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Mostruosa libertà

In un commento un’amica ha scritto:
“Mi chiedo a volte da dove sia scaturita l’idea di creare un essere ‘intelligente’ come l’uomo, in grado di manipolare le leggi della natura a proprio piacimento, conferendogli quello che viene appunto chiamato ‘libero arbitrio’?”
Continua la sua riflessione attribuendo all’uomo la giusta etichetta di “mostro”.
Un mostro che si arroga il diritto di decidere chi vive e chi muore.

Rispondere alla domanda è certo straordinariamente complesso. Quale caos o mente ha potuto dare vita ad una creatura così contraddittoria?
L’evoluzione è, la naturale risposta, la complessità o difficoltà sta, invece, nell’immaginare la naturale associazione tra uomo e natura, come se l’uomo non fosse capace di essere parte della natura che lo ha creato. Con lui l’armonia che vive tra tutte le cose viene meno.

Leggerezza e pesantezza.

Definizione di leggerezza:
L’esser leggero, qualità di ciò che è leggero (che ha cioè poco peso). Agilità, sveltezza, anche scioltezza, facilità, spontaneità. Poca serietà, incostanza, volubilità, riferito alla persona o agli atti.

Definizione di pesantezza:
L’esser pesante, qualità di ciò che è pesante. Scarsa agilità, mancanza di scioltezza nei movimenti. Mancanza di facilità, di spontaneità. L’essere, il risultare noioso a causa di eccessiva serietà, pedanteria, prolissità.

È importante anche in un luogo come questo definire la propria identità, anzi, forse è proprio in posti come questo che si può riuscire a superare quell’etichetta di mostro che abbiamo tutti appesa al collo. Il mostro ha tante facce, ed ogni faccia mostra un subdolo e credule comportamento, metterci la faccia e mostrarsi nei contenuti, nei pensieri, frantuma parte di questa maschera e concede a chi partecipa a questa agora virtuale un’occasione, a volte breve, a volte lunga, di essere circondati da individui intelligenti. Un profilo privo di contenuti è un profilo inutile e non dona né leggerezza, né pesantezza.

Il peso di un argomento ne definisce la sostanza è garantisce partecipazione. Oggi si partecipa alla vita di tutti, grazia alle rete le informazione sono veicolate e il libero arbitrio ci concede la scelta di entrare nelle vite di chi ci circonda, entrando spesso e volentieri con la maschera del mostro (Haters).
Questa è la libertà concessa all’uomo dall’evoluzione, l’uomo non è un mostro per legge di natura, come lo è ai nostri occhi un’animale feroce, l’uomo sceglie coscientemente di essere un mostro.

La domanda sollevata dell’amica è la stessa domanda che si pongono da secoli la filosofia e la sociologia.
Come può l’evoluzione aver permesso lo sviluppo di una creatura capace di autodistruggersi?
Il peso delle domande che ci facciamo espande la nostra conoscenza e ci obbliga a porci davanti alle nostre illusioni e costruzioni mentali.

Ri-cito nuovamente Hawking: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza.”

Sono d’accordo con il grande scienziato, l’ignoranza è un nemico che può far enormi danni, ma mai quanto l’illusione di sapere. Ed è questa illusione che ci eleva rispetto alle altre specie e ci condanna all’arroganza e alla superbia, quell’arroganza e superbia che pone la conoscenza a verità e la verità a condotta. Per una presunta verità calunniamo, per una presunta verità trasgrediamo, per una presunta verità combattiamo, per una presunta verità discriminiamo, per una presunta verità uccidiamo, per una presunta verità inganniamo, questa ultima verità è la maschera che indossano molti utenti in questa comunità.

All’inizio visitavo i profili e cercavo di partecipare, oggi, non sento più la necessità come se dopo aver scandagliato l’oceano abbia tracciato la mappa di questo posto e trovato la verità, l’illusione mi ha lasciato l’idea che c’è il vuoto e che a parte una decina (anche meno) di utenti non c’è valore in questa realtà.

Scelte e libero arbitrio creano, sempre, conseguenze, anche nelle piccole azioni, anche nella più insignificante considerazione.

Sinceramente non penso di aver centrato l’argomento che avevo in mente.
Ha preso una strana pieghe la riflessione, l’intenzione iniziale era rispondere e approfondire il bellissimo commento lasciato dalla mia amica virtuale, non l’unico commento a dire il vero, che si lascia dietro una straordinaria moltitudine di quesiti su cui costruire un pensiero. Poi ho puntato, quasi, involontariamente al valore di quel che si scrive e scriviamo, alla leggerezza e pesantezza dei contenuto che sono poi ciò che ci spinge a partecipare e interagire, in palese critica con chi resta alla porta della propria inutilità, i tanti osservatori che visitano, visitano e visitano senza lasciare nulla. Il pubblico volendo serve, a volte è, persino, necessario per definire il bene e il male di una condotta o di una verità.

Che potere ha il singolo senza l’approvazione delle masse?
Questo aspetto stratifica, ancor più, l’essenza dell’essere umano, sublimando un comportamento che lascia senza parole. Un singolo uomo ha il potere di elargire benessere o malessere, ma questo potere è subordinato alla moltitudine, è la massa che lo concede, e allo stesso modo è la massa che lo sottrae.
È sempre una singola voce che semina. Strana creatura l’essere umano.

“Più gente conosco, e più apprezzo il mio cane.”
Socrate

Secondo voi ha senso quello che ho scritto?

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