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Beautiful

In una precedente riflessione ho accennato che stavo ridistribuendo gli spazi nel mio studio.
Nel sistemare gli oggetti, oggi, ho notato un vecchio amico:

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Vecchio amico

I ricordi legati a questo manichino sono tantissimi. Oggi, che la sua funzione è stata ahimè, abbandonata per esser retrocesso a semplice oggetto d’esposizione, mi da spunto per un nuovo pensiero, legato al corpo.

Molti delle insicurezza che ci portiamo dietro, hanno un forte legame con la percezione del nostro corpo, percezione suscettibile al limite del tormento alle opinioni altrui.

Ho sempre ritenuto superficiale il pensiero che sminuisce il problema. Cuore di mamma ti porta sempre nel petto sia tu bello o brutto, poi diventi adolescente e la mamma non è più l’unica voce che ascolti e scopri che, poi, così bello come diceva non eri.

Da adulti, molto adulti, si perde, per fortuna, questa percezione, si è concentrati su altre priorità che hanno scadenze che alleggeriscono pensieri e pressioni.

Ma d’adolescenti, da giovani uomini e donne, il problema esiste ed è ben radicato dentro e fuori.
Facile dire:
“La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall’aspetto che possiede o dal modo di pettinarsi. La bellezza di una donna si deve percepire dai suoi occhi, perché quella è la porta del suo cuore…” o “Gli altri uomini vedono in te una bellezza che dileguerà più veloce dei loro anni. Ma io vedo in te una bellezza che non svanirà, e nell’autunno dei tuoi giorni quella bellezza non avrà timore di guardarsi nello specchio, e non ne riceverà offesa.” il buon Gibran.
Caro Gibran, dalle vette della tua saggezza, la retorica muta in poesia e l’emozione diventa un capriccio per dare forma ad un’espressione eterea che è più una preghiera che un t’amo.
Per me che sono un povero mortale, le cose son molto diverse.

L’aspetto condiziona la crescita interiore, perché le relazioni si reggono prima di ogni altra percezione, sul contatto.
E da ragazzi: il contatto, l’interazione, il gioco, sono i principali canale di comunicazione. L’ideale intellettuale cresce e nasce con una certa maturità, prima c’è l’energia dalla fisicità. Iniziare il cammino verso la maturità, con la traumatica consapevolezza che chi ti guarda non vede bellezza, ma qualcosa che può esser deriso e offeso, lascia ferite che si trascinano per lungo tempo, ferite che ritornano quando poi l’ombra ti prende il cuore e l’anima.

Questa riflessione nasce, in verità, per condividere un brano, che recentemente è stato ripresentato dall’artista che l’ha portato al successo.
Brano significativo, dal messaggio importante ieri come oggi.