Legittima difesa di Israele?

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Si parla sempre del diritto di Israele a difendersi. Si tratta di una frase che presenta varie implicazioni, alcune francamente scivolose.

Proviamo ad analizzarle.

Israele ha diritto a difendersi. Come frase in sé, nulla da eccepire. Ogni Stato ha diritto a difendersi e l’art. 51 dello Statuto dell’ONU si applica, senza dubbio, a Israele.

Ma nella situazione attuale Israele ha diritto a difendersi? La risposta è no, per varie ragioni.

La prima è che, sempre ammesso che Israele avesse diritto alla legittima difesa dopo il 7 ottobre, quel diritto si è esaurito una volta respinta l’azione di Hamas. Questa è stata respinta da Israele dopo pochi giorni. A quel punto non vi era più un attacco armato in corso (sempre ammesso che ci sia stato) e, conseguentemente, anche il diritto di Israele a difendersi era venuto meno. Ciò significa che la situazione attuale a Gaza configura un’aggressione israeliana, piuttosto che una difesa israeliana.

Ciò detto, ci sono una serie di ulteriori profili che smentiscono il diritto di Israele a difendersi:

  1. Se consideriamo la Palestina unitariamente, questa è sottoposta a occupazione bellica e blocco navale, due fattispecie del crimine di aggressione (secondo la risoluzione 3314 dell’Assemblea Generale dell’ONU e l’art. 8 bis dello Statuto della Corte penale internazionale);
  2. Se consideriamo la Striscia di Gaza separatamente, questa è sottoposta a blocco navale (a prescindere ora dall’annoso problema della sua legittimità) e ad assedio; quantomeno una fattispecie di aggressione era in atto (secondo gli atti citati poc’anzi);
  3. Israele ha annesso territori che appartenevano ai palestinesi; basta mettere a confronto la situazione attuale e il piano di partizione del 1947, accettato da Israele con la sua dichiarazione di indipendenza del 1948; l’annessione ricade anch’essa nel crimine di aggressione (secondo gli atti citati poc’anzi).

Come si vede, Israele è in stato di perenne conflitto armato contro i palestinesi, con misure aggressive che legittimano la risposta palestinese, nell’ambito di un conflitto di liberazione nazionale, nel cui quadro comunque non sono ammissibili uccisioni di civili, chiunque le compia.

Ne segue che il 7 ottobre scorso non era in vigore alcun armistizio o cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi, ma era in corso un conflitto armato in cui l’aggressore è Israele, che pertanto non ha alcun diritto di belligeranza difensiva nei confronti dei palestinesi ai sensi dell’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite.