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Seguire i binari

Un’amica in un commento ha messo in evidenza una verità.

Un paio di settimane fa ho espresso un’osservazione alla mia compagna che al momento ha provocato una benevola ilarità, in realtà la natura dell’osservazione è tutto tranne che benevola.
L’osservazione in questione riguardava un fatto, nella settimana che ho portato fuori Frida, ho conosciuto e scambiato una parola con tante persone, merito di Frida ovviamente. Ora! In questo non c’è nulla di speciale. Quindi dove sta la particolarità? Nel fatto che ho conosciuto più persone in quella settimana che in 48 anni di vita vissuta, il che può far sorride, in realtà, però, è triste.

L’amica nel commento ha scritto che nel mondo reale, a causa delle rispettive riservatezze, probabilmente ci saremmo cordialmente evitati.

Ed è vero.

Nei post inseriti ho spesso, per non dire sempre, puntato il riflettore sulla solitudine è un ripetersi all’infinito, un loop temporale che imprigiona il mio comportamento.

“Gli umani dedicano la loro vita a ripetere cose, gesti e comportamenti che chiamano abitudini.”
Luis Sepulveda

Abitudini, la riservatezza può esser un’abitudine?
La curiosità è l’arma che combatte l’abitudine, che smorza la routine, ed è, anche, ciò che ci sprona a confrontarci con chi abbiamo accanto.
Quante volte capita di dire o sentirsi dire, cosa ti incuriosisce? O cosa ci incuriosisce? Ammetto non tante volte, mi è capitato però.
Se camminando per strada mi accorgo che il negozio che ho davanti vende articoli per le belle arti, 9 volte su 10 entro, anche se nella maggior parte delle volte non compro nulla. Curiosità e interesse si uniscono, ed è irresistibile la vetrina, nulla accade, però, se incrocio lo sguardo di un altro essere umano.

Iniziative.

“Non puoi attraversare il mare semplicemente fissando l’acqua.”
Rabindranath Tagore

Il lavoro interiore per accertarsi e accettare la vita che si è costruito, è profondamente solitario e doloroso, perché è una lotta incessante tra quel che riesco a fare e quel che non ho il coraggio di fare.

Non so voi, credo, però, sia nella natura umana farsi domanda, porsi interrogativi, io me ne faccio tanti. Vi è mai capitato di pensare di voler esser diversi da quello che siete?
Non dico voler somigliare ad un altro uomo o donna, quando mi trovo al centro commerciale spesso vorrei avere il portafoglio dello sceicco del Brunei 🙂 il punto è che non riesco mai a sentirmi completo, non parlo di coppia, ma di integrità e opportunità. Sono riservato, così riservato che, per usare una metafora molto conosciuta e intelligente, dei tanti treni che mi sono passati davanti, ne avrò preso tre, forse quattro. Dici niente!!! Quattro so’ tanti. Rispetto alle decine che ho perso? No!
Ho scelto i treni più sicuri, più affidabili. Chissà invece dove portavano gli altri? Quelli senza destinazione, quelli che a vederli suscitavano paura e meraviglia per quando erano lunghi ed esotici.
Cosa avrò perso? Chi non avrò incontrato?

Il lavoro interiore per trasformare queste domande, da rimpianti alla vita giusta che meritiamo, che amiamo e rispettiamo, è lungo e non privo di spine. Un lavoro che mi porta a scrivere che sì, nella realtà, cara amica, non ci saremmo neanche sorrisi, intenti a guardare il grigio asfalto o persi in un’analisi d’insieme che fonde l’orizzonte, la vita, però, trova sempre un modo per renderla meritevole, per renderla all’altezza delle nostre aspirazione e desideri. Ed ecco che qui, nella penombra della società, in questa stazione in mezzo al nulla, ci si ritrova ad aspettare il prossimo treno e aspettando si scambia qualche parola, si leggono manifesti e lettere che sono i nostri pensieri e le nostre osservazioni.

Metaforicamente parlando la vita è e sarà, sempre, quell’attimo di consapevolezza che vive tra un gesto diventato passato e un pensiero strappato a quel lontano orizzonte chiamato futuro.

La poesia è prepotente nella mia mente e riesce a soffocare tutto il cinismo e la diffidenza che esiste nel mio cuore, credetemi non sarebbe difficile trasformare questi pensieri in un’ondata di pessimismo e disfattismo. Il mondo sgorga acque nere ogni secondo di respiro, per fortuna ho la facoltà di scegliere quale titolo proporvi.

Una delle poche scelte che la vita mi concede e me le tengo strette. Un treno può esser perso, tutti i treni possono essere persi, nessun essere vivente ha, però, la forza e il potere di impedirmi, di impedirci di scendere dal marciapiede e seguire i binari.

Io l’ho fatto tante volte, non vedo il treno, ma quel che esso passa sì.

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In fin dei conti sono le orme che lasciamo dietro di noi che ci identificano, le tracce che lasciamo nella sabbia della vita che danno senso al cammino.

Buona inizio di settimana a tutti.

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Cura

L’influenza stagionale è un appuntamento per molti italiani inevitabile, e nel male si ha l’occasione di mostrare e dimostrare l’amore che a parole è sempre vivo e presente.

La mia compagna al momento è immobilizzata (per modo di dire) a letto, costretta dall’australiana.
Io le cucino, io l’accudisco, io le cambio il pigiama, io l’aiuto in questo momento di difficoltà.
Siamo soli ed è nel nostro essere l’uno per l’altra che nasce la cura. Quell’attenzione che ci fa tendere la mano e ci mostra, forse, ingiustamente migliori di quel che siamo.
Un’attenzione.
Un’attenzione in più, fa la differenza, nel momento del bisogno.
Un’attenzione in più, potrebbe cambiare il mondo, invece, quando viene donata nel momento che non si ha bisogno.

“Le cose che si amano non si posseggono mai completamente.
Semplicemente si custodiscono.”
Gaio Valerio Catullo

I filosofi danno sempre aiuto nel dare struttura alle idee e ai pensieri. Catullo declina una grande verità. Ciò che amiamo non ci appartiene mai completamente, forse, non ci appartiene per niente.
Ma è una realtà che è, verità per tutti i nostri sentimenti. Non ci appartiene, così come chi amiamo, chi adiamo, chi desideriamo o sogniamo, dobbiamo, dovremmo, semplicemente, custodirli, come si custodisce qualcosa di prezioso, curarli, è la cura, la verità nascosta dell’amore.

Non scrivo nulla di nuovo o di originale, ci sono esempi più importanti e incisivi sul significato e l’importanza della cura.


Com’è mia abitudine e libertà scrivo quel che mi sento e lo scrivo quando mi sento e nel modo in cui mi sento, fregandomene se posso esser agli occhi di chi mi legge banale e scontato.
Lo so, sono un pochino presuntuoso?
Ma la mia più che presunzione è un riscatto dai tanti silenzi che hanno scandito la mia vita.

E non c’è peggior male del silenzio, difronte a chi soffre, a chi grida, perché, poi, il silenzio non è vuoto come pensate, è pieno di aspettative e idee che sperano di lasciare il nostro cuore. Il mio cuore è pieno di questi relitti e non posso eliminarli e in verità non devo eliminarli.

La cura e il silenzio, due verità che spesso si incrociano nel bene e nel male. lungo il nostro cammino.