Un incontro… con Tonino!

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Mi piace visitare i mercatini delle pulci. C’e’ sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

Le mie bancarelle preferite sono quelle che vendono o addirittura regalano libri usati. La curiosita’ di conoscere e di poter leggere tutti i libri che esistono, mi affascina da sempre, ma il tempo per farlo e’ sempre troppo limitato. Per cui mi accontento di scegliere un libro a caso e portarlo a casa.

Quel giorno attorno a quella bancarella incontrai Tonino, un ragazzo che stava per laurearsi e si trovava li’ per raccogliere del materiale per la sua tesi socio-psicoanalitica. Mi fermo’ e mi racconto’ il suo tema e l’esigenza di fare qualche domanda al pubblico per sviluppare meglio la stesura della sua tesi.

Intorno a lui si erano avvicinate altre persone incuriosite  alle quali Tonino rivolse insolite domande. Domande, che per me, che di psicologia e ancor meno di psicoanalisi non me ne intendo, risultavano inconsuete.

Tra le domande atipiche fui colpita da una: “dove ti senti veramente a casa?” Beh per me, che sono ignorante in materia, mi apparve  una domanda scontata “tutti potrebbero rispondere io sto bene a casa mia” confessai a me stessa con un senso quasi di superiorita’. Eppure non avevo davvero capito il vero significato che Tonino voleva attribuire a tale domanda e dovetti convincermene quando alcune persone risposero ad hoc.

Uno degli intervistati infatti rispose: “io mi sento a casa quando sono in auto” Oddio!  Fui sorpresa, ma credo che la risposta fosse quella che Tonino si aspettava poiche’ lui era  alla ricerca di risposte psicologiche. Poi arrivo’ il mio turno e Tonino, con la solita espressione disinvolta e sorridente, mi pose la stessa domanda. Per evitare di apparire stupida come gia’ mi era capitato quando ascoltai la domanda per la prima volta,  gli risposi che ci avrei riflettuto  e che sarei tornata l’indomani con una risposta plausibile.

Tonino “voleva” una risposta psicologica non una risposta “concreta”, pensavo tra me e me mentre tornavo a casa con un libro che avevo appena comprato. A casa, seduta sul sofa’,  cominciai ad esplorare dentro di me e decisi di chiedere alla mia vocina interiore dove lei insieme a me avrebbe voluto vivere e  dove insieme ci saremmo sentite a “casa”.

La risposta accade presto e fu “La Montagna”. La mia vocina interiore mi suggeriva che e io e lei saremmo stati bene ai piedi di una bella montagna piena di abeti. Io riflettevo e cercavo di immaginare le sensazioni. Io seduta ai piedi di una montagna come mi sarei sentita? Ebbene il senso di piacere, di pace, di protezione, di affetto di fusione con la natura invase come un turbine il mio corpo, un senso di calore prese il sopravvento e un sorriso  apparve sul mio volto.

“Si” dissi alla mia vocina interiore con la massima certezza “hai ragione io e te staremmo bene li” e potremmo correre tra i boschi, potremmo respirare il profumo degli abeti, potremmo ricevere la frescura e l’ombra per meditare, potremmo arrampicarci  sulla montagna per godere  un panorama piu’ vasto, potremmo perderci nel cinguettio degli uccelli e sentire la pioggia cadere nei giorni temporaleschi.

“Ecco la risposta” dissi a me stessa perche’ avevo capito  cosa Tonino intendesse per “casa”. Sentirsi a casa voleva dire vivere quella condizione di bene-essere che nella vita di tutti i giorni e’ difficile da raggiungere pur stando a casa propria.

Tornai il giorno dopo da Tonino e gli comunicai la mia risposta e lo ringraziai per avermi aiutato a “scoprire” un frammento di me stessa. Lui sorrise e mi disse “tutti noi diamo il nostro piccolo contributo, nella mia tesi ci sara’ pure la tua montagna!”

Sorrisi e me ne andai saltellando verso la mia bicicletta.

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