Di notte non sempre sogno e, se desidero sognare allora, la sera prima di socchiudere gli occhi, ascolto una canzone e me la porto nel sogno. Il nuovo anno e’ appena iniziato e volevo fare il primo sogno del 2022.
Intorno alle 23.00 scelsi uno dei miei cantanti preferiti con il quale entro in contatto spiritualmente: Battisti. Scelsi la canzone “Vorrei non vorrei, ma se vuoi”. E poi mi addormentai.
Sono li’ su quella scogliera con il vento leggero sul viso, attorno a me solo terra arida con poca vegetazione mediterranea, in lontananza il resto di un edificio storico in pietra indefinito, segno di una civilta’ scomparsa. Tra me e me solo cielo e mare, solo il rumore del rinfrangersi violento delle onde contro le rocce. Cammino lungo la scogliera proprio sul bordo a precipizio quasi attratta dal vuoto, un vuoto che di solito mette paura, ma in quel momento mi da’ un senso di liberta’ mai conosciuta prima. Il sentiero e’ ruvido con sassi di varia grandezza e il sole splende nel cielo. Nonostante il vento fa caldo, molto caldo!
All’improvviso sento una formica camminare lungo la mia gamba unico essere “umano” in quella atmosfera quasi eterea e metafisica. Mi siedo allora con le gambe che pendono dalla scogliera e faccio scivolare la formica giu’ a terra mentre mi distendo con la schiena sul terreno caldo.
Il sole e’ forte e io chiudo gli occhi (sogno dentro il sogno) quando improvvisamente una ombra sale sul mio corpo mi abbraccia e sfiora le mie labbra. Vorrei aprire gli occhi ma sono troppo pesanti: vorrei guardare il volto del mio amante ma sono impossibilitata. Sento il mio corpo libero che si agita che reagisce e che asseconda l’ombra di questo uomo le cui carezze dolci accendono i miei sensi. Sento il mio corpo fremere, aprirsi, incurvarsi per godere nuove sensazioni, nuovi baci, nuove sfumature. La sua voce, come se venisse da lontano, mi sussurra “sono tornato mi vuoi?”.
“Amami ora!” e’ la sola mia risposta detta con bacio profondo. Sento il suo corpo premere su di me, il suo membro irrigidersi, il mio desiderio ampliarsi, le sensazioni reciproche sulle quali ci sintonizziamo sono infinite, l’incastro sembra perfetto e in quell’abbraccio avvolgente io perdo me stessa mentre nelle mie orecchie suona la musica :
Arginare il mare
Anche se non voglio
Torno già a volare
Le distese azzurre
E le verdi terre
Le discese ardite
E le risalite
Su nel cielo aperto
E poi giù il deserto
E poi ancora in alto
Con un grande salto……….”