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Lodato sia

Ieri sono entrato parecchie volte, ho provato a scrivere qualcosa, anche un semplice saluto, ma nulla mi sembrava opportuno.
Anche ora in verità: Non so di cosa scrivere, bell’inizio non c’è che dire! Affidarmi alla logica l’unica strada. Forse riesco a mettere insieme un pensiero. Potrei iniziare da quel che ho scritto nell’ultimo post.

Un post a dir poco inquieto e cupo, se dovessi usare una metafora, direi che quel di mi sono trovato o meglio ritrovano chiuso in una stanza in cui la luce non riusciva a filtrare dalla finestra. Buio!!! Ecco quel che vedevo, solo buio.
Vivere nel buio!!! Una cecità metaforica ovviamente. Una cecità che non ti blocca nei movimenti, non ti rende ogni azione una sfida, una battaglia contro la sopravvivenza, ma ha la stessa paura incisa nelle carne.

In questo momento, in questo istante, fino a poche ore fa notturno, non è importante fermarsi a quel che ho scritto quel giorno. In realtà in questo momento poche cose sono importanti, forse la semplicità che porta alle singole parole può avere un valore. Semplici parole che hanno un significato.

Grazie!!! È una di queste parole, lo si dice così poco. Si dovrebbe ringraziare, invece, ogni giorno qualcuno, ringraziare ogni giorno la vita e i suoi elementi.

Io sono nato il 4 ottobre, per San Francesco. Per forza di cose questa figura è stata ricorrente nella mia vita. Non dico che mi ha reso degno (lontano in corpo e intenzioni sono da tutto quello che egli rappresenta ed ha rappresentato), ma di sicuro mi è stato vicino in molte occasioni.
Fra tutti gli uomini che hanno cavalcato la storia, lui, è certo quello che ha saputo meglio di tutti dare forma e significato alla parola: Grazie. Lo ha fatto attraverso la semplicità, attraverso piccoli atti d’amore.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle […]
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento […]
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, […]
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu […]
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra […]
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore […]

Laudato si’ (lodato sia), un modo semplicemente straordinario per dire grazie. Grazie per la vita, grazie per le tante sorelle e fratelli che ci scaldano, ci nutrano, ci dissetano, grazie per quelli che perdonano, che sono capaci di perdonare.

Facile per Francesco perdonare anche quando il suo corpo veniva offeso con sputi e percosse. La sua anima non era terrena, la mia anima, invece, è terrena e risente della cecità di certi momenti.

E il problema, non è perdonare gli altri, questo è facile, per me è stato sempre molto facile, troppo facile, ed ho pagato, spesso, cara questa mia forza o fragilità (non saprei direi se sia oggi virtù o vizio?). Il problema è perdonare se stessi. Perché è questo assioma (per me è un principio evidente) a portarci nel buio.

Per uscirne ci si affida a ciò che da’ pace (che brutta parola). Potreste pensare che sia la pace donata da chi ci dona amore? C’entra l’amore, c’entra sempre, ma per me è la pace che nasce dalla virtù.

Altra bella parola, ma vecchia oggi, antica, quasi in disuso, la sento solo le poche volte che entro in una cattedrale.

Aristotele diceva che la felicità non consiste in passatempi e divertimenti, ma in attività virtuose, il suo maestro Socrate che da essa (la virtù) nasceva la bellezza. Ed è così!!! L’arte, la musica, la poesia sono atti di virtuosa felicità che donano bellezza e amore. Sì amore, perché è sempre in un atto d’amore verso se stessi o gli altri che prende vita, forma, l’idea che racchiude il desiderio di donarsi senza costo o ricavo.

Ed è nella mia virtù che ho sempre trovato la pace e la luce per spazzare via la cecità. La virtù della parola scritta, che mi permette di imbrigliare i demoni che ho nell’anima e discuterci, la virtù del disegno, che mi ha permesso e mi permette di trasformare l’amore in un atto che ha forma e identità.

Si cerca nel desiderio, nell’amplesso la fuga dalla noia (un vizio che racchiude in sé, più profonde ostilità per l’anima) quando si dovrebbe cercare, invece, nel pensiero che lo trascina, la via per non sentirsi fragili o inutili, in quell’idea che spinge ad aprire e donare quel che nei momenti di solitudine e riflessione è: desiderio d’amore. Nella solitudine nasce l’amore.

Qualcosa direi che è uscito e come sempre parola, dopo parola, si è creato un lungo pensiero. Spero non sia stato noioso per chi legge. Beh anche lo fosse!!! 🙂

Mettersi alla luce. 🙂

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IO

Grazie alla luce.

Grazie al buio.

Grazie a Francesco.

Grazie al mio talento:

Stanlio e Ollio

Per ricordare di sorridere anche nei momenti bui.

Grazie a te che leggi.