Tag : socrate

post image

Buon Agosto

Un saluto alle amiche e agli amici di Libero.

La mia compagna è in ferie, ed è a casa (già da parecchi giorni), quindi, le ho dedicato, le dedico e le dedicherò tutto il tempo che ho, a lei e naturalmente a Frida.

Vi racconterò quando questi giorni di Ferie finiranno.

Per adesso mi limito ad un passaggio.

“Siate felici, agite nella felicità, sentitevi felici, senza alcuna ragione particolare.”
Socrate

Socrate

Buon Agosto a tutti.

post image

L’unica che potrei immaginare

Si sa che uomo e donna sono diversi, è una banale ovvietà.
Può capitare, poi, d’esser così diversi da essere opposti, come la luna e il sole, l’acqua e il fuoco, la gioia e la tristezza.

danza-degli-opposti

Io e la mia compagna siamo opposti, non potrei dire come la luna e il sole, ma abbastanza d’aver poco in comune. Lei ama la sera, io il mattino, lei il mare, io la montagna, lei i film comici, io i fantasy, lei la musica leggere, io la rock.
Quando usciamo lei ha bisogno di sapere dove va, in parole povere, cosa va a vedere, a me basta la passeggiata per esser gratificato, il movimento mi entusiasma, alla mia compagna la meta, girare a vuoto non fa per lei. Una delle (sue) risposte più ricorrenti alla (mia) domanda: “usciamo?” È, sempre: “dove andiamo?” 10 volte su 9 non le so rispondere e lei si arrabbia. 🙂

Ieri in città c’è stata un’opera teatrale di una sconosciuta compagnia locale, opera che aveva una caratteristica che la mia compagna apprezza sopra ogni cosa, era gratis.
Mi piace il teatro, anche in questo, però, siamo diversi, lei ama le opere stravaganti, strane, si diverte, poi, se gli attori interagiscono con gli spettatori, io non amo queste interazioni e apprezzo poco le opere stravaganti.
Ma per amore si sorvola e in modo del tutto inatteso alla fine apprezzi pure quel mondo così lontano da te e per certi versi insopportabile (le novità sono sempre insopportabili).

Quante cose si sopportano per amore? O si accettano perché fanno parte del suo mondo, anche se prima neanche da lontano (quelle cose) le avvicinavi?

In un modo del tutto particolare tutto questo è paragonabile alla fede, forse l’unica vera fede.
Se c’è qualcosa che può accumunare tutti, al di là delle ideologie, è l’amore, senza, tutto è più doloroso, senza quel piccolo atto di gentilezza, si muore in tanti modi.

Ammetto!!! È capitato di pensare: “le diversità sono troppo per definirsi affini, per definirsi una coppia perfetta”.
Per fede, solo per pura e semplice fede, però, il cuore che batte nel suo petto è l’unico che potrei immaginare accanto a me.

Ieri alla mia compagna lo spettacolo è piaciuto a me non tanto, ma va bene così, perché tutto sommato, se lei è felice, lo sono anch’io. Una logica contorna, masochista forse, ma è l’amore.
Capiterà, come è capitato, che sarà lei a seguire me e lei nonostante tutto sorridere insieme a me.
Perché l’amore è questo! Non nei momenti d’armonia, ma nei momenti di disarmonia egli respira e batte più forte:

“All’unione di due anime costanti io mai porrò impedimenti.
Amore non è amore se muta quando scopre
un mutamento o tende a svanire quando l’altro si allontana.
Oh no! Amore è un faro, sempre fisso che sovrasta
la tempesta e non vacilla mai.
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma, impavido, resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non avrò mai scritto e nessuno ha mai amato.”
Sonetto n° 116

William Shakespeare

B77B1CD2-5F7F-4DF0-952D-C9A78340B4E3

“A colui che è buono non può accadere nulla di male, né da vivo né da morto.”
Socrate

Il buon Socrate mostra la via, alla fine la vita è luce e ombra. Ieri si è stati nell’ombra, oggi nella luce.

post image

Mostruosa libertà

In un commento un’amica ha scritto:
“Mi chiedo a volte da dove sia scaturita l’idea di creare un essere ‘intelligente’ come l’uomo, in grado di manipolare le leggi della natura a proprio piacimento, conferendogli quello che viene appunto chiamato ‘libero arbitrio’?”
Continua la sua riflessione attribuendo all’uomo la giusta etichetta di “mostro”.
Un mostro che si arroga il diritto di decidere chi vive e chi muore.

Rispondere alla domanda è certo straordinariamente complesso. Quale caos o mente ha potuto dare vita ad una creatura così contraddittoria?
L’evoluzione è, la naturale risposta, la complessità o difficoltà sta, invece, nell’immaginare la naturale associazione tra uomo e natura, come se l’uomo non fosse capace di essere parte della natura che lo ha creato. Con lui l’armonia che vive tra tutte le cose viene meno.

