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L'influenza della civiltà arabo-islamica sull'Italia


È noto il ruolo della civiltà arabo-musulmana nella trasmissione dell'antico patrimonio in Occidente. Tuttavia, a parte la Spagna, l'eredità della presenza islamica in Italia resta poco esplorata. Eppure i dati storici e archeologici mostrano tracce inequivocabili e chiaramente stabilite. Nel corso della storia, il Mediterraneo non ha mai smesso di essere un'area di scontri tra civiltà, determinando una notevole massa di scambi. Incursioni e pirateria non si sono mai fermate sulle coste, in particolare in Italia. Sardegna e Sicilia restano luoghi di confronto da esplorare. L'archeologia, la presenza di relitti in mare, monete arabe, stele funerarie e ceramiche, rivelano intensi scambi tra la cultura arabo-musulmana e l'Italia. Ingegneri e commercianti islamici hanno contribuito in vari campi in Italia nell'agricoltura e nella scienza. La Sicilia e il nord Italia erano importanti punti di transito per i prodotti orientali. L'eredità di questi scambi riguarda l'importazione di tecniche come l'idraulica, considerata un contributo essenziale della civiltà arabo-islamica, senza dimenticare la diffusione della coltivazione del cotone o della costruzione in terra cruda. Diversi studi indicano la forte influenza della medicina orientale sulla costituzione di una nuova conoscenza medica.

Resti islamici

La presenza di un edificio islamico risalente al periodo fatimide, nel complesso della chiesa di San Giovanni degli Eremiti, a Palermo in Italia è un'altra prova dell'influenza arabo-musulmana. La parete sud della chiesa normanna di San Giovanni degli Eremiti, infatti, sfrutta il muro preesistente che circondava un edificio islamico comprendente quella che viene chiamata la “stanza araba”, che poteva fungere da moschea, luogo di salat a Palermo. Questa sala di culto islamica è stata identificata come una moschea per i suoi elementi strutturali: una stanza quadrata e un muro rivolto in direzione della Mecca, la città santa musulmana (qibla). L'asse principale di questa stanza è infatti orientato nord-sud verso la Mecca. Ricordando che i musulmani si stanno dirigendo verso la Mecca per eseguire la preghiera islamica.

Altre prove di influenza islamica

A Palermo esistono ancora segnali stradali in arabo nel quartiere della Kalsa. La Cattedrale di Palermo fu edificata nella parte più antica della città, sul sito di un'antica basilica, cui successe una costruzione che servì, durante il periodo islamico, come moschea quando arriva l'ora della preghiera. La storia ha conservato molto più delle conquiste musulmane e del valore militare in Italia, un contributo di alta civiltà. In effetti, lo storico italiano Michele Amari è stato il primo a evidenziare il contributo dei musulmani medievali allo sviluppo della Sicilia. Urbanisticamente Palermo conobbe una crescita significativa e divenne una delle città più popolose del mondo con quasi 200.000 abitanti. A livello di questa città, la cultura sociale si distingueva per la tolleranza nei confronti delle altre fedi. Economicamente, l'agricoltura si sviluppò grazie alle nuove tecniche di irrigazione introdotte dagli arabi. I musulmani introdussero gli agrumi e la coltivazione dell'olivo e dei cereali conobbe un grande sviluppo. L'impronta della civiltà musulmana fu tale che sotto la dinastia normanna di Sicilia la cultura e la lingua araba rimasero vive. La vita culturale durante questo periodo si esprimeva in arabo e le persone scrivevano persino usando l'alfabeto arabo. Dopo la conquista normanna, la lingua ufficiale rimase l'arabo per quasi un secolo. Alla corte dei re di Sicilia, gli studiosi musulmani brillavano per la loro conoscenza e le loro conquiste. Infine, dal contributo e dai contributi della civiltà arabo-musulmana emergono indicazioni che dovrebbe contribuire a ridurre i forti contrasti del quadro sin qui abbozzato sui rapporti tra gli arabi e gli italiani, in particolare i sardi, consentendo di inserire la vicenda in un quadro, più vicino alla verità, di un Mediterraneo preoccupato per le rivalità tra paesi, ma non per il punto di essere solo un luogo di reciproco massacro di arabi e cristiani durante otto lunghi secoli.