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Il fascino del forte

Ieri è capitato quello che io e mia sorella speravamo non accadesse.
Era già da un pò che stava palesando un atteggiamento ribelle e contestatario, in fin dei conti fa parte della crescita contestare i genitori.
Mio nipote, da inizio anno maggiorenne, ha palesato com’è naturale per la sua l’età, l’età in cui si iniziano a prendere decisioni e seguire ideali, una posizione di pensiero, oggi, purtroppo molto in voga. Colpa, probabilmente, anche della sua attività sportiva, il pugilato.

Ieri c’è stato un acceso dialogo, sulle sue posizioni che stanno, sempre più, andando verso un estremismo nazionalista.
Colpa della madre a detta sua, troppo “inclusiva”.
Come spesso accade la vittima diventa o rischia di diventare carnefice, lui che da bambino veniva preso in giro, oggi prende in giro e critica chi è diverso da lui.

È arrivato a dire – secondo me per pura provocazione, troppo giovane per comprendere il senso profondo dell’affermazione – che è, fascista, ma non il fascista criminale e razzista, quello moderato, perché all’interno del fascismo c’erano anche i moderati che non accettavo la violenza gratuita fine a se stessa. È il fascismo che ha lasciato del buono, quello che adottava un metodo autoritario che oggi manca a detta sua, il fascismo che considerava la violenza come necessaria solo in alcuni casi. Questo mi fa capire che il suo è un pensiero indotto da una nicchia di idealisti, forgiati da un contesto fortemente agostico e nichilistico.

Da tutto questo ci siamo resi conto che il ragazzo è ottuso.

“È una caratteristica delle menti istruite accontentarsi del grado d’esattezza consentito dalla natura dell’argomento e non cercare l’esattezza laddove solo l’approssimazione è possibile.”
Aristotele

Non è mai l’ignorante che fomenta l’odio ideologico, è l’istruito che non va oltre la sua condizione di comprensione, che si ferma all’approssimazione ideologia di una verità, creando inevitabilmente danni e divisioni. Chi crede di sapere tanto da escludere il sapere insito nella sua opposizione, trasforma un’idea in un’arma.

Comprendo che è giovane e che la maturità porterà altre posizioni, ma riflettendoci, ieri, mi sono dovuto arrendere al fatto che il fascino del forte (per non dire male) è, in alcuni casi, irresistibile.

Per chi è stato un debole, rivalersi, può diventare come una droga, un effetto allucinogeno che può dare dipendenza.
Il mondo diventa il nemico su cui scatenare, rabbia e frustrazione.

Più è diverso il riflesso più è acuta la cuspide che punge.“Sei grassa”, non è un insulto è, solo un evidenza, un fatto, che non può portare a definirmi bullo, “io non me la prendo se mi dicono ottuso”. Ecco cosa pensa la gioventù d’oggi, questi i ragionamenti sfiorati ieri con mio nipote.

Ad un certo punto gli esempi cambiano, prima sono i genitori, dopo le celebrità, poi …. Bisogna con intelligenza e dialogo contrastare ogni esempio che possa nuocere, ma anche qui è questione di prospettiva, per me la Meloni è un brutto esempio, per altri è invece la guida da seguire.
È tutto relativo. Il buon senso? Un punto di vista.

Stamattina sono uscito con Frida una passeggiata, oramai è quasi libera e può godersi le belle giornate. Mentre passeggiavamo abbiano incontrato una signora con un cane e poi un’altra ancora, quest’ultima ha detto una frase che rispecchia gli esempio sbagliati che girano e che il tempo ha reso verità da usare come giustificazione per la paura, il pregiudizio e perché no anche la violenza.
La signora ha riconosciuto in Frida la razza pitbull, ed ha sorridendo detto, che si è fermata solo perché era cucciola, se era adulta non si sarebbe fermata, anzi, avrebbe cambiato strada, non si fida dei pitbull, ne ha visto uno uccidere un altro cane.

Ho cercato di spiegare insieme all’altra signora che non è il cane, “cattivo”, ma il padrone, il pitbull come ogni altro cane se educato con amore non attacca nessuno. E anche fosse non sarebbe da meno certo dell’essere umano, che a violenza non è secondo a nessuna razza.

Il pitbull è riconosciuto come un esempio di violenza e brutalità, e lo è.
È l’esempio della violenza e della brutalità che un uomo ha nel cuore. Il pitbull è l’esempio di quello che l’uomo può infliggere ad una creatura innocente e incapace di far male.

