oltre lo sguardo

Il tempo dei papaveri


Guardo fuori, un pallido sole fa capolino tra nuvoloni gonfi di pioggia, insiste, spinge, e riesce a illuminare con i suoi deboli raggi l’erba del prato fradicia di pioggia e il manto rosso dei papaveri che occhieggiano spaesati. Il sole è tiepido ma sufficiente a darti la carica emotiva necessaria a cambiare sguardo. Non c’è temporale che duri così a lungo da non veder ricomparire il sole, così nelle nostre vite, messe a dura prova da dispiaceri, fatti, eventi ai quali siamo sottoposti quotidianamente e che possono destabilizzarci. Momenti in cui vorremmo scomparire, chiuderci a riccio, soffocare il dolore perché tutto possa apparire normale agli occhi del mondo, mentre la sofferenza tracima dalla nostra pelle appena riusciamo ad isolarci e possiamo dar libero sfogo alle nostre emozioni. Ma anche il pianto più disperato diventa sempre più flebile, fino a scomparire. Nuove immagini si sovrappongono a quelle distruttive e una naturale forza vitale ci spinge a reagire. Tornano i programmi, i progetti, si sperimentano altri tentativi di conciliazione, si confida nuovamente nel futuro. E ci si scalda al nuovo sole.