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Alieno

Da piccolo quando mi trovavo in uno stato di malinconica tristezza, mi rinchiudevo in camera e disegnavo, spesso, ascoltando della musica.
In quell’esercizio e in quella solitudine trovavo, in un modo o nell’altro, la maniera d’evadere dal momento triste, per finire alla fine rinchiuso in me stesso, cosa non buona forse.
Era un modo come un altro per affrontare il problema di turno, come scritto magari non il miglior modo.
Al contrario, mia sorella, caratterialmente diversa da me, totalmente diversa da me, affrontava di petto le situazioni, a volte con inaspettata aggressività.
Se rifletto e vaglio le persone che mi sono passate attorno e mi passato attorno, non posso non notare che questo ultimo atteggiamento è frequente.

Da un paio di giorni ho dei fastidi allo stomaco. Mi sono reso conto che non sono legati ad un problema fisico. La mente, allora, è tornata a quando ero ragazzo e alle tante volte che per una situazione di profondo stress il corpo mi tradiva e spasmi addominali mi toglievano il fiato.
Dolori spesso inopportuni, soprattutto, se precedevano un esame.
Erano parecchi anni che non mi capitava di soffrirne e in verità, non so di preciso, neanche per quale motivo sono riapparsi. Posso immaginarlo!!!

La cosa più brutta che mi viene da immaginare è, che sono arrivato al limite della sopportazione sociale.
In questi ultimi venti anni ho fatto un enorme lavoro per convincermi che le relazioni sono l’unico vero tesoro e che senza non si cresce, né si vive, non posso certo affermare (per mia convenienza) che quando detto non sia vero. È la realtà purtroppo, senza relazione non si vive. L’amicizia senza relazione non nasce, il lavoro senza relazioni non attecchisce. Persino l’amore vive e si nutre di relazioni. Molte forzature le ho subite e le continuo a subire, proprio e soprattutto, per amore.
Vi confido una verità meschina. Tante volte chiedo alla mia compagna di uscire, spinto dalla sua insofferenza nel non avere contatti. In verità se dovessi scegliere ne farai a meno, sarei tanto più facile nel vivere la nostra solitudine da soli, io e lei da soli.

Peccato che a me da vita (questa solitudine) a lei morte, queste le sue parole. Anche se mi ama sente che piano piano sta morendo dentro. Purtroppo da quando ha conosciuto me ha lentamente diminuito i contatti e le relazioni con i suoi amici.
Lei, ovviamente, non da la colpa a me, ma all’età e al tempo che passa. La natura del mio carattere è, però, evidente a lei come a me. Per risparmiarmi difficoltà, che ho oggettive nel relazionarmi, negli anni, piano, piano ha evitato molta della vita sociale che prima viveva. Ed è per me una ferita aperta. Per quanto provi fallirò sempre nelle intenzioni. Perché non ho il tipo di carettere per darle quello che desidera.

Qui sorge spontanea una domanda:

Avete mai desiderato d’esser diversa o diverso?
Io lo sto desiderando, ma per il motivo sbagliato. Vorrei esser diverso per rendere completo l’amore che desidera la mia compagna.
Ma è sbagliato, per logica si deve desiderare d’esser diverso o diversa? Per esser migliori.
Una linea sottili è quella che separa o lega egoismo e altruismo.

L’esperienza e gli anni maturati, mi hanno insegnano che l’amore è un’equilibrista che oscilla tra egoismi e altruismi.

equilibrista

Mi sento un alieno in un mondo di umani.

Aggiunta:

Rileggendomi ho scorto un pensiero che potrebbe far passare un messaggio di disperazione, conflitto e mal di vivere.
Devo per lucida analisi fugare queste realtà, per lo meno in gran parte.
Alcuni principi legano gli essere umani gli uni agli altri indissolubilmente.
L’amore è risaputo, è una rosa piena di spine. La tolleranza e la capacità di fare passi indietro sono essenziali nel suo vivere, come la necessità di comprendere la coppia e le sue interazioni.
La vita è una costellazione di stelle immerse nel buio. Tra una luce e l’altra c’è l’oscurità e si deve imparare a conviverci, arrivando a sporcare l’anima per comprenderla e guidarla, per poi lavarla attraverso l’analisi e l’autocritica.
Qui esterno le stelle e i miei buchi neri. Qui!!! Dove la parola è relativa e l’azione priva di riflessi, posso desiderare e condannare senza per forza nuocere a qualcuno, volendo neanche a me stesso. Racconto semplicemente i miei pensieri.