Incontro …. all’incontro!

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Ringrazio ancora una volta tutti coloro che mi aiutano a crescere e a capire i segreti della vita o i segreti del vivere bene. Mi domando: ma noi davvero sappiamo vivere? Io sto ancora imparando e oggi desidero dedicare un  grazie particolare ad una persona che volendo approfondire con me il tema dell’incontro “fallimentare” mi ha spinto a riflettere su questa sua affermazione:

Si creano aspettative perchè si ha paura di vivere. Quindi gli incontri falliscono.

Si ci si confrontava sulle aspettative che noi ci facciamo quando ci si presenta un incontro.  Riflettendo a lungo, ancora una volta, vorrei riconfermare che gli incontri non falliscono perche’ si ha paura.  Colui che ha davvero paura neanche lo cerca l’incontro, lo ignora, se ne sta seduto in poltrona ad aspettare che qualcosa accada. Ma nulla puo’ accadere se non si va incontro all’incontro. Credo piuttosto che le aspettative siano una delle qualita’ piu’ umane che possediamo.

Faccio un esempio banalissimo il bebe’ appena nato piange e appena piange la mamma gli da’ il seno, il latte, le coccole insomma ad azione corrisponde reazione. Cosi il bebe’ impara da subito che se piange si “aspetta” certe reazioni come la pappa o l’affetto. E cosi noi diventiamo adulti su queste basi primitive di “aspettanza”. Quando incontriamo qualcuno/a sara’ dunque, quasi automatico, che abbiamo delle aspettative. Rientra in un programma di automatismo umano. Cosi non sono completamente d’accordo sul concetto delle aspettative come paura di vivere. Il bebe’ quando piange vuole vivere non morire. Si aspetta qualcosa!

Ringrazio ancora una volta Victoria_ignis che con il suo interessante blog contribuisce ad ampliare i nostri orizzonti e nella condivisione delle sue ricche esperienze ad illuminare il percorso di ciascuno di noi.

Ogni incontro e’ una lanterna sul nostro sentiero di vita!

Bella domanda…..

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Qualcuno scherzando mi ha definito “esperta” di incontri.

Sorrido e ringrazio, ma  diciamo la verita’: non sono affatto esperta in “incontri” piuttosto ho fatto solo alcune esperienze e ho cercato di vivermele cosi’ come mi sono accadute, come mi sono state regalate senza pormi grandi finalita’ o teorie da elaborarci sopra per cui alla domanda che mi viene posta non potro’ rispondere in modo esaustivo e assoluto ma sara’ solo il risultato delle mie esperienze che sono passate attraverso la mia persona.

La domanda e’ piuttosto semplice in se stessa ma le risposte potrebbero essere milioni. Mi hanno chiesto: perche’ certi incontri “falliscono”?

Bene credo che prima bisognerebbe capire il termine “fallire”.

A mio parere non ci sono incontri che “falliscono” magari ci sono aspettative per un incontro che non sono corrisposte e cosi l’incontro aspettato non si realizza ma questo dipende dalle aspettative e non dall’incontro stesso.

Credo che per vivere un incontro bisogna lasciarsi andare anche in quei casi in cui l’incontro non e’ casuale, ma costruito, organizzato tramite, per esempio, un appuntamento. Ecco andare verso quell’incontro a cuore aperto senza progetti, senza preconcetti e viversi quell’incontro totalmente.

Tuttavia ancora una volta per rispondere alla domanda vorrei citare un poeta molto caro a me Goethe il quale dice:

Felice colui che riconosce in tempo che i suoi desideri non vanno d’accordo con le sue disponibilità”

E riflettendo su questa citazione potrei ancora aggiungere che forse certi incontri “falliscono” proprio perche’ i nostri desideri sono diversi da quelli che avverte o vuole la persona che si incontra.

Sono tuttavia mie personali supposizioni ma ringrazio tutti coloro che continuano a stimolarmi con domande interessanti che mi portano a riflettere su me stessa  e a scavare dentro di me portando alla luce quegli  strati di “lava” che altrimenti sarebbero rimasti sotterrati.

 

Un grande grazie per un piccolo contributo!

Ringrazio vivamente e con tutto il cuore un caro amico che segue il mio umile blog, un blog senza pretese che racconta come alcuni incontri hanno colorato e arricchito la mia esistenza. Grazie per avermi dedicato questa bella canzone di Renato Zero. Si, grazie so che mi segui con interesse e piacere e questo rende il mio piacere ancora piu’ grande. Grazie di esserci per me e per :

….. io ti seguiro’ nuotando nel tuo mare (Acquasalata) e poi ti imitero’, ho tanto da imparare….

