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Coronavirus in Lombardia, Fontana: «Roma non capisce». E chiama Bertolaso: «Non ci faremo trovare impreparati»


«Credo che ci sia una percezione sbagliatissima a Roma e non solo. Sentivo in tv un medico di Genova, faceva i discorsi di chi non ha coscienza di cosa succede, perché la situazione è oggettivamente gravissima, il virus è subdolo, scompare e ricompare e colpisce duro. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva, l'assessore mi dice che sono poche decine. Per questo noi avevamo fatto alla Protezione civile una proposta e ci avevano appoggiato. Loro avrebbero recuperato personale e ventilatori, noi i locali preparati come un reparto ospedaliero. Abbiamo già il progetto di massima al Padiglione 1 e 2 della Fiera. Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano…». Lo afferma Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica'. [caption id="attachment_19733" align="aligncenter" width="620"] Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in una immagine del 22 febbraio 2020.
ANSA/MARCO OTTICO[/caption] «Stiamo cercando di andare avanti e ho chiamato Guido Bertolaso, l'ex capo della Protezione civile ai tempi del terremoto. Sì, c'è stata polemica in passato, ma mi fido di lui, sarà il nostro consulente e ci aiuterà con i suoi contatti in tutto il mondo a realizzare questo ospedale da campo dedicato alle terapie intensive. Vorrei attraverso precisare una cosa - evidenzia Fontana - Non intendo fare politica con questo evento e non intendo fare polemiche né con il governo, né con la Protezione civile. Il fatto è che a dispetto di ogni difficoltà noi non vogliamo trovarci impreparati di fronte al peggio». «L'analisi delle curve del contagio parla della necessità, e secondo me è questo il dato che fuori dalla Lombardia non percepiscono esattamente, di un grande centro di rianimazione. Il virus al 90% dei casi non è grave, ma a un 10% della popolazione causa una gravissima polmonite. Per questi malati serve un letto per la rianimazione, anche per una dozzina di giorni, e la crescita dei contagi porta all'esaurimento dei letti. - sottolinea ancora Fontana - Noi in due settimane ne abbiamo creati 300, e li abbiamo aggiunti ai 650 che già c'erano, puoi fare miracoli ma esistono studi seri che parlano di 4mila persone da ricoverare in terapia intensiva in Italia a breve». «Noi siamo i primi a essere finiti nello tsunami, anche la signora Merkel si è detta disposta a collaborare e se lo fa le dirò grazie per tutta la vita. Insomma, il 'modulò studiato da Regione e Fiera Milano può servire per tutta l'Europa e fuori dall'Italia l'hanno compreso. - conclude Fontana - E se da noi passerà l'emergenza, i malati da altre regioni potranno trovare qui il posto che non hanno a casa loro».