“Quelli che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche rendono le rivoluzioni violente inevitabili.”
John Fitzgerald Kennedy

Era una soleggiata giornata primaverile. Come ogni sabato Giulia si recò dalla nonna materna per accompagnarla a fare una passeggiata lungo la spiaggia. All’anziana donna faceva bene camminare e respirare l’aria di mare, e Giulia adorava passare del tempo con sua nonna con la quale spesso si confidava.
Quella mattina la giovane ragazza era molto triste per aver rotto con il suo fidanzato la sera precedente.
Parlando del suo stato d’animo con la nonna, chiese: “Come si fa a mantenere un amore e farlo durare?”
La nonna guardò la nipote e le rispose: “Raccogli un po’ di sabbia e stringi il pugno…”
Giulia strinse la mano attorno alla sabbia e vide che più stringeva, più la sabbia gli usciva dalla mano.
“Credo di capire cosa vuoi dire, nonna. La sabbia scappa” – disse la ragazza.
“Ora tieni la mano completamente aperta…” – aggiunse la nonna con un sorriso.
Una folata di vento portò via molta della sabbia rimanente.
La nonna sempre sorridendo disse: “Adesso raccogli un altro po’ di sabbia e tienila nella mano, mantenendo la mano aperta come se fosse un cucchiaio…”.
Giulia fece quanto suggerito e capì.
La sabbia non sfuggiva dalla mano ed era allo stesso tempo protetta dal vento, perché la mano era sufficientemente chiusa per custodirla e sufficientemente aperta per lasciarle la sua libertà.
“Ecco come far durare un amore”

La storia potrebbe esser all’apparenza slegata dalla prima parte della mia riflessione, ma nulla è slegato dalle mani che accudiscono, proteggono e insegnano.

Che sia un ragazzo o un cane, che sia una singola voce o un popolo intero è nel modo in cui noi tutti accogliamo le parole e con le parole le emozioni, che si forgiano idee di pace.

poveroMani

Buon 25 Aprile a tutti.

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Lodato sia

Ieri sono entrato parecchie volte, ho provato a scrivere qualcosa, anche un semplice saluto, ma nulla mi sembrava opportuno.
Anche ora in verità: Non so di cosa scrivere, bell’inizio non c’è che dire! Affidarmi alla logica l’unica strada. Forse riesco a mettere insieme un pensiero. Potrei iniziare da quel che ho scritto nell’ultimo post.

Un post a dir poco inquieto e cupo, se dovessi usare una metafora, direi che quel di mi sono trovato o meglio ritrovano chiuso in una stanza in cui la luce non riusciva a filtrare dalla finestra. Buio!!! Ecco quel che vedevo, solo buio.
Vivere nel buio!!! Una cecità metaforica ovviamente. Una cecità che non ti blocca nei movimenti, non ti rende ogni azione una sfida, una battaglia contro la sopravvivenza, ma ha la stessa paura incisa nelle carne.

In questo momento, in questo istante, fino a poche ore fa notturno, non è importante fermarsi a quel che ho scritto quel giorno. In realtà in questo momento poche cose sono importanti, forse la semplicità che porta alle singole parole può avere un valore. Semplici parole che hanno un significato.

Grazie!!! È una di queste parole, lo si dice così poco. Si dovrebbe ringraziare, invece, ogni giorno qualcuno, ringraziare ogni giorno la vita e i suoi elementi.

Io sono nato il 4 ottobre, per San Francesco. Per forza di cose questa figura è stata ricorrente nella mia vita. Non dico che mi ha reso degno (lontano in corpo e intenzioni sono da tutto quello che egli rappresenta ed ha rappresentato), ma di sicuro mi è stato vicino in molte occasioni.
Fra tutti gli uomini che hanno cavalcato la storia, lui, è certo quello che ha saputo meglio di tutti dare forma e significato alla parola: Grazie. Lo ha fatto attraverso la semplicità, attraverso piccoli atti d’amore.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle […]
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento […]
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, […]
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu […]
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra […]
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore […]

Laudato si’ (lodato sia), un modo semplicemente straordinario per dire grazie. Grazie per la vita, grazie per le tante sorelle e fratelli che ci scaldano, ci nutrano, ci dissetano, grazie per quelli che perdonano, che sono capaci di perdonare.

Facile per Francesco perdonare anche quando il suo corpo veniva offeso con sputi e percosse. La sua anima non era terrena, la mia anima, invece, è terrena e risente della cecità di certi momenti.

E il problema, non è perdonare gli altri, questo è facile, per me è stato sempre molto facile, troppo facile, ed ho pagato, spesso, cara questa mia forza o fragilità (non saprei direi se sia oggi virtù o vizio?). Il problema è perdonare se stessi. Perché è questo assioma (per me è un principio evidente) a portarci nel buio.

Per uscirne ci si affida a ciò che da’ pace (che brutta parola). Potreste pensare che sia la pace donata da chi ci dona amore? C’entra l’amore, c’entra sempre, ma per me è la pace che nasce dalla virtù.

Altra bella parola, ma vecchia oggi, antica, quasi in disuso, la sento solo le poche volte che entro in una cattedrale.

Aristotele diceva che la felicità non consiste in passatempi e divertimenti, ma in attività virtuose, il suo maestro Socrate che da essa (la virtù) nasceva la bellezza. Ed è così!!! L’arte, la musica, la poesia sono atti di virtuosa felicità che donano bellezza e amore. Sì amore, perché è sempre in un atto d’amore verso se stessi o gli altri che prende vita, forma, l’idea che racchiude il desiderio di donarsi senza costo o ricavo.

