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Viaggio in treno

Oggi voglio descrivere una sensazione piacevole avuta ieri.
L’intenzione sarà quella, poi non vi garantisco nulla. 🙂

Ieri dopo più di un lustro mi è successo di prendere il treno, e come spesso capita quando riprendi o rifai qualcosa dimentico nel tempo i ricordi riaffiorano.
Ovviamente i ricordi si concentrano al periodo studentesco, il periodo in cui non avendo auto mi spostavo attraverso i mezzi.

Devo dire che da allora, e sono passati quasi 25 anni, le cose sono parecchio migliorate, a partire dai treni molto più comodi e veloci.
Mi sono balenati in mente alcuni compagni di Accademia e tutte le gite, chiamiamole così, intraprese per andare a visitare quella chiesa, quella pinacoteca o quel palazzo storico che ci serviva in quel momento come studio per il progetto di turno.
Per un progetto servivano anche più visite, una volta dovetti andare da solo, il mio collega di progetto, non ricordo il motivo, ebbe un imprevisto. Mi ricordo, ancora, vividamente il viaggio verso quella destinazione.
Lo studio riguardare un bellissimo portone in bronzo, decorato con magnifici bassorilievi. Il compito o progetto prevedeva, uno studio teorico storico dell’opera. Chi? Come? Quando? Per esser precisi e una parte progettuale, fatta di disegni, rilievi e in alcune casi acqueforti o dipinti.
Non so perché il mio gruppo di studio dava questa parte sempre a me, ingiustamente ritenevano le mie doti di riproduzione (essendo un perfezionista) superiori, in realtà non era vero, era la tecnica che usavamo diversa, ogni artista tenda a sviluppare la sua ed essendo io il più fedele alla realtà in quel momento della crescita artistica, per loro era logico che mi occupassi io della parte progettuale relativa all’acquaforte o il dipinto, significava un voto più alto.
Ovviamente mi necessitava avere l’opera davanti, avevo la reflex ma non era la stessa cosa avere l’opera davanti, le foto andavano bene per le rifiniture, i dettagli, ma la percezione del colore, della tridimensionalità, è percepibile solo stando davanti all’opera.
Il portone si trovava in una chiesa di Caltagirone, oggi in treno ci vogliono circa un’ora e quaranta minuti per raggiungerla, all’epoca, forse, qualcosina in più.

Il viaggio di ieri, un viaggio breve al dire il vero, mi ha ricordato tutto questo.

E una sorta di quasi rimpianto mi ha assalito.
Rimpiangi i periodi belli e nel mio passato il periodo accademico è stato il più bello.
D’Annunzio disse: “Il rimpianto è il vano pascolo di uno spirito disoccupato. Bisogna soprattutto evitare il rimpianto occupando sempre lo spirito con nuove sensazioni e con nuove immaginazioni.”

Parafrasando Hikmet potrei scrivere:

 il più bello dei nostri ricordi
non lo abbiamo ancora vissuto

Hanno ragione entrambi, il rimpianto se poi è legato al passato, è un male che si auto genera e produce paura sotto la falsa forma della malinconia. So che hanno, quindi, ragione, so che la bellezza della vita è nel presente e che l’illusione di vivere un presente non all’altezza del passato è, pericoloso per il futuro. Ma sono purtroppo un’anima malinconica.

Da un lato ho colto la bellezza del viaggio e l’emozione nel vivere il treno una volta ancora, dall’altro rimpiango i bei momenti che esso mi ha suscitato.

In una poesia d’amore e gioia, vi è sempre un verso di malinconico tormento.

Vivo l’amore e la gioia,
l’arte e la passione e
scrivo versi di incommensurabile felicità.
Ma ahimè tra una virgola e
un punto.
Nasce, sempre, una lacrima,
malinconica.

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Intermezzo

Intermezzo

L’intermezzo come ho scritto nel precedente pensiero è una pausa.
Ed una pausa c’è stata.

Cinque ore di macchina per raggiungere una delle valli più suggestive della mia terra. L’avevo scritto, così è stato. Il 6 l’abbiamo (io e la mia compagna) passato fuori e viste le tante ore, si è fatta, poi, notte. Si è rimasti a dormire. Evito di scrivervi i dettagli di questa piccola gita, credo, non interessino e interesseranno a nessuno.

Condivido solo un’immagine. L’immagine del tramonto che abbiamo trovato.
Tempo fa, scrissi che nelle foglie che cadono, si può cogliere la voce del romanticismo. Beh!!! Direi che la si può cogliere anche nel sole che va a dormire:

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Le isole che vedete ai margini dell’orizzonte sono le meravigliose Egadi.

Intermezzo