo vive in parte dentro di noi 🙂
Bel racconto grazie per averlo condiviso come sempre.
In omaggio di Gino.
Un abbraccio affettuoso a te.
Mi ricordo il titolo del film ma non ricordo di averlo guardato. Anche a me piacciono gli asinelli 🙂 sono simpatici. E poi ne conoscevo una che mi ragliava quando arrivavo perchè sapeva che le portavo del cibo 🙂
Serena giornata
🙂 Quando iniziano a farsi sentire, non c’è ne per nessuno 🙂
Ehehhee già 🙂
🙂