Leggerezza e pesantezza.

Definizione di leggerezza:
L’esser leggero, qualità di ciò che è leggero (che ha cioè poco peso). Agilità, sveltezza, anche scioltezza, facilità, spontaneità. Poca serietà, incostanza, volubilità, riferito alla persona o agli atti.

Definizione di pesantezza:
L’esser pesante, qualità di ciò che è pesante. Scarsa agilità, mancanza di scioltezza nei movimenti. Mancanza di facilità, di spontaneità. L’essere, il risultare noioso a causa di eccessiva serietà, pedanteria, prolissità.

È importante anche in un luogo come questo definire la propria identità, anzi, forse è proprio in posti come questo che si può riuscire a superare quell’etichetta di mostro che abbiamo tutti appesa al collo. Il mostro ha tante facce, ed ogni faccia mostra un subdolo e credule comportamento, metterci la faccia e mostrarsi nei contenuti, nei pensieri, frantuma parte di questa maschera e concede a chi partecipa a questa agora virtuale un’occasione, a volte breve, a volte lunga, di essere circondati da individui intelligenti. Un profilo privo di contenuti è un profilo inutile e non dona né leggerezza, né pesantezza.

Il peso di un argomento ne definisce la sostanza è garantisce partecipazione. Oggi si partecipa alla vita di tutti, grazia alle rete le informazione sono veicolate e il libero arbitrio ci concede la scelta di entrare nelle vite di chi ci circonda, entrando spesso e volentieri con la maschera del mostro (Haters).
Questa è la libertà concessa all’uomo dall’evoluzione, l’uomo non è un mostro per legge di natura, come lo è ai nostri occhi un’animale feroce, l’uomo sceglie coscientemente di essere un mostro.

La domanda sollevata dell’amica è la stessa domanda che si pongono da secoli la filosofia e la sociologia.
Come può l’evoluzione aver permesso lo sviluppo di una creatura capace di autodistruggersi?
Il peso delle domande che ci facciamo espande la nostra conoscenza e ci obbliga a porci davanti alle nostre illusioni e costruzioni mentali.

Ri-cito nuovamente Hawking: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza.”

Sono d’accordo con il grande scienziato, l’ignoranza è un nemico che può far enormi danni, ma mai quanto l’illusione di sapere. Ed è questa illusione che ci eleva rispetto alle altre specie e ci condanna all’arroganza e alla superbia, quell’arroganza e superbia che pone la conoscenza a verità e la verità a condotta. Per una presunta verità calunniamo, per una presunta verità trasgrediamo, per una presunta verità combattiamo, per una presunta verità discriminiamo, per una presunta verità uccidiamo, per una presunta verità inganniamo, questa ultima verità è la maschera che indossano molti utenti in questa comunità.

All’inizio visitavo i profili e cercavo di partecipare, oggi, non sento più la necessità come se dopo aver scandagliato l’oceano abbia tracciato la mappa di questo posto e trovato la verità, l’illusione mi ha lasciato l’idea che c’è il vuoto e che a parte una decina (anche meno) di utenti non c’è valore in questa realtà.

Scelte e libero arbitrio creano, sempre, conseguenze, anche nelle piccole azioni, anche nella più insignificante considerazione.

Sinceramente non penso di aver centrato l’argomento che avevo in mente.
Ha preso una strana pieghe la riflessione, l’intenzione iniziale era rispondere e approfondire il bellissimo commento lasciato dalla mia amica virtuale, non l’unico commento a dire il vero, che si lascia dietro una straordinaria moltitudine di quesiti su cui costruire un pensiero. Poi ho puntato, quasi, involontariamente al valore di quel che si scrive e scriviamo, alla leggerezza e pesantezza dei contenuto che sono poi ciò che ci spinge a partecipare e interagire, in palese critica con chi resta alla porta della propria inutilità, i tanti osservatori che visitano, visitano e visitano senza lasciare nulla. Il pubblico volendo serve, a volte è, persino, necessario per definire il bene e il male di una condotta o di una verità.

Che potere ha il singolo senza l’approvazione delle masse?
Questo aspetto stratifica, ancor più, l’essenza dell’essere umano, sublimando un comportamento che lascia senza parole. Un singolo uomo ha il potere di elargire benessere o malessere, ma questo potere è subordinato alla moltitudine, è la massa che lo concede, e allo stesso modo è la massa che lo sottrae.
È sempre una singola voce che semina. Strana creatura l’essere umano.

