TRADIMENTO

Leggevo oggi un articolo illuminante sul tradimento, che copio e incollo qui.

“Il tradimento non esiste, è l’amore che finisce

Tradimento, corna, infedeltà, adulterio… sono termini antichi ma sempre di grande attualità.

Prima della fine degli anni ’60, soprattutto se eri donna, potevi pure finire in galera per una scappatella. Eppure succedeva lo stesso, nonostante i rischi. Come succede oggi, preludio a molti divorzi, ma anche a tante separazioni in casa o amantati infiniti.

Mi impressionano sempre le cifre in proposito, che amici avvocati matrimonialisti mi dicono essere ottimistiche, perché i numeri sono più alti: in Italia almeno il 60% delle donne ha tradito almeno una volta superando i maschietti, che sono “solo” a un “misero” 50%. Cifre, dicevamo, calcolate per difetto, non per eccesso.

Quindi siamo un paese dove più della metà della popolazione ha fatto o fa le corna, ma siamo anche un paese di bigotti e facili censori della vita altrui (mentre dal nostro armadio ormai troppo affollato fa capolino la mano di uno scheletro), dove tutto ciò ha gli epiteti negativi che abbiamo visto. Tradire si fa ma non si dice, non è bello e non conviene, almeno fino a carte legali pronte e avviate.

Ipocrita? Dipende da chi subisce e fa. Chi le corna le subisce (e chi non le ha subite, anche da una “semplice” fidanzatina. Non valgono? Sarà, ma quanto fanno soffrire, e qualcuno ci rimane pure “segnato”) urla in faccia al traditore il suo disprezzo ma, sempre le statistiche lo dicono, lo perdona sempre di più. Soli non sappiamo restare. O non conviene.

Chi le fa, le corna intendo, risponde spesso a un bisogno che, nel tempo, si è fatto più pressante: sesso coniugale morente, voglia di evadere, di risentirsi uomini o donne, noia…

E’ solo questione di tempo e di resistenza personale: chi è infelice, chi “ha bisogno”, prima o poi lo farà. Magari prima con una chat che si fa sempre più spinta, magari in un viaggio di lavoro con un collega simpatico e che ci sa fare, magari col tizio della palestra… è solo questione di tempo.

E’ solo questione di tempo perché in realtà il tradimento non esiste o, se c’è, non è che un sintomo dell’amore che finisce.

Ve lo ricordate l’amore, quello vero? Era quello che faceva davvero palpitare il cuore quando la vedevi, era quello che ti provocava paura di perderla quando l’avevi fatta arrabbiare, era quello che ti faceva sembrare un orgasmo normale il migliore della tua vita, era quello che a letto non ne avevi mai abbastanza e il telefonino esisteva solo per rispondere o chattare con lui.

Purtroppo tempus fugit e, come ho avuto modo di scrivere spesso in questo blog, anche l’amore ha un timer. Più o meno lungo a seconda dell’assortimento della coppia e del destino, che ti fa incontrare o meno altre donne o uomini della tua vita, esistono anche i colpi di fulmine, tsunami emotivi che fanno saltare qualsiasi count down dell’amore, anche se era promettente e agli inizi.

Così, un giorno, dopo mesi o anni, quegli scricchiolii che sentivi nel legno del telaio della finestra che proteggeva il tuo amore dai pericoli esterni delle tentazioni, dagli altri uomini o dalle altre donne, quei tarli nascosti fatti di routine e incomprensioni, di lei che diventa madre e non più compagna, e lui fabbricatore di soldi e non più partner, faranno spalancare i vetri sul mondo esterno, a volte crollare tutta la finestra in uno schianto secco.

Entrerà aria fresca laddove pensavi che l’aria fosse sempre la stessa, vero, ma protettiva e buona. Entrerà un vento che potrebbe portarti via.

E tradirai prima o poi. O meglio, non tradirai, ma andando con un’altra o un altro a letto metterai la parola fine a quello che una volta chiamavi amore.

Perché l’amore sarà anche a termine, ma quando c’è vuole l’esclusiva, non ti fa vedere gli altri, non c’è spazio per gli altri. E’ a tenuta stagna. Quando non lo è più è semplicemente finito. Il tradimento ne è solo la conseguenza.

Il tradimento è il termometro della febbre letale che decreta la morte dell’amore, non si dà colpa al termometro della malattia che provoca una febbre mortale.

Possiamo continuare a chiamare la FINE DELL’AMORE tradimento, per cercare di colpevolizzare il termometro e colpevolizzarci per trascinare avanti un amore morente, per fare accanimento terapeutico su coppie che non hanno più risorse per andare avanti e dove l’amante, più o meno importante che sia, non c’entra nulla, è conseguenza, non causa.

Capisco le mogli affrante che urlano: se non avesse incontrato quella lì! Sarebbe tutto a posto? No, l’amore era finito.

Non voglio giustificare nessuno, errori di percorso nelle coppie di lungo corso si fanno, e si possono anche recuperare, conosco coppie rinate dal tradimento (poche, rinate veramente). Ma sono comunque scappatelle, e possono essere una massimo due, altrimenti è un trend che dice solo una cosa: in casa qualcosa è morto, e di solito è il sesso.

E se non c’è sesso frequente e di qualità, vuol dire che il sangue della passione non arriva al cuore, e il matrimonio prima o poi subirà un infarto letale. E non ci sono farmaci che tengono, perché anche usare i figli come farmaci anti-infarto non può durare per sempre.

Dunque smettiamola di dire “quella è stata tradita, poveretta, che porco lui, che troia l’altra”, perché la verità è che quell’amore è finito, che lui non è un porco (salvo eccezioni, ma qui a noi interessa la realtà più diffusa) ma un uomo che cerca nuova linfa vitale, il sesso di qualità, e che l’altra non è una troia, perché o è lei stessa reduce da un amore finito o è solo una nuova occasione di ricominciare il gioco dell’amore.

Il gioco più bello del mondo, che ormai spesso riparte da un tradimento, che noi qui chiamiamo ancora corna come nei film in bianco e nero, e invece dovrebbe chiamarsi semplicemente THE END.”

 

E qui ritorno io, ladyoscarbio, la blogger. Quindi che dire…non ci sono colpevoli, nè vincitori, nè perdenti, c’è solo l’amore che finisce, naturalmente, dopo anni, da entrambe le parti, nel mio caso. Il resto è solo una conseguenza.  Nessun dito da puntare, nessun fallimento da piangere, nessuna vittoria da festeggiare.

E’ la norma. C’è chi poi resta insieme lo stesso, ma in quel caso subentrano variabili come figli, dipendenza economica e altro che io, essendo donna di ottima intelligenza, ho evitato scientemente come la peste.

Nessuna vittima, nessun carnefice, solo una logica conseguenza di eventi, neanche troppo dolorosi, dato che di amore non v’è più traccia. E’ un reato non amare più? Certo che no!

Diventa quindi illogica qualsiasi ripicca successiva…se non v’è più legame, non v’è più odio neppure. Perchè chi disprezza, compra… e chi non ama più, non soffre neppure per le ripicche che gli vengono inflitte, perchè il dolore ha come base la considerazione e il sentimento per la persona che ti infligge qualcosa. Se per te è niente, qualsiasi cosa ti faccia è niente.

Quindi, quando finisce qualcosa , quando si tradisce o si viene traditi, cari signori, l’unica cosa da fare è voltare pagina, e tenere nel cuore il ricordo delle cose belle, come fotografie sbiadite di un album, che però descrivono un passato a cui non appartieni più. Niente lacrime, niente rimpianti…solo un nuovo inizio! 😀