Ed è nella mia virtù che ho sempre trovato la pace e la luce per spazzare via la cecità. La virtù della parola scritta, che mi permette di imbrigliare i demoni che ho nell’anima e discuterci, la virtù del disegno, che mi ha permesso e mi permette di trasformare l’amore in un atto che ha forma e identità.

Si cerca nel desiderio, nell’amplesso la fuga dalla noia (un vizio che racchiude in sé, più profonde ostilità per l’anima) quando si dovrebbe cercare, invece, nel pensiero che lo trascina, la via per non sentirsi fragili o inutili, in quell’idea che spinge ad aprire e donare quel che nei momenti di solitudine e riflessione è: desiderio d’amore. Nella solitudine nasce l’amore.

Qualcosa direi che è uscito e come sempre parola, dopo parola, si è creato un lungo pensiero. Spero non sia stato noioso per chi legge. Beh anche lo fosse!!! 🙂

Mettersi alla luce. 🙂

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IO

Grazie alla luce.

Grazie al buio.

Grazie a Francesco.

Grazie al mio talento:

Stanlio e Ollio

Per ricordare di sorridere anche nei momenti bui.

Grazie a te che leggi.

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Come Pissarro

Ieri nel groviglio di pensieri mi sono chiesto:

Cos’è che fa crescere? L’esperienza di certo o risposto.

Ma c’è un’altra fonte a cui attingiamo.
Una fonte che ci fa, come l’esperienza, crescere nella stima e nella consapevolezza di sé.

Vi racconto un piccolo episodio accaduto durante gli anni di scuola:

Avevo appena terminato di eseguire un’esercitazione di restauro assegnata dal professore. Com’era ed è prassi dopo l’uso di pennelli si procede alla pulizia. Il professore si avvicina e si accorge che tutti avevano concluso la pulizia, mentre io ancora insistevo strofinando i pennelli con un panno, una, due, tre e poi quattro volte e poi ancora e ancora.
Il professore si accosta a lato e mi dice quasi sorridendo:
“Pulisci i pennelli come Pissarro”.
Non so il perché (ma posso immaginarlo), ma quell’accostamento mi ha riempito il cuore di gioia.
Quella semplice frase, più un’osservazione che un complimento è rimasta nel tempo e dopo decenni è, una delle poche che ricordo.

Contare su stessi è il primo insegnamento che ci viene impartito. In modi e termini diversi tutti ad un certo punto ci rendiamo conto che amarsi è importante, importante quanto amare chi abbiamo accanto.
In questa riflessione voglio, però, soffermarmi sugli incontri. Quegli incontri che in un modo o un altro cambiano la vita o aiutano ad aprire gli occhi.

Alcuni ne hanno tanti (fortunati), altri pochi, c’è, forse, chi ne ha avuto solo uno.

A volte ci salvano la vita, in altre ci indicano la strada, altre volte ancora ci danno una carezza fatta di polvere di cuore.
Frasi che al momento non hanno alcun effetto o senso per la nostra interiorità e che hanno al massimo il pregio di donarti un sorriso, se va bene o un imbarazzo, a volte persino un disagio. Con il passare degli anni ti accorgi, però, che non sono stati e non sono così fugaci come pensavi e pensavo, riemergono diventando fondamenta per l’uomo o la donna che sarà.

Ho ricordato quell’episodio perché è significativo per me. Perché è quel tipo di episodio che nel momento che lo vivo non mi rendo conto che è fondamentale.
Gli incontri importanti lunga la vita come ho scritto si susseguiranno fino alla fine della nostra vita, ma c’è una differenza tra le figure d’affetto come: un nonno, una nonna, un amico o amica o anche un professore che vuoi o non vuoi diventa guida per un bel pezzo della nostra vita e chi si trova a costruire senza saperlo un pilastro.
Gli episodi che puntellano la crescita e la consapevolezza di chi siamo e cosa saremmo, sono scene uniche che si palesano indipendentemente dalle figure che incontriamo. Sono incontri sì, ma con la nostra consapevolezza.

Viviamo in perenne equilibrio, camminando su un filo immaginario che ci rende a volte coraggiosi, persino spavaldi, altre fragili e inutili, non degni di vivere la vita che ci è stata donata.

equilibrista
Permettetemi una citazione del buon Aristotele:

“Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono.”

Siamo imperfetti e la nostra imperfezione è ciò che ci rende fragili e inutili, ma ci rende anche unici e irripetibili.
Siamo esseri di vetro, siamo esseri di carta, ma siamo anche esseri fatti di roccia, fatti di metallo.

Il senso dell’amore è riempire noi stessi d’amore, tutti qui.

Scrivo per me e nella mia banalità, nella mia indecifrabile confusione, leggo lo spazio e il tempo per registrare un viaggio verso l’ignoto del mio io, cito e spero mi perdoni dal luogo dove si trova, i versi di Pierangelo: Le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie storie voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto.

Buona inizio di settimana.