“Più gente conosco, e più apprezzo il mio cane.”
Socrate

Secondo voi ha senso quello che ho scritto?

scimmia-che-pensa

post image

Lodato sia

Ieri sono entrato parecchie volte, ho provato a scrivere qualcosa, anche un semplice saluto, ma nulla mi sembrava opportuno.
Anche ora in verità: Non so di cosa scrivere, bell’inizio non c’è che dire! Affidarmi alla logica l’unica strada. Forse riesco a mettere insieme un pensiero. Potrei iniziare da quel che ho scritto nell’ultimo post.

Un post a dir poco inquieto e cupo, se dovessi usare una metafora, direi che quel di mi sono trovato o meglio ritrovano chiuso in una stanza in cui la luce non riusciva a filtrare dalla finestra. Buio!!! Ecco quel che vedevo, solo buio.
Vivere nel buio!!! Una cecità metaforica ovviamente. Una cecità che non ti blocca nei movimenti, non ti rende ogni azione una sfida, una battaglia contro la sopravvivenza, ma ha la stessa paura incisa nelle carne.

In questo momento, in questo istante, fino a poche ore fa notturno, non è importante fermarsi a quel che ho scritto quel giorno. In realtà in questo momento poche cose sono importanti, forse la semplicità che porta alle singole parole può avere un valore. Semplici parole che hanno un significato.

Grazie!!! È una di queste parole, lo si dice così poco. Si dovrebbe ringraziare, invece, ogni giorno qualcuno, ringraziare ogni giorno la vita e i suoi elementi.

Io sono nato il 4 ottobre, per San Francesco. Per forza di cose questa figura è stata ricorrente nella mia vita. Non dico che mi ha reso degno (lontano in corpo e intenzioni sono da tutto quello che egli rappresenta ed ha rappresentato), ma di sicuro mi è stato vicino in molte occasioni.
Fra tutti gli uomini che hanno cavalcato la storia, lui, è certo quello che ha saputo meglio di tutti dare forma e significato alla parola: Grazie. Lo ha fatto attraverso la semplicità, attraverso piccoli atti d’amore.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle […]
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento […]
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, […]
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu […]
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra […]
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore […]

Laudato si’ (lodato sia), un modo semplicemente straordinario per dire grazie. Grazie per la vita, grazie per le tante sorelle e fratelli che ci scaldano, ci nutrano, ci dissetano, grazie per quelli che perdonano, che sono capaci di perdonare.

Facile per Francesco perdonare anche quando il suo corpo veniva offeso con sputi e percosse. La sua anima non era terrena, la mia anima, invece, è terrena e risente della cecità di certi momenti.

E il problema, non è perdonare gli altri, questo è facile, per me è stato sempre molto facile, troppo facile, ed ho pagato, spesso, cara questa mia forza o fragilità (non saprei direi se sia oggi virtù o vizio?). Il problema è perdonare se stessi. Perché è questo assioma (per me è un principio evidente) a portarci nel buio.

Per uscirne ci si affida a ciò che da’ pace (che brutta parola). Potreste pensare che sia la pace donata da chi ci dona amore? C’entra l’amore, c’entra sempre, ma per me è la pace che nasce dalla virtù.

Altra bella parola, ma vecchia oggi, antica, quasi in disuso, la sento solo le poche volte che entro in una cattedrale.

Aristotele diceva che la felicità non consiste in passatempi e divertimenti, ma in attività virtuose, il suo maestro Socrate che da essa (la virtù) nasceva la bellezza. Ed è così!!! L’arte, la musica, la poesia sono atti di virtuosa felicità che donano bellezza e amore. Sì amore, perché è sempre in un atto d’amore verso se stessi o gli altri che prende vita, forma, l’idea che racchiude il desiderio di donarsi senza costo o ricavo.

Ed è nella mia virtù che ho sempre trovato la pace e la luce per spazzare via la cecità. La virtù della parola scritta, che mi permette di imbrigliare i demoni che ho nell’anima e discuterci, la virtù del disegno, che mi ha permesso e mi permette di trasformare l’amore in un atto che ha forma e identità.

Si cerca nel desiderio, nell’amplesso la fuga dalla noia (un vizio che racchiude in sé, più profonde ostilità per l’anima) quando si dovrebbe cercare, invece, nel pensiero che lo trascina, la via per non sentirsi fragili o inutili, in quell’idea che spinge ad aprire e donare quel che nei momenti di solitudine e riflessione è: desiderio d’amore. Nella solitudine nasce l’amore.

Qualcosa direi che è uscito e come sempre parola, dopo parola, si è creato un lungo pensiero. Spero non sia stato noioso per chi legge. Beh anche lo fosse!!! 🙂

Mettersi alla luce. 🙂

foto

IO

Grazie alla luce.

Grazie al buio.

Grazie a Francesco.

Grazie al mio talento:

Stanlio e Ollio

Per ricordare di sorridere anche nei momenti bui.

Grazie a te che leggi.