Grazie sei una persona dolcissima un grande stimolo per me di continuare a scrivere qui!

Incontro… e secondo incontro!

37878116311_31a1e9d8f8_bEro tornata nel mio paese per un breve periodo e cercavo di ritrovare la mia citta’ la citta’ della mia gioventu’ anche se notavo che molte cose erano cambiate. Cosi mi diressi verso i vicoli di  Trastevere dove li’ la vita sembra fermarsi nel tempo con i suoi “san pietrini”, i suoi negozietti dal profumo antico, con quei panni stesi che sventolano dalle finestre. Mentre stavo passeggiando incontrai per caso una mia vecchia compagna di scuola. Un tuffo al cuore! Dio quanto tempo non vedevo quella mia cara amica, quell’amica che era stata davvero la mia prima vera amica con la quale avevo conosciuto cosa era l’amicizia. Erano gli anni delle medie quando io e lei fummo compagne di banco per caso, ma sin dal primo momento nacque un feeling che ci rese amiche per qualche anno. Fu un’amicizia intensa, stavamo sempre insieme ogni giorno, studiavamo insieme, uscivamo insieme, avevamo la stessa comitiva ma io e lei eravamo inseparabili. Non posso pensare oggi a quanto le ho voluto bene. Vedevo solo lei e tutto il mio mondo girava intorno a lei intorno a noi due. Era un bene diverso che non avevo mai provato fino ad allora. Conoscevo l’amore per la mamma, per il papa’, per i fratelli, per la famiglia ma non avevo ancora assaggiato l’amore per un’amica. Era un amore diverso, un condividere tutto insieme, era capire cosa lei voleva e lei capiva me al volo. Esistevavamo solo noi io e lei! Ci amavamo davvero e quante volte ho desiderato toccarla o sentire lei sul mio corpo. Non era un amore perverso o come spesso la gente impropriamente definisce “ah sono due lesbiche”. No non eravamo lesbiche eravamo cosi felici di stare insieme che lo stesso stare insieme ma fisicamente “separate” quasi non ci bastava piu’. E cosi accadde che quella amicizia, quell’affetto profondo, sentisse l’esigenza di esprimersi in modo piu’ profondo anche fisicamente. Non era attrazione ..no affatto!! L’attrazione tra un uomo e una donna e’ una cosa totalmente diversa oserei dire erroneamente ormonale o naturale, o fisiologica. Mentre il nostro desiderio di lei e di me era quello di stare unite nel corpo ma non era stimolato da ormoni o desideri sessuali era un bisogno di compenetrazione, di sentirci ancora piu’ vicine e piu’ unite, di stare insieme ancora e di piu’ sempre di piu’ in un crescendo che ci permetteva di dirci quanto ci volevamo bene. Un amore intenso vissuto e portato all’estremo a tal punto che un giorno si frantumo’ in mille pezzi come uno specchio che involontariamente scivola dalle mani.

Ci separammo. Soffrii tanto … molto… troppo! Quando si ama si da’ e quando finisce ci si ritrova svuotati e quasi incapaci di ricominciare. Raccogliere i pezzi e ricostruire non era piu’ possibile. Avevo imparato la lezione non si puo’ portare tutto all’estremo perche’ alla fine si capovolge nel suo contario.

Quella mattina ci incontrammo per caso dopo tanti anni; ci scambiammo qualche parola, lei sposata da tanto tempo con quattro figli ma molto trascurata quasi non sembrava piu’ la mia vecchia amica con la quale sperimentavamo  make up, tinte per capelli. Poche parole come se fossimo state delle semplici conoscenti. Cosa era rimasta di quella amicizia di gioventu’ cosi appassionatamente vissuta con lei?

Apparentemente sembrava non fosse rimasto nulla poche parole e un saluto di addio. Ognuno di noi riprese il suo percorso eppure dentro di me batteva ancora quel cuoricino che mi sussurrava “potevi almeno abbracciarla, farle una carezza, manifestarle cio’ che provavi.”…..Ma poi una vocina piu’ saggia mi freno’ e mi disse che avrei dovuto accettare la vita cosi’ avrei dovuto essere flessibile ed accettare che quando un’amore finisce, finisce.

