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Concomitanze

“Non v’è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l’intervallo.”
Arthur Schopenhauer

Concomitanze di eventi, ieri mi è giunta voce che mio cugino sta per diventare padre per la seconda volta e che mio zio ha lasciato questa vita per sempre.

Qualcosa di simile è capitato anche a me, poco dopo la mia nascita, mio nonno se n’è andò, tant’è che mia madre mi raccontò che il giorno che mi ha visto per la prima volta, mio nonno, esclamò: “Nascisti tu e mi stai ammuttannu.” Trad: “Tu nasci e mi spingi via.”
Io nascevo e lui andava via, già consapevole che la fine era vicina, un modo per affermare che la vita continua e che il nuovo sostituisce, sempre, il vecchio.

E così accadde, poche settimane dopo la mia nascita, mio nonno mori, non lo conobbi mai.

Avevo gli altri nonni, però, i due nonni materni e la nonna paterna. Oggi non ci sono più, il legame più stretto l’ebbi con mia nonna paterna.

Dietro i miei nonni materni c’era e c’è una storia triste, una storia che rispecchiava i tempi e un ambiente povero e ignorante. I miei nonni non potendo mantenere tutti i figli, decisero di dare mia madre – la più grande – alla sorella di mio nonno, all’epoca forse era usanza fare cosi. Non vi sto a raccontare i dettagli, vi racconto solo quel che mia madre ha, sempre, raccontato di quel periodo. Mia madre visse quel trasferimento come un abbandono, ulteriormente incattivito dal fatto che dopo essersi innamorata degli zii che la trattarono con sincero amore, fu strappata alle loro cure e al loro amore, per una lita con mio nonno. Mia madre non perdonò i miei nonni molto presto, ci vollero anni prima che ciò accadesse. Io vissi con distacco, distacco voluto da mia madre, i miei nonni materni. Solo dopo ci fu un riavvicinamento, ammetto, però, che i rapporti furono sempre alquanto freddi, non mi sentivo e non mi sono mai sentito uguale agli altri nipoti, di fatto non fui mai trattato come gli altri nipoti, questo accadde a me prima a mia sorella dopo.

L’unico affetto che ho avuto è stato per mia nonna materna, che vissi relativamente poco, mori quando avevo 15 anni.

 

 

Gli unici ricordi che ho di mio nonno paterno sono una foto e le storie che mi hanno raccontato mia madre e mio padre, racconti che oggi sono confusi e incerti. Poche cose ricordo.

Ricordo che mio padre mi raccontò che mio nonno adorava Frank Sinistra e che avrebbe voluto cantare.

C’era una canzone di Sinistra in particolare che mio padre amava e credo l’ascoltasse perché gli ricordava il padre.

 

Ho amato, ho riso e pianto
Ho avuto le mie soddisfazioni, anche la mia parte di sconfitte
E ora, mentre le lacrime si placano, trovo tutto così divertente
Pensare che ho fatto tutto ciò
E posso dire, senza timidezza
io, l’ho fatto a modo mio

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Amore

Questi due giorni e i relativi post sono stati alquanto critici e tristi, avervi portato a declinare la stessa tristezza mi è dispiaciuto un pochino.

Oggi, voglio regalare a me e a voi:

Vita e amore.

I prossimi minuti possono essere emotivamente impegnativi e impressionabili.

Per me sono semplicemente e incomparabilmente meravigliosi.

Dalla vita buona giornata. 🙂