Un incontro…. con il Natale!

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“Cosa fai a Natale?”, quante volte mi sono sentita porre questa domanda nel mese di dicembre. Fra amiche ci si raccontava un po’ le solite cose: che si sarebbe fatto un bell’albero di Natale, che avremmo avuto una nuova varieta’ di torroni in commercio, e che avremmo cucinato i classici menu’ natalizi.  Era scontato parlare di chi avrebbe preso parte alle feste natalizie era sottinteso che le famiglie si sarebbero riunite, incontrate di nuovo ritualmente e  che avrebbero festeggiato tutti insieme un evento che si ripeteva da una eternita’. Oggi questa frase mi ritorna come un ritornello vuoto e mi trovo a meravigliarmi come all’improvviso le cose sono, e stanno cambiando repentinamente.

Mi chiedo potro’ ancora trascorrere le feste con la mia famiglia? Che cosa potro’ fare e non fare? puo’ la mia vita dipendere dalle decisioni di “qualcuno” che esegue solo ordini in nome di una falsa protezione della salute? Che ne sa quel “qualcuno” degli abbracci, dell’importanza che gli abbracci significano tra familiari?

Vedo il caos, vedo un grande smarrimento e il fallimento totale di una gestione incompetente e professionalmente incapace. E penso ai miei Natali trascorsi, a quel patrimonio di ricordi che nessuno potra’ portarmi mai via.

Mi rivedo una bambina che tenuta per mano dal suo papa’ si soffermava incantata sulle bancarelle di piazza Navona arredate a festa per il Natale. Ricordo che ero affascinata da tutti quei colori, dai tanti giocattoli che venivano esposti e quanto ne avrei voluto uno. C’era una bambola di pezza che mi piaceva molto, ma mio padre mi diceva sempre che era troppo cara. Non eravamo ricchi e la mia famiglia, per darmi il necessario, risparmiava sul superfluo. Per mio padre quella bambola sarebbe stata il “superfluo” ma non certo per me, forse lui non lo immaginava! Ero attratta dal profumo delle mandorle carammellate ancora calde in quelle serate cosi fredde. Ero avvolta da sciarpa, cappello di lana, guantini e scarponcini pesanti. I miei erano sempre preoccupati che mi raffreddassi e cosi mi coprivano tanto. Ricordo quel profumo invitante dello zucchero filato venduto su un bastoncino, ricordo le mele stregate ricoperte di cioccolato. Ricordo di aver desiderato tanto una foto scattata insieme a  Babbo Natale sulla sua slitta ma anche quella faceva parte del superfluo.

Oggi invece al posto del genitore c’e’  “qualcuno” che si permette con una certa autorita’ di vietare questi piaceri natalizi. I mercatini tipici di natale sono stati vietati, gli incontri con gli amici per un aperito festivo sono stati proibiti, e ora mi chiedo pure la famiglia dovra’ festeggiare a “distanza”? Si dovra’ festeggiare sulle nuove piattaforme digitali come zoom? E gli abbracci? dove sono andati a finire gli “abbracci”?

Vedo il caos, vedo un grande smarrimento e il fallimento totale di una gestione incompetente e professionalmente incapace.  E penso ai miei Natali trascorsi, a quel patrimonio di ricordi che nessuno potra’ portarmi mai via.

Mi rivedo bambina alle prese con palline colorate e fili di luce e tante amichette vicino a me. Era tradizione di casa invitare le amichette di scuola il 10 dicembre per aiutarmi a fare l’albero e il presepe. Quante risate insieme mentre salivamo su un seggiolino che traballava un po’, per riuscire ad appendere le palline.  E quanti  gingerbread men (biscottini) abbiamo sgranocchiato di nascosto mentre  mia nonna li sfornava.  Alla fine accendevamo le luci e l’albero brillava tutto poi completavamo il presepe: la capanna, i pastori, le pecorelle e tanta neve. Gesu’ Bambino non lo mettavamo  la notte del 24 quando sarebbe nato. Finito il presente usavamo dire una piccola preghierina e poi cantavamo  “tu scendi dalle stelle”. Erano momenti molto emozionanti e coinvolgenti che ancora oggi posso rivivere ad occhi aperti.

E adesso invece quel “qualcuno” vuol toglierci anche la famiglia?? Vuol toglierci l’intimita’ e la gioia di ritrovarci tutti insieme, vuol toglierci la felicita’ di rivedere parenti e amici che hanno occasione di farlo solo a Natale?  E’ pazzesco, e’ di una follia che supera persino la ragione e la logica divina.

Vedo il caos, vedo un grande smarrimento e il fallimento totale di una gestione incompetente e professionalmente incapace. E penso ai miei Natali trascorsi, a quel patrimonio di ricordi che nessuno potra’ portarmi mai via.

Tuttavia io non mi arrendo a tutto cio’ e, tanti come me, non si arrendono e non si arrenderanno perche’ quel caos che e’ ci hanno voluto generare  possiamo e dobbiamo crearlo pure noi, dentro di noi, affinche’ come suggerisce Nietzsche, una stella danzante possa sorgere dentro di noi.

“Man muss noch Chaos in sich haben, um einen tanzenden Stern gebären zu können”   Friedrich Nietzsche,  Thus Spoke Zarathustra

 E’ dunque questo, miei carissimi Amici, l’augurio che rivolgo a VOI tutti per il Natale che verra’. Qualunque esso sia o sara’, che sia sempre un “natale” come significa etimologicamente la parola una “nascita”:  che nasca dentro di noi la consapevolezza di voler ancora metterci in gioco!

Il mio augurio e’ dunque quello di non aspettare piu’ la stella cometa, ma di far  nascere dentro di noi una Stella Danzante! Vi abbraccio tutti con il cuore pieno di fiducia, sicura che tante nuove stelle danzanti sorgeranno presto dentro tutti NOI. La Vostra Amica di sempre.

“…  A new day has come……. Un nuovo giorno è arrivato!
Sono stata ad aspettare così a lungo
per l’arrivo di un miracolo
tutti mi dicevano di essere forte
aspettare e non versare una lacrima…….

Silenzio, ora
Vedo una luce nel cielo
oh, mi sta quasi accecando
non posso credere
di essere stata toccata da un angelo con amore…..”