Si credo che avesse ragione la vocina saggia anche se il mio cuore continuava a gridarmi  “forse si poteva fare ancora qualcosa perche’ l’amore non muore mai!”

Chissa’ se il secondo incontro era davvero destinato ad essere qualcosa di piu’ significativo o era solo accaduto per caso….chissa’!

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Incontro …. scontro!

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E gia’ non ci sono solo gli incontri magici, belli, inaspettati ci sono anche incontri-scontro. Cosi accadde a me mentre viaggiavo su un treno ad alta velocita’ tra Barcellona e Parigi.  Avevo prenotato gia’ da tempo un posto in seconda classe per arrivare a Parigi dove avrei dovuto poi prendere un aereo.

Quella mattina la sveglia non suono’ cosi’ mi trovai in ritardo per tutto. Presi al volo la valigia preparata in anticipo e di corsa con un taxi arrivai alla stazione. Mi sembrava gia’ una mattina “no”, di quelle mattine che ti alzi con il piede sinistro (si dice cosi no????) eppure cercai di vederne l’aspetto positivo. Mentre ero seduta nel taxi cercai di godermi la citta’ ancora una volta. Barcellona ha un fascino straordinario eppure a volte mi faceva sentire straniera non so … forse erano solo sensazioni! Arrivai alla stazione correndo il treno stava quasi per partire. Entrai agitata con il fiato in gola e mi recai al posto che avevo prenotato. Non era libero era stato gia’ occupato da un giovane sui 35 anni. Gli dissi gentilmente che avevo fatto una prenotazione e lui pure rispose la stessa cosa. Incominciai a perdere la pazienza per la sua insistenza. In realta’ c’era stato un errore da parte di ambedue i biglietti che riportavano lo stesso posto riservato. Insomma non potevamo stare in due sullo stesso posto. Comincio’ tra me e lui un bel battibecco anche se quando lo guardavo negli occhi, in quegli occhi neri mi perdevo dentro. Era un bell’uomo aveva un fascino particolare e mi rendevo conto che non riuscivo a non resistergli; eppure la rabbia o l’ansia della mattina mi facevano essere crudele nei suoi confronti. Inoltre la situazione non era risolvibile velocemente in quanto tutti i posti in seconda classe erano gia occupati. Fortunatamente arrivo’ il responsabile del vagone ferroriavio e ci venne incontro. Ci sistemo’ tutte e due in due poltrone vicine in prima classe scusandosi a nome della ditta ferroviaria dell’equivoco accaduto.

Trascorremmo cosi il tempo del viaggio insieme moderando i termini e cercando di scusarci l’uno con l’altra per aver perso le staffe. Sono sempre stata affascinata dall’animo femminile, e dal modo in cui le mie emozioni affioravano ogni volta che mi trovavo di fronte ad una persona affascinante.

Mentre lo ascoltavo raccontarmi la sua mattina piena di impegni prima di prendere il treno, sentivo nel mio corpo un turbine di emozioni, seguivo i suoi occhi profondi che parlavano un altro linguaggio, seguivo  il movimento delle sue labbra carnose e invitanti  e mentre lo ascoltavo immaginavo il piacere di quelle labbra morbide sulle mie e sentivo il mio corpo agitarsi. E dicevo a me stessa quanto stupida fossi e come era possibile che uno sconosciuto potesse aprire il cassetto delle mie emozioni? Sorridevo a lui ma sorridevo anche a me stessa perche’ oltre ad ascoltarlo ascoltavo anche me.

E  mentre lui gesticolava mi chiedevo quali sensazioni mi avrebbero dato le sue mani sulla mia pelle, sul mio corpo. Non riuscivo a fare molta attenzione a quello che mi raccontava ero colpita da lui e dalle emozioni che lui mi stava dando.

Ad un tratto non riuscendo a gestire le mie emozioni gli chiesi che avrei voluto leggere un po’ e cosi’ la nostra conversazione si interruppe. Attraverso la lettura del libro riuscii a rimettere le mie emozioni nel cassetto e a chiuderlo a chiave nonostante sentissi di tanto in tanto la presenza del  suo sguardo su di me come se lui ancora mi cercasse.

Arrivammo a destinazione e lui mi chiese un recapito, un indirizzo, un numero di telefono per ricontattarmi di nuovo, gli dissi di darmi il suo e che lo avrei chiamato io.

Come al solito andavo di fretta dovevo raggiungere l’aeroporto.                  Persi il suo biglietto da visita!!

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