Gazzetta del Gossip

Non riceve il reddito di cittadinanza, marocchino sfascia l'ufficio postale: libero dopo due ore


Libero. Nonostante denunce e malanni a ripetizione. Protagonista il 39enne marocchino che martedì mattina ha sfasciato l'ufficio postale di Piove di Sacco, in provincia di Padova, perché non gli erano arrivati sulla carta i soldi del redditto di cittadinanza. Danni per 100mila euro. Lo straniero ha così rimediato una denuncia per interruzione di pubblico servizio e danneggiamento. E dopo un paio d'ore in caserma è uscito a piede libero. A combinare nuovamente guai. Non sapendo dove andare, infatti, ha pensato bene di sfondare la finestra di una casa disabitata a pochi passi dall'ufficio Postale, per passarci la notte. E senza nemmeno rinunciare ai comfort, tanto che si è allacciato abusivamente alla rete elettrica per poter attaccare alcune stufette e riscaldarsi. LA SCOPERTA Ad accorgersi che qualcosa non andava, è stato proprio il proprietario dell'immobile che ha visto una luce all'interno dell'abitazione. Bizzarro, visto che quella casa non aveva allacciamento all'energia elettrica, essendo disabitata. È partita così la chiamata ai carabinieri, che una volta sul posto, hanno scoperto che all'interno dell'edificio vi aveva preso dimora proprio il 39enne marocchino che il giorno prima aveva messo a ferro e fuoco l'ufficio postale. E via, dunque, con la seconda rata di denunce a carico dello straniero. Questa volta per invasione di terreni ed edifici, furto di energia elettrica e, ancora una volta, danneggiamento. Nemmeno questo secondo episodio è costato l'arresto al magrebino, che si è trovato nuovamente a piede libero, mentre gli abitanti della cittadina della Saccisica già attendono una nuova puntata del suo prossimo show. IL PRECEDENTE Martedì il 39enne ha sfondato a mani nude, con calci e pugni, vetrate, Postamat, computer e sala d'aspetto dell'ufficio postale della centrale via Zabarella, sotto gli occhi sconvolti di dipendenti e clienti. A far perdere le staffe al marocchino, era stato il fatto che non era ancora stato accreditato sulla sua tessera l'importo mensile del reddito di cittadinanza, sussidio cui aveva fatto richiesta, poi approvata. «Quel denaro mi serve per vivere» aveva urlato davanti alla cassiera. Nonostante la collezione di denunce, l'uomo non rischia di perdere il sussidio, nonostante tutto. Non basta essere indagati per rimanere fuori da reddito. Per essere esclusi bisogna avere precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata e al terrorismo o per truffa con l'aggravante dell'aver percepito indebitamente sussidi pubblici. Inoltre bisogna aver già subito il processo e riportato la condanna. E una denuncia non serve nemmeno per vedersi revocato il beneficio. Questo infatti accade solamente se si presentano dichiarazioni mendaci o si rifiutano le tre offerte di lavoro proposte o se si viene scoperti a lavorare in nero. Il sindaco Davide Gianella: «Credo si sia trattato di un comportamento da imbecille, che poteva fare del male a qualcuno. Ora è giusto che l'autore venga espulso».
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