Ventitreesimo mese nono
Quel giorno piovve,
Le lacrime della pioggia colpirono duramente la mia finestra,
immagino che non ci fosse posto migliore dove stare che lì,
guardando, pensando, sorridendo,
Ogni goccia che gocciolava mi riempì dentro,
L’odore esalava quella dolcezza di quel pomeriggio,
Ed ero ancora lì, solo, ero
perso nei miei pensieri,
se navigavo in quell’acqua, o fossero le mie lacrime,
Ma il sogno era sempre interrotto ad ogni raffica di tuono,
Le idee a poco a poco prendevano forma,
tenebra, illuminati, oscuri,
timidi, vasti, segreti,
Le parole si incastravano in quel libro,
Le gocce prendevano forma in quel vetro,
animali, donne, scarpe, sentimenti,
tutto quel pomeriggio è diventato presente,
ma l’ultimo rumore ha interrotto l’intero spettacolo,
l’ultimo tuono è scoppiato nel cielo,
l’ultimo respiro è stato udito da me,
l’ultima parola è stata scritta,
l’ultimo sentimento è stato espresso ,
L’ultimo sorriso a fatica è uscito,
E l’ultima lacrima insieme alla pioggia stava scomparendo,
Ma il mio essere era ancora lì,
forse in attesa di un altro spettacolo che mi portasse pace,
un’altra opera che mi restituisse i pensieri,
un altro sogno che mi darebbe contentezza,
un’altra pioggia, niente di più.
