GOSSIP E SPETTEGOLEZZI

Nella ricerca del piacere.


Voglio vivere. In tutta pace, non come una nave su un grande cambio, alla deriva in balia - o in balia - delle tempeste della vita. Chiedo troppo?       Devo davvero passare attraverso ciascuna delle prove della vita? Attraverso tutte le sue sofferenze? So che dopo un breve periodo di silenzio scoppieranno di nuovo i temporali, non so quando, so solo che torneranno.             Perché sta succedendo? Perché dovrei essere portato e gettato a caso dalle tempeste della vita? Cosa posso fare? Dov'è il porto dove posso rifugiarmi in sicurezza? Dove posso trovare un posto tranquillo dove stare calmo? Dove esattamente nessuna tempesta mi raggiungerà per disturbare il mio riposo?             Dove posso recuperare le forze senza dovermi preoccupare del pensiero che un attimo dopo la tempesta tornerà ad annaspare e ad affondare la mia nave, cioè la mia vita?         Metaforicamente parlando, un porto di "sicurezza" non può che essere rappresentato da pienezza e integrità, coscienza e lucidità. Questa è l'unica posizione da cui possiamo proteggerci dalle tempeste della vita, l'unico modo per combattere il destino, per non abbandonare il nostro destino.             Niente può sorprendere o ferire una persona che è un uomo completo, equilibrato, lucido, padrone di sé. Anche il modo in cui sopporta la sofferenza è speciale, senza paura o panico. In questo caso la sofferenza non può che essere fisica, di coscienza, di saggezza.           Come tutti sappiamo, tutti temiamo la sofferenza e il dolore che possono rendere la nostra vita un inferno. Un breve periodo di appagamento o "felicità" è sempre seguito dalla sofferenza e dal dolore che temevamo. Siamo spaventati dal tormento e dal dolore della vecchiaia e della morte; anche se ci siamo evoluti così tanto, se abbiamo una maggiore disponibilità, l'agonia è comunque inevitabile. Non sappiamo quali dure prove ci aspettano, e questo ci spaventa, anche se non lo ammettiamo.             Sebbene abbiamo l'opportunità di combattere per rimuovere tutte queste paure dalle nostre menti e anime, per creare diversivi e indulgere in piaceri, sentiremo sempre - consapevolmente o meno - un ticchettio, uno spaventoso conto alla rovescia che annuncia l'avvicinarsi della sofferenza, del dolore e di morte. Sarà domani? In dieci anni? Tra vent'anni, sono pronto?               Nella ricerca del piacere, cercando fuori di noi i brevi momenti di appagamento soddisfacendo bisogni superficiali, bisogni puramente fisici, non saremo mai preparati. Cercando di dimenticare, rimaniamo impreparati; ciò significa che diventiamo ancora più vulnerabili. Più mi aggrappo agli aspetti materiali illusori del mondo, più difficile sarà per me quando finalmente mi troverò di fronte alla sofferenza e quando quegli aspetti materiali illusori scompariranno.