ADRIENNE RICH

199196475_6017906924886389_3978390007755187444_n

La grande poetessa, scrittrice americana Adrienne Rich, di origini ebee da parte di padre, nata nel ’29, a Baltimora, per tutta la vita andò alla ricerca di un’identità che la spogliasse degli artifici e l’ipocrisia di un “politicamente corretto” che non le corrispondeva, lei che prima di potersi riconoscere lesbica, fu moglie e madre, così come prevedeva il ruolo femminile anni ’50.

…La poesia per Rich è la ricerca di un linguaggio comune (perché scrivere è ri-nominare), la creazione di un atlante per districarci in questo difficile mondo dove per sopravvivere è necessario creare legami tra il personale e il politico, tra la “mia” e la “tua” storia. Nei suoi testi in poesia e in prosa è in atto una re-visione, è data voce a chi è stato tradizionalmente zittito dalla storia, per capire che “questo modo di soffrire/è condiviso, non necessario/è politico” e che la politica non è qualcosa “là fuori ma qui dentro”. Dal web

Non è possibile ridurre la grandezza di Adrienne Rich liquidandola con due parole e due poesie. Il mio vuole essere soltanto un contributo alla riscoperta di questa grande donna, che impiegò una vita intera per scegliersi e la poesia diventò il tramite della sua lotta verso la libertà.

I miei contributi

Dediche
So che stai leggendo questa poesia
tardi, prima di lasciare il tuo ufficio
con l’unico lampione giallo e una finestra che rabbuia
nella spossatezza di un edificio dissolto nella quiete
quando l’ora di punta è da molto passata. So che stai leggendo
questa poesia in piedi, in una libreria lontano dall’oceano
in un giorno grigio agli inizi della primavera, deboli fiocchi sospinti
attraverso gli immensi spazi delle pianure intorno a te.
So che stai leggendo questa poesia
in una stanza in cui è accaduto troppo per poterlo sopportare,
spirali di lenzuola ristagnano sul letto
e la valigia aperta parla di fuga
ma non puoi andartene ora. So che stai leggendo questa poesia
mentre il metrò rallenta la corsa, prima di lanciarti su per le scale
verso un amore diverso
che la vita non ti ha mai concesso.
So che stai leggendo questa poesia alla luce
della televisione, dove scorrono sussulti di immagini mute,
mentre aspetti le ultime notizie sull’intifada.
So che stai leggendo questa poesia in una sala d’aspetto
di occhi incontrati che non si incontrano, di identità con estranei.
So che stai leggendo questa poesia sotto il neon
nella noia stanca dei giovani che sono esclusi,
che si escludono, troppo presto. So
che stai leggendo questa poesia con la tua vista indebolita:
le tue lenti spesse dilatano le lettere oltre ogni significato e tuttavia continui a leggere
perché anche l’alfabeto è prezioso.
So che stai leggendo questa poesia in cucina,
mentre riscaldi il latte, con un bambino che ti piange sulla spalla e un libro in mano,
perché la vita è breve e anche tu hai sete.
So che stai leggendo questa poesia che non è nella tua lingua:
di alcune parole non conosci il significato, mentre altre ti fanno continuare a leggere
e io voglio sapere quali sono.
So che stai leggendo questa poesia in attesa di udire qualcosa, divisa tra amarezza e speranza,
per poi tornare ai compiti che non puoi rifiutare.
So che stai leggendo questa poesia perché non c’è altro da leggere,
lì dove sei approdata, nuda come sei.
Adrienne Rich, da Cartografie del silenzio, Crocetti Editore, 2000, Milano.

Ecco perché voglio parlarti ora. Per dire: chi cerca di assumersi la responsabilità della propria identità non dovrebbe sentirsi solo. Dobbiamo poterci sedere e piangere fra la gente, e ciò nonostante restare guerrieri. ( Preparo per te questo strano pacchetto di rabbia e lo lego con amore) . Pensavi, credo, che un posto simile non esistesse per te, e forse allora non c’era, e forse non c’è nemmeno ora; ma dovremo costruircelo, noi che vogliamo una fine della sofferenza, noi che vogliamo cambiare le leggi della storia, se non vogliamo tradire noi stessi.
—-
Per i popoli oppressi, colonizzare il linguaggio di chi ti ha colonizzato è un passo importante per riappropriarsi della propria libertà

Concludo dicendo che la libertà passa sempre attraverso scelte personali, non popolari non indolori, non semplici, e che per riuscirci occorre avere una grande personalità la capacità di rinunciare a privilegi e strade spianate come lei, il cui scopo era di consolidare la parola ri-creata: Come ho odiato parlare “da donna”/ per mera continuità/ mentre era la rottura ciò che vedevo/ Come donna amo/ e odio? come donna/ mastico la mia cioccolata amara sotto terra? Adrienne Rich

foto – Adrienne Rich

ADRIENNE RICHultima modifica: 2021-06-14T21:29:59+02:00da lorifu